Estratto dell'articolo di Paolo Virtuani per il "Corriere della Sera"
Quarant’anni di dati, ora per ora, dal 1 gennaio 1985 al 31 dicembre 2023, per 108 capoluoghi di provincia italiani analizzati. Un lavoro imponente, realizzato dai meteorologi de iLMeteo.it in esclusiva per il Corriere — che oggi pubblichiamo qui sul quotidiano e in contemporanea sul sito www.corriere.it con schede e format interattivi —, che fondamentalmente ci dice una cosa: in Italia fa molto più caldo rispetto a 40 anni fa e la proiezione sul 2030 ci mostra che quella che oggi è considerata un’anomalia diventerà invece la normalità.
«Negli ultimi 40 anni abbiamo registrato temperature in costante aumento, con un’impennata negli ultimi cinque anni», spiega Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it , tra gli autori del rapporto insieme a Mattia Gussoni.
Il metodo L’esito della ricerca, basata sulla raccolta di 185 milioni di dati e articolata attraverso cinque parametri — temperatura media annuale, anomalia della temperatura media mensile, notti tropicali, ovvero quando la minima non scende mai sotto i 20 gradi, giorni di gelo e caldo estremo — è in effetti impressionante: in Italia è come se fosse ormai sparito il freddo.
[...] Analizzando i dati in profondità, si scopre che il capoluogo che ha fatto registrare il maggiore aumento della «temperatura media annuale» è Rieti, che è passata da un valore di circa 13 gradi negli Anni 80 a oltre 17 ai giorni nostri, con un incremento di ben 4 gradi centigradi. La città laziale è seguita da Forlì, Reggio Emilia, Cuneo (passata da 9,6 °C a 12,5) e Parma.
Per quanto riguarda le grandi città, Torino con +2,2 gradi è al 19° posto dell’elenco dell’incremento delle medie annuali (da 12,8 a 15 gradi), Milano 36ª con +1,9 °C, Roma 41ª con +1,8, Napoli e Firenze oltre la 70ª piazza con +1,3 °C.
Invece, se si analizzano le medie mensili, il mese più «anomalo» è giugno: l’estate inizia sempre prima e finisce più tardi, ormai dura almeno 5 mesi: il mare immagazzina più calore — lo scorso inverno era già 4 gradi sopra la media — con il risultato che giugno registra in certi casi fino a 8 gradi in più rispetto al periodo di riferimento. Nel dettaglio sono proprio gli anni dal 2015 in avanti a registrare le anomalie più forti (calde): un segno inequivocabile di un cambiamento climatico in atto che sta già presentando il conto in molte delle nostre città.
Notti calde Si arriva a uno degli indicatori più emblematici, quello delle notti tropicali, che — come sottolinea Tedici — «hanno avuto un incremento esponenziale». «Bergamo è la città dove sono aumentate di più: da 8 nel 1985 (mediamente) a 62 negli anni Venti del nostro secolo. A Milano di media da 21 a 71 (nel 2023 sono state 65, la proiezione è di 80 nel 2030), a Roma da 51 a 84: significa tre mesi interi con temperature minime che non scendono mai sotto i 20 gradi.
A Padova di media si registrano oggi 44 notti tropicali in più rispetto agli anni 80; a Bologna +31. A Napoli nel 1985 furono 48, nel 2023 sono arrivate a 93». Forte incremento anche del caldo estremo, ossia i giorni con temperature massime superiori ai 35 gradi: a Firenze si è passati da 7 giorni negli anni ottanta ai 26 medi attuali, a Bolzano da uno a sette, il record a Caltanissetta: +27.
L’aumento delle notti tropicali e dei giorni di caldo estremo va di pari passo con la diminuzione dei giorni di gelo (minima inferiore a zero): a Milano erano 47 nel 1985, sono stati 14; a Roma da 25 a uno all’anno. «La tendenza dice che nella Capitale nel 2030 il termometro non andrà più sotto lo zero». L’area più colpita è comunque il Nord, dove le giornate di gelo localmente si sono ridotte del 60-70% rispetto agli Anni 80.
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