Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
ATTACCO SVENTATO A TRUMP AL WEST PALM BEACH
La falla, anche questa volta, è stata nel perimetro. A Butler, in Pennsylvania, Thomas Crooks aveva potuto piazzarsi sul tetto di un edificio lasciato incustodito. A West Palm Beach Ryan Routh si è avvicinato a Donald Trump perché non tutto il campo da golf era presidiato. E questo porta ovviamente nuove polemiche sugli angeli custodi.
Al Secret service spetta il compito di creare una «bolla» per tutelare la personalità agli eventi e quando si sposta in corteo. Un cerchio ampio allontana le potenziali minacce ma richiede un alto numero di agenti. Che non bastano mai. In Florida, i funzionari si sono limitati alla difesa ravvicinata e per fortuna la «guardia» ha funzionato grazie alla reazione rapida della scorta.
In realtà sarebbe servito isolare l’intero complesso, «trattamento» che però viene riservato solo al presidente. Ora, infatti, è stato deciso di estenderlo anche a The Donald e ciò comporterà la necessità di avere altri uomini sul terreno.
Chissà che non chiedano aiuto al Pentagono. Proprio dopo la sparatoria di Butler, era stato annunciato un futuro supporto dell’esercito per accrescere il contingente a garanzia dei «Vip», un ruolo di fiancheggiamento dei federali, non certo un impegno diretto.
[…] serve un secondo elemento: il coordinamento tra i diversi corpi di polizia coinvolti nella missione. Al fianco del Secret Service […] intervengono i dipartimenti locali. Pattuglie, tiratori scelti, squadre cinofile, Stradale. Uno schieramento in apparenza robusto, a patto di una perfetta sincronizzazione delle mosse. Il ferimento del tycoon ha dimostrato che non tutto funziona in modo automatico.
Nelle riunioni preparatorie i responsabili della sicurezza avevano individuato la criticità del capannone impiegato da Crooks come postazione, era previsto che fosse sorvegliato da agenti locali e avevano anche pensato di stendere grandi bandiere e altre strutture in modo da schermare il palco. Il giorno del comizio, però, si sono accorti che alcune delle disposizioni non erano state attuate.
Per errore, per mancanza di personale. Così si è aperto il varco nel perimetro. Inoltre, il sistema di comunicazione tra Secret e i colleghi locali ha evidenziato problemi tecnici, creato ritardi che potevano essere fatali al candidato repubblicano. Solo dopo quell’attacco sono stati aggiunti grandi pannelli anti-proiettile davanti al podio dove sarebbe apparso Trump il quale aveva respinto l’invito a rinunciare a incontri all’aperto.
Gli agenti devono pensarle tutte. Perché se loro «studiano» con attenzione l’area di impiego, lo stesso fanno i potenziali aggressori. Con i secondi in vantaggio sui primi in quanto possono scegliere il punto migliore (o più agevole) per avvicinarsi al target. In qualche caso dedicano mesi alla pianificazione del loro gesto. Thomas Crooks andava al poligono, si era procurato il materiale «logistico» necessario, aveva fatto ricerche.
Vedremo cosa scopriranno le indagini su Routh, un uomo con precedenti e dal profilo contorto, dotato di un Kalashnikov ottenuto illegalmente, riuscito a intrufolarsi tra le «buche» del sito e, forse, informato sulla presenza di Trump. Secondo le indiscrezioni è rimasto nella zona per quasi 12 ore: sapeva che sarebbe arrivato o cercava un’opportunità? […] L’attentatore può avere letto tutto ciò che è apparso sui media e social a proposito del miliardario. Già il 18 agosto un articolo sul Washington Post segnalava come The Donald fosse troppo esposto sul campo di West Palm Beach […] In queste ore non sono neppure mancate ipotesi sulla presenza di una presunta «talpa» nello staff. […]
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