Fabrizio Nicotra per “il Messaggero”
Alla fine l'intesa sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri regge, «manca soltanto un numerino» raccontano fonti di governo: si tratta sulla durata dei permessi di soggiorno. L'ipotesi più concreta è che si vada verso una proroga di tre mesi per chi abbia un contratto scaduto da lavoratore stagionale. La trincea dei 5Stelle, sempre più divisi al loro interno, si posiziona sui tempi da concedere ai lavoratori stranieri. Per il resto l'accordo riguarda braccianti, colf, badanti e babysitter immigrati e italiani che oggi lavorano in nero.
IL TESTO
Due i canali di regolarizzazione proposti. Il primo è attivato dal datore di lavoro che - tramite un contratto - fa emergere un irregolare che deve però già trovarsi sul territorio nazionale e deve essere stato fotosegnalato dalle forze di polizia in Italia prima dell'8 marzo scorso. Allo straniero, dopo una serie di verifiche, sarà accordato un permesso di soggiorno valido per la durata del contratto, rinnovabile in caso di nuovi rapporti di lavoro. Il secondo canale è il più controverso. È quello dei tanti stagionali in agricoltura che hanno perso il lavoro o a cui è scaduto il contratto: queste persone potranno avere un permesso temporaneo per cercare lavoro. La battaglia politica è, appunto, sulla durata di questo permesso. E quest'ultimo nodo è rinviato (dopo le riunioni tecniche delle ultime ore) al tavolo tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza.
LE POSIZIONI
TERESA BELLANOVA A MOSCA catalfo
L'incontro che c'è stato ieri a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio e la delegazione di Italia viva è servito a rasserenare gli animi, almeno sul tema delle regolarizzazioni. «Noi continueremo a lavorare per il Paese», dice la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che solo mercoledì aveva minacciato le dimissioni se sul tema dei migranti il governo avesse ceduto ai diktat dei 5Stelle. E anche il vicepresidente della Camera Ettore Rosato parla di un «orientamento positivo» da parte del governo.
Resta l'ultimo passaggio, quello della durata dei rinnovi dei permessi di soggiorno. Bellanova ha chiesto 6 mesi, M5S e la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo parlano di un mese. Alla fine l'intesa dovrebbe portare alla proposta di mediazione dei ministri dell'Interno Luciana Lamorgese e del Mezzogiorno Peppe Provenzano, ovvero i 3 mesi. «Non è questione di piantare bandierine - dice il ministro dem - ma di civiltà». Provenzano, Lamoregse e Bellanova spingono per inserire le nuove norme dentro il decreto-maggio, e così dovrebbe andare.
Ci sono da superare le contrarietà dei grillini, che provano e resistere, ma alla fine la loro battaglia è fiaccata dalle divisioni interne. L'ala destra, guidata da Luigi Di Maio e Vito Crimi, promette battaglia. Difficilmente però i due potranno andare fino in fondo: un po' perché hanno contro gli alleati, un po' perché tutto il gruppo dei parlamentari che fa capo a Roberto Fico è favorevole alla sanatoria. A tarda sera il Blog delle stelle prende atto che la norma si farà e si affretta a precisare: «Il governo sta approntando una apposita misura per i lavoratori stagionali. Lo ripetiamo, l'obbiettivo dell'intervento riguarda i lavoratori stagionali e non l'insieme dei cittadini irregolari».
La vicenda provocherà ancora tensioni dentro la maggioranza e l'opposizione è pronta a sfruttare l'occasione. Tuttavia Matteo Salvini fa un distinguo: «È criminogena la sola idea di regolarizzare centinaia di migranti. Un conto diverso sarebbe prorogare i permessi scaduti di qualche mese ma una sanatoria indiscriminata sarebbe devastante». Il pressing di agricoltori e imprenditori del Nord favorevoli a un intervento del governo, del resto, non lascia insensibile il Carroccio.