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1 - È ERDOGAN AD AIZZARE TUTTO L’ISLAM CONTRO DI NOI
Filippo Facci per “Libero quotidiano”
Recep Tayyp Erdogan ha infinite facce che presenta, ogni volta, come l' unico e orgoglioso volto della Turchia, ottenendo tutto quello che vuole con ricatti diplomatici e militari e che scivolano morbidi come scimitarre nel burro.
notre dame a nizza dopo l attentato
Il burro siamo noi Occidente - sta facendo eccezione una signora Francia - che trattiamo questa Turchia coi guanti come se fosse uno staterello lontano e non bussasse alle nostre porte con rancori secolari mai sopiti, e come se non si trattasse di un altezzoso neo stato «forte» che di recente ha abrogato la democrazia in venti minuti, oltre ad aver detto e fatto altre mille cose gravi: compreso l' aver palesemente fomentato le violenze in Francia - ufficialmente condannate, of course - e più che mai intenzionato a tenere alta una generica difesa dell' Islam che sembra anche funzionale all' affermazione degli interessi geopolitici di Erdogan e all' espansione della sua influenza in Asia e nel Mediterraneo.
SCONTRO CON PARIGI
La Francia? Non è un problema di vignette: Turchia e Francia, da tempo, se le suonano sulla Libia, sul Mediterraneo Orientale, sulla regione armena del Nagorno Karabakh (attaccata dall' Azerbaigian) dove Erdogan sta perfezionando un odio per gli armeni che è perfettamente sovrapponibile a quello di Hitler per gli ebrei.
ERDOGAN NELLA COPERTINA DI CHARLIE HEBDO
Erdogan, in fin dei conti, nei giorni scorsi ha urlato e sbraitato come infinite altre volte, ma in Francia ci sono stati dei morti: e allora ce ne siamo accorti. E ci ricordiamo che pochi giorni fa, in un discorso presidenziale ad Ankara, Erdogan ha denunciato «l' islamofobia» quale «peste dei Paesi europei» che sono «i veri fascisti, eredi dei nazisti», ci ricordiamo che ha invitato a boicottare i prodotti francesi, e che a Emmanuel Macron ha dato di squilibrato mentale.
Ma solo perché Macron ha reagito: Erdogan, a ben vedere, ne ha avuto per tutti. Persino per gli Stati Uniti e per la Nato, di cui la Turchia fa parte: a metà ottobre, dopo la minaccia di sanzioni americane per il primo test del sistema anti-aereo S-400 (acquistato dalla Russia), Erdogan ha risposto pubblicamente così: «Applicatele pure, noi non siamo uno Stato tribale, siamo la Turchia».
le strade di nizza dopo l attentato
Loro sono la Turchia, e alla Turchia, non fosse chiaro, importa zero se non entrerà nell' Unione europea: in compenso, da tempo, agita questa esclusione come uno spauracchio, come una prova del grande pregiudizio contro l' Islam e contro la «umma» di cui Erdogan è divenuto leader fondamentalista in giacca e cravatta. Uno che, nel 2016, disse che uomini e donne non possono ricoprire le stesse posizioni «per natura e per indole».
La figlia di Erdogan, Summeyye, erede politica, in compenso dice che compito dell' uomo è «portare il pane a casa e mantenere la moglie e i figli», sicché è giusto che «alle figlie spetti una quota minore di eredità». La moglie di Erdogan, Emine, invece sostiene che la donna «è soprattutto madre» e che le turche dovrebbero trarre «ispirazione» dagli harem «che preparavano le donne alla vita» (non è chiaro quale, visto che le concubine erano praticamente incarcerate) e comunque le due, figlia e moglie, girano entrambe a capo coperto.
emmanuel macron a nizza dopo l attentato
Diceva questo, Erdogan, mentre incassava altri tre miliardi di euro nel secondo anniversario dell' accordo Ue-Turchia sui migranti, lo diceva mentre faceva il pesce il barile sull' Isis, ed esportava armi in Siria (prima di invaderla) e continuava a negare il genocidio turco degli armeni che ispirò Hitler, e di passaggio chiudeva giornali, incarcerava giornalisti e scrittori, censurava internet, e lasciava scrivere, nei suoi libri di Storia, che l' America la scoprirono i musulmani nel 1178: non Cristoforo Colombo.
Che c' è di strano - domanda - se Erdogan diventa un riferimento internazionale per squilibrati con la decapitazione facile? L' abbiamo sempre trattato come una simpatica canaglia. A destra, leghisti a parte, c' era Berlusconi che lo adorava e che vedeva tutto in chiave amicale-commerciale; a sinistra mediamente se ne fregavano (comunisti a parte) e lasciavano che la linea la dettasse Romano Prodi o, da premier, quel Mario Monti che nel 2012 ancora auspicava l' ingresso turco nella Ue. Intanto il «sultano» si faceva costruire un palazzo megalomane da 800 milioni di dollari (cercatelo su internet, roba da Mille e una notte) e irrideva le lagnanze di chi faceva notare che stava reprimendo col pugno di ferro ogni protesta anti-governativa.
LUPI GRIGI E SOLITARI
Ora, nei suoi comizi, non c' è una volta che Erdogan non cerchi di intestarsi ogni protesta del separatismo islamista: non tanto in casa sua, dove il «sultano» regna incontrastato con un partito che si chiamava «islamico» anche se il Paese è attanagliato dalla crisi economica; non tanto nel cuore di quei «Lupi grigi» che in Turchia rappresentano il nazionalismo e la xenofobia fascista verso le minoranze: semmai nel cuore dei lupi solitari che ogni tanto si svegliano e ammazzano qualcuno, se possibile lo decàpitano.
