SALE A 5.500 MORTI IL BILANCIO PER LE INONDAZIONI IN LIBIA. MA IL NUMERO È DESTINATO A SALIRE DI MOLTO – LE PERSONE DISPERSE SONO PIÙ DI 10MILA, GLI SFOLLATI 30MILA – VIDEO MOSTRANO LE PRIME SEPOLTURE: DECINE DI CORPI IN FOSSE COMUNI SCAVATE DAI SOPRAVVISSUTI – IL DISASTRO ERA ANNUNCIATO: LE DUE DIGHE DI DERNA, LA CITTÀ DI 1OOMILA ABITANTI DISTRUTTA DALLA FURIA DELL'ACQUA, ERANO SENZA MANUTENZIONE DAL 2002 – VIDEO

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1 – LIBIA: INONDAZIONI, BILANCIO SALE AD ALMENO 5.500 MORTI ++

 

(ANSA) - Il bilancio delle vittime delle devastanti inondazioni che hanno colpito la Libia orientale è salito ad almeno 5.500 morti e 7.000 feriti, secondo i servizi di emergenza di Tripoli. Il portavoce Osama Ali ha affermato che non è ancora possibile determinare il numero definitivo delle vittime, con cadaveri che vengono tuttora recuperati dalle aree colpite. Secondo le ultime stime, le persone disperse ammontano a circa 10.000. Gli sfollati sono circa 30.000.

 

2 – LIBIA, DISASTRO ANNUNCIATO: DIGHE SENZA MANUTENZIONE «SI TEMONO 20MILA MORTI»

Estratto dell'articolo di Francesca Pierantozzi per “Il Messaggero”

 

Lungo la costa, il mare di Derna ha cambiato colore, è diventato di fango. Oltre alla terra venuta giù dalle montagne, hanno cominciato a riversarsi sulla riva anche i corpi. Ci sono video che mostrano le prime sepolture: a decine in fosse comuni scavate dai sopravvissuti. […]

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Ieri il Guardian ha citato Abdul Rahim Mazi, direttore del centro medico di Al-Bayda: secondo lui i morti del ciclone Daniel che domenica e lunedì si è abbattuto sulla Libia orientale, sono 20mila. Almeno 30 mila gli sfollati.

 

[…]

 

Tra le vittime almeno 400 stranieri, soprattutto sudanesi ed egiziani. «Il mare scarica costantemente decine di corpi», ha detto al Guardian Hichem Abu Chkiouat, ministro dell'aviazione civile del regime di Bengasi. «Ricostruire - ha detto - costerà miliardi di dollari».

 

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[…]  Le inondazioni si leggono anche nelle immagini dei satelliti: nel deserto sono apparse le macchie azzurre degli acquitrini. La notte tra domenica e lunedì è stata quella dell'inferno, quando hanno ceduto le due dighe sul Wadi Derna che attraversa la città di Derna, 100 mila abitanti, come un canyon.

 

Travolte dalla marea di fango venuta già alle montagne del Jabal Akhdar, le dighe e i ponti sono stati travolti, sommergendo quattro interi quartieri. I primi testimoni dicono di aver sentito «un'enorme esplosione» prima che l'onda si rovesciasse sulla città.

 

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La furia della tempesta è andata ad abbattersi su infrastrutture vetuste e centri abitati costruiti in violazione di qualsiasi regola urbanistica, dopo un decennio di caos politico seguito alla fine dell'era Gheddafi, che ha lasciato la Libia divisa in due, a est il regime del maresciallo Haftar a Bengasi, a ovest, il governo riconosciuto dalla comunità internazionale di Abdelhamid Dbeibah.

 

Le dighe di Derna non hanno potuto opporre nessuna resistenza all'acqua. Secondo il vicesindaco della città Ahmed Madroud, le due strutture non avevano più ricevuto nessuna opera di manutenzione dal 2002.

 

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[…] «Almeno il 20 per cento della città è totalmente distrutto» ha detto il vice sindaco alla tv Al Jazeera. Nei quartieri in cui le costruzioni o le strade non sono state cancellate, i danni sarebbero talmente gravi da essere difficilmente riparabili. Madroud ha confermato che la maggior parte degli edifici erano raggruppati in strade molto strette, vicine al fiume, e che «non erano costruiti molto bene». Solo due strade su sette garantiscono ormai l'accesso da sud alla città, rendendo ancora più difficile il lavoro dei soccorsi. Mezzi sono arrivati anche dal governo rivale di Tripoli, mentre cominciano ad affluire gli aiuti della comunità internazionale.

 

In prima linea l'Italia, che ieri ha inviato due C130 dell'aeronautica militare: effettueranno tre viaggi per trasportare personale dei Vigili del fuoco esperti di rischio acquatico con relative attrezzature di supporto e materiale logistico di prima necessità.

 

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Già partita anche la nave San Giorgio della Marina Militare che raggiungerà oggi l'area di Derna. Se necessario, la Marina Militare è pronta a spostare anche la San Marco. «Vogliamo contribuire fattivamente al pronto ristabilimento di un paese partner e amico» ha detto il ministro degli Esteri Tajani. […]

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