Gaetano Mazzuca per la Stampa
L' area industriale di Catanzaro trasformata in un campo di battaglia. Barricate, auto incendiate e colpi di kalasnikov. Domenica sera mentre tutta Italia attendeva l' esito dei primi exit poll per il referendum costituzionale, nel capoluogo calabrese entrava in azione un commando di rapinatori armati di mitra e con un' organizzazione che gli inquirenti -non esitano a definire paramilitare. Obiettivo del blitz il caveau della Sicurtransport che si occupa di trasporto, scorta e custodia di valori.
La prima stima, ancora non ufficiale, parla di circa tre milioni e mezzo di euro rubati. Almeno 15 i malviventi entrati in azione con il volto coperto da passamontagna.
Sono arrivati nella zona industriale a bordo di auto e di un camion con rimorchio che trasportava una enorme ruspa alta sei metri dotata di un martello demolitore.
Un primo gruppo, dopo aver raggiunto la sede della società, ha tagliato i fili della corrente in tutta l' area e messo in funzione una apparecchiatura in grado di disturbare le comunicazioni radio. I complici intanto mettevano in sicurezza il teatro dell' operazione: una decina di auto rubate sono state messe di traverso e date alle fiamme in modo da bloccare tutte le strade d' accesso.
Le due guardie giurate che si trovavano nella centrale operativa, allarmati dai forti rumori provenienti dall' esterno, hanno visto la scena spaventosa dalle finestre, con fiamme e uomini che seguivano il mezzo pesante. I due vigilanti compreso che non avrebbero potuto opporre resistenza, si sono barricati in un ripostiglio e hanno lanciato l' allarme utilizzando i propri telefoni cellulari.
Pochi istanti dopo è partito l' attacco. Dopo aver divelto il cancello, la ruspa ha sbriciolato la parete esterna del capannone e poi ha frantumato il bunker di cemento armato che fungeva da caveau.
Durante l' operazione gli uomini del commando hanno esploso in aria alcuni colpi di kalasnhikov. Presi i soldi i rapinatori sono fuggiti attraverso una strada sterrata che costeggia il fiume Corace e da qui hanno fatto perdere le loro tracce. Tutta l' operazione sarebbe durata poco più di 10 minuti.
Nel frattempo le pattuglie di polizia e carabinieri tentavano di farsi strada tra le carcasse di auto incendiate e i chiodi a tre teste lasciati sull' asfalto dai malviventi. Quando i primi agenti sono arrivati sul posto i malviventi erano già scomparsi. Dietro di loro avevano lasciato solo macerie. Il camion utilizzato per portare la ruspa era stato incendiato mentre l' intero piazzale della Sicurtransport era invaso dai detriti.
Tra i pezzi di cemento sono stati rinvenuti anche alcuni proiettili. «È stato un inferno - racconta una signora che abita poco distante - non erano ancora le 22 quando abbiamo sentito dei forti rumori. Con mio marito siamo usciti fuori e abbiamo visto colonne di fumo tutto intorno alla zona industriale. Siamo subito rientrati e abbiamo chiamato i carabinieri. Poi abbiamo sentito dei colpi, abbiamo chiuso tutte le luci e siamo rimasti dentro casa. Siamo riusciti quando abbiamo sentito arrivare la polizia».
Le indagini della Squadra mobile e coordinate dal sostituto procuratore Domenico Assumma non escludono alcuna ipotesi. «Lavoriamo con la polizia giudiziaria» è stato il breve commento del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Quanto avvenuto domenica sera a Catanzaro, evidenziano fonti investigative, presenta diverse similitudini con le rapine compiute in Puglia.
Ma la banda ha agito anche mostrando di conoscere il territorio e di sapere dove andare a colpire. Per questo si lavora per verificare eventuali contatti tra il gruppo di rapinatori e la criminalità locale.