La curva dei contagi, che sembrava flettere verso il basso nelle precedenti settimane, improvvisamente è tornata a impennarsi, probabilmente a causa della variante omicron, da noi ancora sottovalutata in termini numerici. Non sono tanto i 16.213 nuovi casi registrati ieri, e nemmeno l'aumento dei morti (137, record dai 166 del 25 maggio), delle terapie intensive (987, +21) e dei ricoveri in area non critica (8.101, +375) a preoccupare, quanto l'andamento tendenziale.
Nell'ultima settimana, quella dal 13 al 19 dicembre, i casi complessivi sono aumentati addirittura del 40,47 per cento rispetto al 6-12 dicembre, mentre nelle quattro settimane precedente gli incrementi su base settimanale erano andati dal 14,99 per cento al 27,33. Un vero boom che per fortuna non riguarda gli ospedali: le terapie intensive occupate da pazienti Covid sono aumentate del 16,53 per cento e i ricoveri in area non critica del 15,37, entrambi dati in linea con quelli delle ultime settimane.
Anziano in terapia intensiva 2
Numeri che confermano come a una maggiore trasmissibilità della nuova variante isolata per la prima volta in Sudafrica non corrisponda fortunatamente una sua maggiore pericolosità in termini di malattie ed esiti ferali. La situazione negli ospedali, insomma, appare ancora sotto controllo. Anche se ieri è arrivato la angosciante profezia dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), per cui «nelle prossime 2-3 settimane ci aspettiamo un aumento del 70 per cento dei posti letto occupati in intensiva da malati Covid, raggiungendo così circa 1.700 pazienti ricoverati nelle terapie intensive».
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
In realtà secondo i nostri calcoli in base all'andamento attuale ci vorrebbe un mese perché questo avvenga. ma la tendenza è quella. «Attualmente - spiega il presidente dell'associazione Alessandro Vergallo - i posti in intensiva sono 9 mila, ma non tutti effettivi, e ne sono occupati circa mille. Ma è irrealistico pensare di poterne aumentare il numero ulteriormente perché mancano i medici. Non è questa la soluzione, non si può spremere ancora il sistema».
Secondo gli anestesisti la soluzione è introdurre al più presto misure più restrittive, come quel lockdown per i non vaccinati che il governo sembra al momento voler escludere. Per questo l'associazione minaccia «azioni di protesta molto forti», compreso uno sciopero che potrebbe avere delle conseguenze devastanti sulla tenuta dell'intero sistema sanitario.
Sempre in tema di numeri, si iniziano a compulsare la percentuale per immaginare quale siano le regioni che potrebbero passare il Capodanno in giallo, oltre a quelle che ci sono già: Friuli-Veneiza Giulia, provincia autonoma di Bolzano, Calabria e, da ieri, Liguria, Marche, Veneto e provincia autonoma di Trento.
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
Sopra al 10 per cento di terapie intensive ci sono L'Emilia-Romagna (11,36), il Lazio (12,62), la Lombardia (10,65), la Toscana (10,70) e l'Umbria (10,23), ma tutte sono per il momento salve grazie ai ricoveri in area non critica inferiore al 15 per cento: l'Emilia-Romagna è al 12,10, il Lazio al 14,08, la Lombardia al 12,28, la Toscana al 6,85 e l'Umbria all'8,01. Per le prime tre il rischio è concreto.