Come proclamò Erdogan nel 1998: «Le moschee sono le nostre caserme, le cupole i nostri elmetti, i minareti le nostre baionette, i fedeli i nostri soldati». Per questa frase, ai tempi, Erdogan fu arrestato per incitamento all' odio religioso. Oggi è il sultano.
2 - ELY KARMON: «DIETRO I KILLER L'OMBRA DI ANKARA ORA SI RISCHIA UN'ONDATA DI ATTACCHI»
Chiara Clausi per “il Giornale”
polizia entra nella chiesa di nizza
Gli attentati di ieri a Nizza, Avignone e Gedda sono l'apice dello scontro che si consuma da giorni tra Turchia e Francia dopo la pubblicazione da parte di Charlie Hebdo di una vignetta satirica che sbeffeggia il presidente Erdogan che ha reagito con un tweet di fuoco, in francese: «Siete dei bastardi, figli di cani».
Ma secondo Ely Karmon, analista dell'Istituto internazionale per l'antiterrorismo di Herzliya in Israele non ci sono dubbi: «C'è la mano della Turchia dietro questi attacchi. Gli jihadisti hanno attaccato prima Charlie Hebdo, hanno decapitato il professore Samuel Paty, e ora sgozzato due donne in una chiesa. É un attacco con un significato simbolico. Contro la Francia e cosa rappresenta. Uno Stato molto liberale dove c'è una netta divisione tra Stato e chiesa».
protesta a tel aviv di arabi contro macron
Questi attentatori sono lupi solitari?
«No, sono parte di una famiglia, hanno un giro di amici, sono connessi tra loro. Al Qaeda ha una infrastruttura e un network che usa per la propaganda, utilizza anche social come Twitter. Il killer del professore dopo la decapitazione lo ha fatto.
protesta a istanbul contro macron
Al Qaeda vuole convincere chi legge la sua propaganda di uccidere quanti più infedeli possibile, con il machete, con una macchina, con un camion. Vuole soprattutto plasmare e arruolare le nuove generazioni di musulmani in Europa perché ha perso la guerra in Siria e Iraq e convincerli che sono martiri».
Cosa dovrebbe fare Macron?
«Deve prendere decisioni contro queste infrastrutture. Erdogan è già penetrato in Francia: 150 dei 300 più importanti imam in Francia sono di origine turca. Turchia e Qatar supportano moschee, associazioni caritatevoli in Inghilterra - è uscito di recente uno studio - ma fanno lo stesso in Francia.
santa sofia torna moschea la cerimonia in diretta con erdogan
Il presidente francese ha già fatto dei discorsi molto forti contro l'estremismo islamico e messo in prigione centinaia di jihadisti e ha preso delle decisioni per combattere la loro propaganda. Non mi sorprenderebbe se l'ala destra francese attaccasse qualche moschea».
Come avviene la radicalizzazione?
emmanuel macron a nizza dopo l attentato 1
«La radicalizzazione è un processo, a volte breve. Magari un futuro terrorista vede dei filmati dell'Isis sui media jihadisti in cui i comportamenti, comprese le decapitazioni di massa, sono inferte anche ai musulmani, e sono presentate come la santa punizione degli infedeli. È iniziato in Iraq nel 2014 con Abu Musab al-Zarqawi il fondatore di quello che in seguito divenne Isis».
Può rilanciarsi lo jihadismo?
«Con la propaganda, l'educazione, la radicalizzazione religiosa, la formazione e l'azione».
Invece qual è la strategia di lungo periodo di Erdogan?
«Erdogan punta a radicalizzare i musulmani di Francia. Ha trasformato Santa Sofia in una moschea, vuole liberare al-Aqsa, controllare il radicalismo sunnita, promuovere il suo sogno neo-ottomano e diventare il leader dei sunniti nel mondo».
erdogan felice mentre bombarda i curdi
Ma esiste uno scontro su altri fronti con la Francia
«La Turchia vuole espandersi in Grecia, Cipro, appropriarsi delle risorse energetiche del Mediterraneo orientale, avere influenza in Libia dove appoggia al-Sarraj, invece la Francia Haftar. Anche nel Nagorno-Karabakh Parigi appoggia gli armeni e Ankara gli azeri».
Cosa pensa del ruolo dell'Europa in questi avvenimenti?
«Penso che ci sia il pericolo che questi attacchi primitivi e a bassa tecnologia, con coltellate, possano svilupparsi in un'ondata di attacchi imitatori sull'esempio di quanto accaduto in Israele nell'autunno 2015. Le forze dell'ordine europee dovranno trovare gli strumenti operativi per sfidare questa minaccia».
Cosa pensa di Erdogan?
«Attacca anche altri musulmani, i curdi, usa gli jihadisti in Libia, Somalia, in Nagorno-Karabakh. Chiama Angela Merkel nazista. Perché noi non potremmo criticare lui e l'islam?».
polizia entra nella chiesa di nizza 1
attentato a nizza 3 attentato a nizza 4 attentato a nizza 1 INDONESIA - FOLLA CONTRO MACRON bandiere francesi e immagini di macron bruciate a ramallah erdogan 2 protesta a istanbul contro macron recep tayyp erdogan ERDOGAN A SANTA SOFIA attentato nizza