1 - IL BANCARIO SPIAVA LE CARTE DI CREDITO VIOLATI ANCHE I CONTI DI MONTECITORIO
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
C’è un filo che collega l’inchiesta di Perugia sul finanziere spione, Pasquale Striano. E quella di Bari sul bancario guardone, Vincenzo Coviello. A tenere i due capi del filo, seppur involontariamente, è il ministro della Difesa Guido Crosetto, i cui conti correnti sono stati spiati da entrambi.
Crosetto, però, non è un politico qualsiasi. Il suo ruolo di ministro della Difesa, ancor più in questo momento storico di conflitti internazionali, ha spinto infatti la procura di Bari a contestare a Coviello un reato specifico, e particolarmente grave, “la consultazione di dati che nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segreti”. Non è una circostanza neutra. Perché, a quanto risulta a Repubblica , le ricerche di Coviello su Crosetto non sono state banali.
giudo crosetto gaia saponaro (2)
Ce ne sarebbero state infatti più di una. Sono state prolungate. E, soprattutto, il bancario pugliese si è spinto oltre a una semplice occhiata al saldo del conto corrente. Ha visualizzato anche gli estratti conti della carta di credito del ministro della Difesa che non rappresentano un dato banale. Grazie infatti ai movimenti della carta è possibile anche ricostruire gli spostamenti delle persone monitorate.
[…] Crosetto […] non è il solo. Oltre ai soliti vip da prima pagina (Bonolis, Gassman) sono state spiate le carte di credito tra gli altri di politici come Raffaele Fitto, Nichi Vendola e Luca Zaia. Di più, tornando a Crosetto: sono stati spiati anche i conti della moglie, Graziana Saponaro, oggetto anche dell’audizione al Copasir del ministro della Difesa.
RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO
Crosetto infatti aveva chiesto spiegazioni su come potesse essere diventata nota la notizia che sua moglie avesse partecipato a un concorso per i Servizi.
Perché Coviello ha cercato informazioni sulla donna, quando nessuno aveva ancora parlato di lei? È uno degli interrogativi che la Procura si pone alla ricerca di un possibile “mandante”, così come esplicitato nel capo di imputazione notificato (come Repubblica ha raccontato già ieri) giovedì a Coviello.
NICHI VENDOLA - RAFFAELE FITTO
Certo, Crosetto non è il solo problema di questa storia. Lo sono anche i circa 50 deputati spiati attraverso i conti correnti di Montecitorio (ci sono Di Maio e Renzi, Bonelli e Boccia, Calenda e Montaruli) senza che nessuno all’interno di Intesa se ne rendesse conto. Nonostante si tratti di dati ipersensibili, tra l’altro nel perimetro delle nuove regole sulla cyber, nessun controllo era scattato. Intesa, si legge nell’Audit interno, ha contato in 460 giornate tra 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti. Ma sono molti di più. E anche in meno tempo. Ed è su questi che ora Bankitalia chiede all’istituto torinese «chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere».
Il primo alert della banca è scattato infatti a ottobre del 2023 quando il direttore ha chiesto conto a Coviello di alcuni accessi e da quel momento sono state interrotte tutte le ricerche. Inoltre non si è potuti andare più indietro del febbraio del 2022 perché il portale non tiene memoria degli accessi più vecchi. Insomma, Coviello probabilmente lo faceva da anni senza che nessuno mai avesse provato a fermarlo.
Il bancario si muoveva in tre banche dati. La prima — che probabilmente riguardava anche i non clienti di Intesa Sanpaolo — era quella che ti permetteva di accedere a informazioni sintetiche, con la presenza di prestiti, finanziamenti e patrimonio mobiliare.
La seconda banca dati è invece quella degli estratti conto. La terza tiene conto delle carte di pagamento, con i dettagli di tutte le operazioni: è quella, in sostanza, che può mappare la posizione.
Coviello […] ha detto di non aver mai venduto ad altri i dati sensibili. E in ogni caso di aver cancellato tutto. E che a muovere le ricerche era soltanto la curiosità: effettivamente, incrociando le ricerche con le date, molto spesso erano in coincidenza con la pubblicazione di notizie. Il bancario non era a conoscenza dell’inchiesta della Procura fino alla pubblicazione della notizia che rischia però di mettere in grave difficoltà il prosieguo delle indagini: i carabinieri sono corsi a perquisirlo giovedì per appurare l’esistenza, o meno, del “mandante”. […]
luigi di maio alessia d'alessandro (2) ricevimento quirinale 2 giugno 2024
2 - LA DIFESA DEL FUNZIONARIO INFEDELE “SONO MALATO, NON LICENZIATEMI”
Estratto dell’articolo di Chiara Spagnolo per “la Repubblica”
Il primo accesso abusivo a una carta di credito è stato effettuato da Vincenzo Coviello il 12 ottobre 2023. La carta era quella della moglie di suo cognato, hanno ricostruito i carabinieri, ma il funzionario 52enne di Banca Intesa, per giustificarsi davanti al direttore, aveva detto di aver commesso «un errore di digitazione nell’ambito delle ordinarie verifiche dei plafond delle carte dei clienti gestiti».
augusta montaruli foto di bacco
«Ho rispettato tutte le regole sulla privacy», aveva aggiunto, salvo poi ammettere — nel marzo 2024 — di aver interrogato i dati in maniera illegittima ma «senza alcun interesse o fine personale». A maggio ha cambiato ancora versione, riconoscendo di aver effettuato accessi a conti dei clienti non per esigenze di lavoro ma per «mera curiosità». E nel procedimento disciplinare si è difeso producendo anche la relazione di uno psicologo, che attesta il suo essere affetto da “Disturbo di adattamento misto” ovvero disturbi emotivi e della condotta.
Pochi mesi dopo, i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Bari hanno avviato le indagini e ricostruito che, in effetti, l’uomo aveva un interesse morboso verso i segreti bancari delle persone. Una smania rivolta inizialmente a parenti, conoscenti, persone della cittadina in cui abita, Bitonto. È lì che vivono il cognato e la moglie, tra le prime persone monitorate, nonché un coetaneo nei cui confronti Coviello ha effettuato ben 310 accessi ma del quale ha detto: «Non lo conosco» e «non ricordo il motivo di quegli accessi». E poi altri concittadini, un suo omonimo, un primario del Policlinico di Bari (dalla cui denuncia è nata poi l’indagine), la madre, i cui rapporti sono stati ripetutamente interrogati pur non avendo alcuna delega a operare su di essi.
[…] Coviello, […] ha chiarito che nessuno sapeva della sua mania di accedere ai conti altrui e ha escluso categoricamente di essere stato pagato per la sua attività. Inoltre, di aver cancellato o distrutto qualunque documento possa aver scaricato.