Ben 80 scatti che ritraggono Roma nella fotografia delle origini, in un viaggio appassionato che ripercorre tecniche e sperimentazioni “primitive”, sono passate sotto al martelletto di Lempertz a Colonia. Una collezione unica nel suo genere – spiegano gli esperti – assemblata da Orsola e Filippo Maggia nel corso degli anni per catturare con gusto i tesori della Città Eterna.
Ed eccoci allora, diamo uno sguardo da vicino. Si tratta di vedute rare, preziose, che immortalano la Capitale tra il 1840 e il 1870; e la fissano così, cristallizzata attraverso i secoli, con quelle architetture e quegli scorci sempre – da sempre – riconoscibili. L’incanto di Lempertz è un susseguirsi di Storia, dal Foro Romano, Tempio di Giove e Arco di Settimio Severo di Frédéric Flachéron (stima: € 2000 – 2.500) allo Studio di colline e vegetazione, Campagna Romana di Giacomo Caneva (stima: € 4.000 – 5.000) al Tempio della Fortuna Virile di Eugène Constant (Stima: € 2.000 – 2.500).
Sembra di essere lì, a passeggiare tra le antichità di Roma, catapultati all’improvviso nella seconda metà dell’Ottocento.
A chi erano destinati questi scatti? Chi erano i “collezionisti tipo” di queste vedute? Soprattutto gli artisti e il pubblico borghese, dicono da Lempertz, quei viaggiatori e turisti che facevano tappa a Roma per l’irrinunciabile Grand Tour: «Fino circa alla metà del secolo i numerosissimi pittori e incisori fornivano direttamente il materiale artistico richiesto da turisti e viaggiatori.
A partire dal 1839, anno di invenzione della fotografia, questa nuova forma artistica prende piede velocemente e diventa il mezzo più adatto per la creazione di rappresentazioni fedelissime nei dettagli e topograficamente corrette».
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