Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
Nel Paese chiuso e pressoché immobile causa misure antivirus diminuiscono i reati, com' è naturale che sia. Calano di due terzi, il 64 per cento in meno se si raffrontano i primi 22 giorni di marzo del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Tutti i tipi di reati, a cominciare da quelli «da strada». Tranne per una categoria, che invece si consuma normalmente tra le mura domestiche: i crimini informatici, e in particolare l' adescamento dei minori online .
Sul sito del ministero dell' Interno è comparso un allarme fondato sui dati raccolti dalla Polizia postale, che non si ferma alle denunce (in calo anche su questo fronte) ma si basa su altri sensori; in particolare un monitoraggio del web attraverso algoritmi che consentono di rilevare i traffici che più interessano gli investigatori telematici. Il risultato è che l' obbligo di restare a casa si trasforma in maggior tempo da trascorrere davanti al computer. E «i pedofili che usano i social network per individuare le vittime sfruttano l' attitudine dei più giovani a "postare" larga parte della loro vita pubblica e privata, fornendo così agli adescatori tutta una serie di dati preziosi.
Servizi come WhatsApp, Snapchat, Telegram e quelli di messaggistica istantanea vengono scelti dai pedofili online come territori di "caccia" dove tentare l' aggancio delle potenziali vittime, privilegiando quei social network che rendono tecnicamente più difficile l' identificazione dei "predatori"». Anche i tentativi di truffa telematica sono in aumento, proprio con l' idea di sfruttare l' emergenza: «False raccolta fondi, siti civetta per la vendita di mascherine e prodotti igienizzanti per le mani, oppure la vendita a prezzi aumentati anche del 5.000 per cento».
Attraverso messaggi ben confezionati vengono indicati Iban truffaldini dove inviare soldi, o finti messaggi dell' Organizzazione mondiale della sanità sui dati della diffusione del coronavirus, che una volta aperti scaricano malware in grado di prelevare dati sensibili come quelli delle carte di credito; oppure di rubare i dati di studi professionali per i quali si chiede un immediato pagamento del riscatto in bitcoin.
«Bisogna fare grande attenzione - avverte Nunzia Ciardi, dirigente della Polizia postale e delle comunicazioni - perché ormai queste truffe sono confezionate in maniera efficace e suggestiva, e anche tra le persone più avvedute è facile cadere nella trappola.
Occorre diffidare della propaganda digitale, e verificare sempre ogni informazione che rimanda a raccolte fondi o comunicazioni ufficiali controllando sempre sui siti istituzionali». Come quelli informatici, ci sono altri tipi di reati rispetto ai quali al calo delle denunce certificato dal Viminale non corrisponde - probabilmente - una diminuzione nella realtà.
È il caso dei maltrattamenti in famiglia, che registrano una riduzione del 43,6 per cento (dunque inferiore alla media generale), ma l' obbligo di rimanere a casa, o di tornarci dopo essersi rivolti a polizia o carabinieri, non facilita l' emersione di queste situazioni. Che anzi potrebbero aumentare in virtù della convivenza forzata.
Per altre categorie di crimini, invece, la riduzione è reale, a partire dagli omicidi (- 65 per cento), i furti (-67,4 per cento, quelli in abitazione -72,5) e le rapine (-54,4 per cento). Tuttavia i furti e le rapine nelle farmacie sono tra i reati che calano meno (rispettivamente -13,8 e -24,6 per cento).
Analizzando la realtà delle singole regioni si scopre che tra quelle dove si registra il maggior calo di reati ci sono Lombardia e Veneto, dove le limitazioni alla circolazione sono entrate in vigore prima che altrove; ciò nonostante la Lombardia resta la regione dove sono stati commessi più reati, anche in tempi di riduzione causa virus.