IL SAMBODROMO DI RIO TRASFORMATO IN CENTRO PER LA VACCINAZIONE
Sara Gandolfi per www.corriere.it
Nel Sambodromo da Marquês de Sapucaí, cuore del Carnevale di Rio de Janeiro, sfilano gli ottuagenari dentro le auto, quasi tutti seduti mesti al posto del passeggero. Centinaia di anziani sono stati vaccinati contro il Covid-19 nelle tende montate lungo il viale dove di norma, di questi tempi, ballano le scuole di samba. Quest’anno è andata così. Hildemar Diniz, 87 anni, conosciuto da tutti come Monarco, alza le spalle: «Ora pensiamo alla vita, avremo altri carnevali» proclama. È il presidente della scuola di samba di Portela, una delle più antiche della città, ed è sicuro di avere davanti a sé ancora molti anni per far festa.
Il sindaco di Rio ha aperto ai primi di febbraio il centro di vaccinazioni nel Sambodromo, approfittando del grande viale destinato al passaggio dei carri allegorici e dei ballerini per far sì che gli anziani si mettano in fila nel «drive-through» senza mai scendere dall’auto. «Questo è un luogo di gioia, ma lo è anche oggi perché stiamo esercitando un atto di civiltà» dice Paulo Roberto Machado, un infermiere di 68 anni.
La vaccinazione di massa però va a rilento: in tutto il Brasile, hanno immunizzato poco più del 2% dei 212 milioni di abitanti, ad un mese dalla partenza della campagna. Sott’accusa, ancora una volta, finisce il governo del negazionista Jair Bolsonaro, che non avrebbe dato direttive chiare. E qualche medico, porta ad esempio il passato: «Nel 2010, oltre 80 milioni di persone sono state vaccinate contro l’influenza H1N1 in meno di tre mesi», ricorda all’agenzia Afp il dottor Ethel Maciel, epidemiologo dell’Università dello Stato di Espirito Santo.
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Il Brasile ha rinunciato al sabato grasso, il Carnevale più famoso del mondo si è inchinato alla pandemia. È il primo Paese per numero di nuovi positivi giornalieri e tra i più colpiti in assoluto al mondo, con quasi 240.000 morti e 10 milioni di contagi.
In molte città del Paese, i ballerini si sono riuniti ugualmente, ma invece di muovere le gambe e tutto il corpo, hanno manifestato mantenendo le debite distanze per invitare la popolazione a vaccinarsi. Reginaldo Pingo, della scuola di samba Vai Vai di Sao Paulo, ha confessato all’agenzia Efe di provare una «triste emozione» nello stare fermo in un Sambodromo senza pubblico né sfilata, ma che partecipare a questa manifestazione immobile e silenziosa è un «atto di coscienza» perché solo con la vaccinazione di massa «avremo un modo migliore e più sicuro».
Altre scuole hanno deciso di festeggiare comunque il Carnevale, ma in forma virtuale sui social network. Anche Recife, che con le vicine Olinda e Salvador, ospita le più belle sfilate di carnevale del nord-est del Paese, le comparse sono rimaste ferme. «I pupazzi sono tristi», dice Carlos Silva, artigiano che produce le tipiche figure di carta satiriche o allegoriche.
La cancellazione del Carnevale, secondo l’ente del turismo del Brasile, avrà però un ingente costo economico: le perdite ammonterebbero a 1,2 miliardi di euro. Tra costumisti, musicisti, ballerini e artigiani, le scuole di samba danno impiego ogni anno a centinaia di persone.
E poi c’è tutto l’indotto, con le migliaia di turisti che affollano le città. Quest’anno non c’è nessuno, nel Sambodromo ha vinto il silenzio. Ma sulle spiagge le cose stanno diversamente. E Bolsonaro non dà certo il buon esempio: il presidente sta trascorrendo le vacanze di carnevale sul litorale dello stato meridionale di Santa Catarina e domenica, infrangendo come di consueto la regola del distanziamento sociale, si è concesso un bagno di folla assieme ai figli, stringendo mani e posando per i selfie in costume da bagno. Ovviamente, senza mascherina.
Intanto a Manaus tutti i posti letto in terapia intensiva sono pieni e le liste di attesa dei pazienti gravi o critici non sono state smaltite nelle ultime settimane. A Tefé, a pochi giorni di navigazione dalla principale città amazzonica, Medici senza frontiere sta aiutando l’ospedale regionale a diventare centro di riferimento per cure Covid-19, spostando gli altri reparti in edifici vicini, come una scuola.
«Raschiamo il fondo ogni giorno, fornendo cure salvavita in strutture che non hanno un’unità di terapia intensiva e con la preoccupazione quotidiana di rimanere senza ossigeno. Questa seconda ondata di Covid-19 sta travolgendo tutto e tutti. Abbiamo paura di non tenere il passo», dichiara Pierre Van Heddegem, coordinatore dell’emergenza Covid-19 di MSF in Brasile.
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