L’ASCIA O RADDOPPIA? PARLA MAURO CORONA CHE HA INSEGUITO CON UN’ACCETTA I VANDALI CHE GLI HANNO SFASCIATO CASA: "LI AVREI MACELLATI SE LI AVESSI BECCATI. SONO DI SINISTRA MA LA CASA E’ LA MIA VITA E LA DIFENDO" – MICHELE SERRA: "NON RIESCE FACILE FARGLI LA MORALE PERCHÉ CORONA È STATO L’INTERPRETE DI ALCUNE DELLE NOSTRE PIÙ COMPRENSIBILI DEBOLEZZE..."

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MAURO CORONA MAURO CORONA

L’AMACA

 

Michele Serra per la Repubblica

 

L' artista alpestre Mauro Corona che insegue con l' ascia i tre vandali che gli hanno sfasciato la casa non è di buon esempio, e lo sa. Eppure non riesce facile fargli troppo la morale, intanto perché è andata a finire bene (i tre giovani imbecilli avevano, dei giovani, almeno la virtù di correre forte) e poi perché Corona è stato il veemente ma efficace interprete, nell' occasione, di alcune delle nostre più comprensibili debolezze.

mauro corona mauro corona

 

«Non ho reagito al danno ma all' umiliazione», ha detto a mente fredda.

L' umiliazione dell' uomo di montagna che ha sempre vissuto del suo lavoro, del frutto delle sue mani e del suo cervello, e vede tre giovanotti uscire brilli o in altro modo alterati da un' adunata di fracassoni (una delle tante) e per divertimento violare la sua casa, distruggere le sue sculture, insomma sputare sulla sua stessa vita. Per gioco.

 

La questione della sicurezza è da tempo, purtroppo, una rissa politica, con esecrabili speculazioni sulla paura e incaute sottovalutazioni della stessa. Se al centro della questione ci fosse l' interesse per gli esseri umani, i loro errori e il loro destino, la parola «umiliazione» pronunciata da Corona aiuterebbe a mettere meglio a fuoco di che cosa si parla, quando si parla di una casa violata.

salone del libro mauro corona salone del libro mauro corona

 

 

2. CON L’ACCETTA CONTRO I VANDALI

Agostino Gramigna per il Corriere della Sera

 

Duemila libri, una stanza dove dormire e una piccola palestra per allenarsi alle arrampicate in montagna. È la casa di Mauro Corona, scrittore, scultore e alpinista. «Piccola ma a portata di tutto. Allungo una mano e posso prendere un bicchiere di vino e toccare una scultura». La casa, dice lo scrittore, «dove un uomo di 67 anni ha il diritto di vivere l' intimità e la propria pace».

Mauro Corona è molto scosso, anche se ha ritrovato la ragione. Perché due notti fa, lo ammette, l' aveva smarrita.

 

MAURO CORONA MAURO CORONA

Aveva ceduto all' impulso. «Li avrei macellati, lo scriva pure, macellati. Se li avessi beccati».

Lo scrittore e scultore vive a Erto, un piccolissimo borgo sopra Pordenone. Domenica, verso le tre di notte, alcuni giovani hanno sollevato una sua scultura in bronzo che si trovava fuori dalla sua abitazione e l' hanno scaraventata sulla vetrata. Corona era sveglio e quando ha sentito il vetro andare in mille pezzi è uscito con un' ascia e li ha inseguiti. Non li ha raggiunti perché era scalzo.

 

Corona, certe cose le ha dette a caldo. È pentito?

«Di nulla. Sì, li avrei massacrati, macellati. Vigliacchi. Giovani degenerati».

 

Vandali?

«Sarebbe un termine nobile per questi. Sono molto peggio, nichilisti del terzio millennio, degenerati, che non sanno cosa farsene della loro vita. Maleducati e strafottenti».

MAURO CORONA MAURO CORONA

Macellati. È un' affermazioni forte. Choccante, detta da un intellettuale.

«Non possono entrare a casa mia e fare quello che vogliono. Non possono violare la mia intimità. Li avrei macellati e non mi sarei appellato alla legittima difesa. Non avrei chiesto lo sconto di un solo un giorno di galera, non avrei chiesto il perdono».

 

In passato lei è stato condannato a otto mesi. Ha fatto le sue bravate.

«Vero, otto mesi per caccia fraudolenta e ubriachezza. Ma mai contro qualcuno. La casa è la mia vita, la vetrata è ciò che avevo, il confine tra la mia intimità e l' esterno. Mia figlia è ancora terrorizzata. Se penso a quello che avrei potuto fare mi si gela il sangue. Ma come vengono allevati questi ragazzi? Barbari calati anche nei piccoli paesini di montagna. Barbari che scendono e distruggono tutto, fanno baldoria, risse, nessuno li ferma».

 

Sandro Veronesi e Michele Serra Sandro Veronesi e Michele Serra

Lei è un uomo di sinistra.

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«Sì, ma ora ragiono come uno di destra. Ho un fucile di mio padre, è scarico, non posso mettere i proiettili. Ma le assicuro che se quella notte avessi avuto l' arma carica, avrei sparato».

Salvini sarà solidale.

«Non me ne frega niente dei politici, pronti solo a raccattare qualche voto. Qui siamo di fronte a un vuoto esistenziale».

Non tutti i giovani sono così.

«Ma questi sì. Sono nella mia casa, mi sfasciano tutto e cosa dovrei fare? Derubricare a ragazzata? E magari sentirmi dire da uno dei loro genitori che siamo stati tutti giovani?».

 

Ha qualche ricetta?

«Ho scritto un libro sul bere sano, provato a fare dei corsi di arrampicata ma a questi giovani non gliene importa nulla. Solo tatuaggi e occhialini. La politica non s' è accorta di nulla. La vera droga è questa propensione dei giovani a fregarsene della società. Un male, un contagio che sembra non avere fine».

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