Maria Egizia Fiaschetti per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”
Politici, vip, modelle. La polenta con Julia Roberts al Notorious e i ministri della Prima Repubblica, da Gianni De Michelis a Claudio Martelli e Renato Altissimo. Una vita da arbitro all'ingresso dei club, in una Roma edonista e festaiola che sembra appartenere a un'altra era geologica rispetto alla decadenza degli anni Duemila, ancor prima che arrivasse la pandemia. Carmelo Di Ianni, 63 anni vissuti al massimo, è stato il decano dei buttafuori: «Mi sono inventato un lavoro, da ex poliziotto capivo subito chi poteva entrare e chi no».
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Il 28 gennaio 1982 era tra gli uomini dei Nocs che liberarono il generale della Nato James Lee Dozier, rapito dalle Brigate Rosse a Verona. Sul blitz venne poi aperta un'inchiesta, gli agenti furono accusati di aver torturato i brigatisti per costringerli a parlare e Di Ianni, insignito della seconda onorificenza del governo americano, decide di lasciare la polizia: «Frequentavo già i locali e conobbi Beatrice Iannozzi (proprietaria del Jackie O', ndr). Era rimasta vedova e le facevo da guardia del corpo. La notte la riaccompagnavo a casa, all'Olgiata, ed è nata una storia d'amore».
Nell'83, con l'apertura dell'Histeria in via Ruggero Giovannelli, Di Ianni si reinventa come responsabile della sicurezza: «Intuisco al volo chi ho davanti, da come parla e come si veste. All'epoca era diventata una barzelletta, quando alla porta si radunavano troppi uomini gli tiravo giù i pantaloni ed entrava solo chi non aveva i calzini bianchi».
Nei locali ha incrociato il jet set internazionale, collezionando aneddoti che sono materiale da romanzo (nel suo curriculum vanta una quarantina di film, l'ultimo sul pugilato, regia di Ricky Memphis): «Una sera al Notorious Maradona si nascose dentro la mia cabina, sapeva che sarebbe arrivato Pelè ed era intimidito... Li ho fatti incontrare io, un turista ci ha visti e ci ha fotografati».
Nel 2007 si trova coinvolto in una serie di arresti per spaccio e favoreggiamento della prostituzione all'interno del Club 84: «Mi sono fatto un anno dentro ma i veri soci non figuravano, non sapevo fossero persone poco raccomandabili. Per essere scagionato volevano che parlassi, ma non me la sono sentita di fare il pentito. È stato un periodo duro, ho perso tutto e ho dovuto ricominciare da zero ma quando sono uscito ho ritrovato lo stesso affetto».
Adesso è di nuovo al Jackie O', dove tutto è iniziato: «Come è cambiata la notte? Senza eventi ormai in via Veneto non viene più nessuno. Dall'82 al '95 è stato fantastico: modelle, attori, deputati, sportivi... Prima non c'erano le risse, ora i ragazzi bevono in macchina, si drogano, se provi a portarli fuori ti minacciano di denuncia».
Da ex boxeur - dopo gli esordi all'Audace è stato allievo di Carmelo Paris all'Indomita - nell'ultimo ruolo cinematografico che ha da poco finito di interpretare è tornato alle origini: «Ero nella Nazionale di pugilato, poi mi sono rotto una mano...».
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