Estratto dell’articolo di C. Moz. per “il Messaggero”
Non c'era pasta o farina o qualsiasi altro tipo di prodotto che pure si spedisce dagli uffici postali e ancor meglio con le società di corrieri. Dentro quei 15 pacchetti, adagiati nel porta bagaglio, era nascosta della droga.
Nello specifico: 1,2 chili di hashish e 200 grammi di marijuana già suddivisi in dosi monouso e pronti per essere spacciati. E se i carabinieri, insospettiti dal quel veicolo, non l'avessero poi fermato, probabilmente quei pacchetti sarebbero "partiti" chissà per dove.
Non è uno stratagemma nuovo ma di certo è tornato di "moda" complice anche quel cambio di passo sullo spaccio indotto dalla pandemia da Covid-19. Ed ecco allora che la droga, quella che serve per tenere su uno spaccio settimanale o mensile viene spedita come fossero pacchi di pasta o confezioni di shampoo e profumi.
Del resto è tutto molto semplice, facile e bypassa ogni controllo: nessuno di fronte ad un pacchetto da spedire anche Roma su Roma lo apre per vederne il contenuto e pure se il pacco, una volta partito, poniamo per altre città o addirittura Paesi venga poi intercettato a chi mai potrebbe essere attribuito se l'indirizzo del mittente non c'è o è fasullo e se il destinatario è magari un civico di un discreto complesso popolare?
panetti di hashish marchiati covid 2
[…] I carabinieri della Compagnia di Frascati ad esempio hanno fermato un italiano, alla periferia est della Capitale, già conosciuto perché con trascorsi specifici alle spalle. Stava trasportando 15 pacchetti ognuno perfettamente confezionato, mancavano solo le etichette con il destinatario o i destinatari. Non è la prima volta che le forze dell'ordine si imbattono in casi del genere. Molte "spedizioni" sono spuntate fuori anche in recenti inchieste. […]