Stefania Ulivi per corriere.it
L’elefante era nella cristalleria e era inevitabile esplodesse. Alla conferenza stampa di presentazione delle giurie è bastata una domanda alla regista argentina Lucrezia Martel chiamata comporre il palmarès della 76. Mostra del cinema di Venezia per far deflagrare la questione Polanski.
“Sarà in grado di giudicare il film di Roman Polanski (J’accuse sull’affaire Dreyfus, ndr) senza farsi influenzare dai suoi comportamenti?”. Ovvero dalla condanna in contumacia per «violenza sessuale con l’ausilio di sostanze stupefacenti» ai danni di una ragazzina di tredici anni e undici mesi, Samantha Geimer, avvenuta nel 1977 quando il regista polacco aveva 43 anni.
«Mi ha messo a disagio»
Martel non ha scelto la diplomazia. “Non separo l’uomo dall’opera. La presenza di Polanski in programma mi ha messo a disagio. Ho fatto delle ricerche sul caso e ho visto che la vittima considera questa vicenda chiusa, senza negare i fatti denunciati. Non posso pormi al di sopra della vicenda giudiziaria, ma posso solidarizzare con la vittima. Non assisterò alla proiizione ufficiale di Polanski perché io rappresento molte donne argentine che lottano su questo fronte e nopn voglio alzarmi in piedi a applaudirlo. Però mi sembra opportuno che questo film si al festival, che ci sia dibattito su questi temi”. Il direttore Barbera ha un’opinione diversa.
Lucrezia Martel roman polanski
«Non è facile in questo caso dare risposte univoche. Non riesco a fare una distinzione tra artista e uomo. La storia dell’arte è piena di artisti che hanno commesso crimini. Lui resta uno degli ultimi grandi maestri del cinema e non credo si possa aspettare duecento anni per giudicare un suo film. J’Accuse mi è piaciuto molto. Non sono un giudice, ma un critico cinematografico, il mio lavoro finisce qui».
L’intervento del produttore Barbareschi
Il direttore Barbera ha un’opinione diversa. «Non è facile in questo caso dare risposte univoche. Non riesco a fare una distinzione tra artista e uomo. La storia dell’arte è piena di artisti che hanno commesso crimini. Lui resta uno degli ultimi grandi maestri del cinema e non credo si possa aspettare duecento anni per giudicare un suo film. J’Accuse mi è piaciuto molto. Non sono un giudice, ma un critico cinematografico, il mio lavoro finisce qui». Il dibattito, sollecitato fin dall’annuncio del programma a fine luglio dalla stampa Usa, è solo agli inizi, di certo non si placherà entro venerdì, giorno dell’anteprima mondiale qui a Venezia dove Polanski non sarà presente (come previsto) dove rischierebbe l’arresto essendo l’Italia legata agli Usa da accordi sull’estradizione.
Interviene a gamba tesa uno dei produttori del film, Luca Barbareschi: «Dopo le dichiarazione della presidente della giuria di Venezia 76, siamo preoccupati che il film di Polanski non venga giudicato serenamente. Stiamo valutando di ritirarlo dal concorso, a meno che non arrivino delle scuse ufficiali». Al che la Martel ha replicato: «Non ho alcun pregiudizio nei confronti del film e naturalmente lo guarderò allo stesso modo di tutti gli altri film del concorso. Se avessi dei pregiudizi, mi dimetterei dal mio incarico di presidente della Giuria».
«Perché non quote rosa?»
Il dibattito, sollecitato fin dall’annuncio del programma a fine luglio dalla stampa Usa, è solo agli inizi, di certo non si placherà entro venerdì, giorno dell’anteprima mondiale qui a Venezia. Così come anche l’altro tema caldo della conferenza, la scarsa presenza delle donne in gara (quest’anno solo due, Haifaa Al Mansour e Shannon Murphy). Martel lancia una proposta che sa di sfida a Barbera: «La questione delle quote rosa non soddisfa nessuna donna ma non vedo altra soluzione in questa fase di transizione. In 76 edizioni sono state pochissime, perché non provare almeno per un paio d’anni a fare 50/50, metà donne e metà uomini in gara?».
Le altre due presidenti di giuria, Susanna Nicchiarelli è Costanza Quatriglio (Orizzonti e Classici) sottolineano come la questione nodale sia l’accesso alla professione e ai finanziamenti. Anche qui c’è ancora molto da discutere. Per la cronaca nessuna delle tre è mai stata nella competizione principale: Zama di Martel passò fuori concorso, Nicchiarelli fu premiata per Cosmonauta passato in Controcampo, Nico 1988 in Orizzonti e Quatriglio ha presentato due film, Terramatta e Con il fiato sospeso, ma in sezioni parallele.
samantha geimer Samantha Geimer samanta geimer GEIMER POLANSKI