Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"
L' immagine che racchiude tutta la bellezza della Costiera amalfitana rappresenta anche tutta la fragilità di questo territorio. Non è soltanto il mare a incantare: è il contrasto tra lo specchio d' acqua e il costone di roccia viva che lo domina. Un contrasto che emoziona chiunque si trovi ad attraversare quella striscia d' asfalto sospesa a metà altezza tra la montagna e il mare: la statale 163, che da circa due anni è stata inserita dal sito dangerousroads.org tra le strade più pericolose del mondo.
Oggi, nel tratto che passa proprio sul lungomare di Amalfi, la statale non c' è più, e non c' è più nemmeno un pezzo del costone: dopo quattro giorni di pioggia continua si è sbriciolato, ha invaso la strada sottostante e i massi sono precipitati fino alla spiaggia dei Cavalieri.
L' altra mattina, poco prima della frana, era passato un bus pieno di studenti. Questioni da sliding doors : sarebbe bastato un piccolo intoppo tre o quattrocento metri più dietro, oppure una manovra fatta magari con maggiore lentezza dall' autista, e quello che oggi è un disagio e un problema di viabilità sarebbe stato una strage.
Ma se il caso stavolta ha evitato lutti (nel 1997 un episodio analogo sul tratto sorrentino della costiera provocò sei morti) per gli abitanti di Amalfi, Positano, Cetara, Vietri sul Mare, Conca dei Marini e dei tantissimi altri centri della zona è iniziato per l' ennesima volta il calvario dell' isolamento, dell' impossibilità di muoversi in autonomia.
Gli studenti, che l' altro giorno erano appena tornati in classe, hanno dovuto ricominciare con la didattica a distanza, cui per la prima volta si fa ricorso per questioni diverse dal Covid. E chi, per lavoro o per altri motivi, deve necessariamente spostarsi può farlo soltanto via mare.
È stato necessario organizzare in fretta collegamenti straordinari con traghetti che già martedì hanno consentito a quegli studenti di tornare a casa, e che ancora continuano a fare la spola tra i due lati della frana, imbarcando e sbarcando passeggeri che altrimenti non avrebbero modo di muoversi.
E i disagi non finiscono qui.
Nove persone abitanti nel rione San Biagio, quello maggiormente coinvolto dalla frana e dove ieri sono stati annullati i festeggiamenti per la ricorrenza del santo patrono, hanno dovuto lasciare le loro case. Molto più ampio, invece, è il problema dell' acqua: la frana ha spaccato in più punti le condutture, ed è stato necessario prevedere la sospensione dell' erogazione idrica non soltanto ad Amalfi ma anche a Vietri e nei comuni vicini.
Il sindaco Daniele Milano, che ha firmato l' ordinanza per il ripristino della didattica a distanza, ha anche attivato H24 il centro operativo comunale e, insieme con Protezione civile e autorità sanitarie, ha potenziato il servizio di assistenza medica d' emergenza con due ambulanze in più, in modo da coprire le zone in entrambi i lati della frana.
E se ora il presidente della Regione De Luca parla della necessità di realizzare al più presto sul costone «un viadotto di un centinaio di metri», aggiungendo che «servono anche vie di fuga che ci consentano di non rimanere isolati in caso di dissesto idrogeologico», la Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, ha aperto un fascicolo per disastro colposo e ha affidato a un consulente tecnico e ai carabinieri il compito di verificare se esistono responsabilità per il crollo del costone.
Bisognerà innanzitutto accertare se è vero, come si è detto in queste ore, che recentemente quel tratto di strada era stato oggetto di interventi di manutenzione, oppure se - come ha dichiarato al Mattino l' assessore alla viabilità del Comune di Amalfi, Francesco De Riso - i lavori hanno interessato un altro tratto della costiera, e comunque erano operazioni di «pulizia sommaria della strada».
Quello che invece è certo è che il dissesto idrogeologico in questa zona è un problema antico: dal 1899 ad oggi le frane sono state trentaquattro, dieci delle quali soltanto nel 1998, sette l' anno precedente e otto nel 1924.