L’EUROPA MANDA L’ITALIA DIETRO LA LAVAGNA - LA COMMISSIONE EUROPEA HA DEFERITO L’ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER NON AVER FERMATO L’“USO ABUSIVO DI CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO” A CONDIZIONI DISCRIMINATORIE NELLE SCUOLE: A FINIRE NEL MIRINO SONO GLI STIPENDI DEGLI INSEGNANTI CHE LAVORANO NELLE SCUOLE PUBBLICHE ITALIANE E SONO ASSUNTI A TEMPO DETERMINATO. LA LORO RETRIBUZIONE NON PREVEDE UNA PROGRESSIONE SALARIALE E…

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Estratto dell’articolo di Bruno Gaetani per www.open.online.it

 

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La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver posto fine all’«uso abusivo di contratti a tempo determinato» e a condizioni discriminatorie nelle scuole. A finire nel mirino dell’esecutivo comunitario, e ora anche dei giudici di Lussemburgo, sono gli stipendi degli insegnanti che lavorano nelle scuole pubbliche italiane e sono assunti a tempo determinato. I loro contratti, spiega la Commissione europea, «non prevedono una progressione salariale» basata sugli anni di servizio. E questo, continua la nota dell’esecutivo Ue, costituisce una vera propria discriminazione rispetto a chi è assunto a tempo indeterminato.

 

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La questione relativa agli insegnanti precari è solo una delle questioni su cui Bruxelles critica l’Italia. L’altra ha a che fare con «l’uso abusivo di contratti successivi di lavoro a tempo determinato» per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole pubbliche. Lo Stato italiano è accusato di aver violato le normative europee sul lavoro a termine e la Commissione ritiene che «gli sforzi delle autorità sono stati finora insufficienti».

 

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La procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia è stata aperta dieci anni fa, ma solo oggi la Commissione europea ha deciso di procedere allo stadio successivo, ossia deferire lo Stato italiano alla Corte di giustizia Ue. Una decisione che i sindacati si aspettavano da tempo. […]

il Partito democratico, che si dice «molto preoccupato» e invita il ministro Giuseppe Valditara a intervenire. «Nel 2017, grazie al lavoro del Pd , avevamo predisposto delle norme che avrebbero garantito di ridurre progressivamente il numero dei docenti precari, attraverso un sistema di formazione e reclutamento ben strutturato contestuale a una serie di concorsi volti alla stabilizzazione del personale.

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Purtroppo, per ragioni ideologiche e di bandiera, quel sistema è stato abolito dal ministro leghista Bussetti e da allora la destra non è stata in grado di elaborare alcuna proposta alternativa», ricorda Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd. La deputata dem poi aggiunge: «Dopo gli impegni solenni e le promesse estive del ministro Valditara sulla risoluzione del precariato, vorremmo conoscere le proposte del governo per affrontare un tema che anche quest’anno sta pesantemente incidendo sul buon avvio dell’anno scolastico».

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