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Estratto dell’articolo di Marco Carta e Giuseppe Scarpa per www.repubblica.it
PORTA DELLA CLINICA PRIVATA DOVE E STATA OPERATA MARGARET SPADA
Un pannello di legno, una scatola di Ikea appoggiata al muro. E la scritta beffa sulla porta: “Lavori in corso”. Volevano nascondere il sequestro disposto dalla procura di Roma. E così i titolari dello studio medico finiti sotto indagine per la morte della 22enne Margaret Spada hanno pensato bene di coprire i sigilli affissi dai carabinieri del Nas con un cartoncino bristol giallo in cui la chiusura viene giustificata per presunti lavori in corso all’interno del locale.
Nell’ambulatorio chirurgico, dove la 22enne si era recata per un intervento di rinoplastica, non sarebbe stato trovato alcun documento, cartella clinica, consenso informato né registrazione, relativi all’intervento. Eppure il viavai di giovani, attirati dalle pubblicità sui social era continuo come testimoniano i dirimpettai del secondo piano. […]
Al numero di telefono riportato sulla pagina Instagram dello studio, che si trova tra la Laurentina e l’Eur, risponde una voce femminile, che respinge al mittente tutte le accuse: “Vi state sbagliando, il dottore non c’entra niente. Vi state sbagliando tutti, stiamo ricevendo diecimila chiamate, ma poverino lui non c’entra niente. Indagate meglio”. Tuttavia, nel fascicolo aperto dal pm di Roma Erminio Amelio, il titolare dell’ambulatorio risulta essere indagato insieme al figlio con l’accusa di omicidio colposo.
"La famiglia, i genitori, la sorella in questo momento sono circondati dall'affetto di tante persone e sono chiusi in un silenzio di dolore che non è spiegabile a parole. Chiedono di conoscere circostanze e cause per la morte della figlia". Lo afferma l'avvocato Alessandro Vinci, legale dei familiari di Margaret Spada. […]