Il cammeo di Donald Trump in Playboy Video Centerfold 2000
Barbara Costa per Dagospia
Trump ha fatto un video porno?!?!? Sul serio? Con chi? E quando? E questo video dove sta? In rete, e mica solo sui siti porno! Anzi, sui siti porno non ci dovrebbe stare, non è roba per loro, perché "il video porno di Trump" è un video della Playboy girato tanti anni fa, ai primi 2000, quando Trump era fuori dalla politica, era più giovane e sessualmente di sicuro più "pronto", una dura erezione di cui però ci fai nulla se stai in un video che è un soft core (solo sfioramenti e carezze, e giochi di nudo col miele) ed è un lesbo che segue le avventure di due latine, e Trump vi appare in pochi frame da celebrità da jet set, vestito e impettito, a folleggiare castamente in champagne, con le playmate.
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Se solo se lo fosse visto, la pudica Hillary Clinton si sarebbe risparmiata una figuraccia delle sue: l’ex first lady storicamente cornuta, provò a usare tale porno soft per screditare Trump suo avversario per la Casa Bianca, nel 2016. Come se Trump se ne vergognasse, di stare in quel video! O di esser stato pubblico amico di Hugh Hefner, e di esser stato ai suoi party con le conigliette! Il moralismo porta a sbattere, e se condito di capricci femministi fa più male: non si consigli alla Harris (coi media ai suoi piedi) di ricacciar fuori questo porno, è tempo perso.
Perché se c’è un campo su cui Donald Trump batte Kamala Harris è proprio il porno: non c’è partita! Prima di tutto perché Trump ha confessato, in radio a Howard Stern, di vedere porno, in passato, e Kamala no, non ce la vedo, a divertirsi coi porno, e di più perché Trump è il politico USA più protagonista in assoluto di porno fake, i parody, il presidente che prima di entrare alla Casa Bianca, e poi dentro, e poi fuori, è stato inserito eruttante ed orgasmante, nelle più sozze comedy porno.
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Beffeggiato, o osannato, attivo o passivo, con donne e uomini, Trump è stato parodiato in ogni posizione, in pornastri da due soldi, ma pure in lavori professionali (le scorse presidenziali, Brazzers ne fece una serie in 4 parti). Trump batte i suoi porno fake predecessori (Obama, Bush Jr.) per porno views. Chi guarda porn parody coi politici guarda quelli con Trump, non altri.
E Trump è stato porno ripreso fin dall’incontro con Stormy Daniels la cui occultazione gli è costata la condanna in tribunale: stesso golf giallo canarino, stesso cappellino rosso e pure le stesse mutande secondo foto e deposizione di Stormy in aula.
E però non lo stesso pene: uno dei porno star che ha parodiato Trump è Evan Stone, repubblicano che quest’anno si è candidato in Nevada come senatore nazionale, fallendo le primarie (Evan Stone è pro armi, pro aborto, pro droghe leggere, e voterà Trump. Se avesse vinto le primarie e poi fosse stato eletto al Senato, sarebbe stato il primo pornostar USA a ricoprire una carica così importante).
E Trump è stato pornizzato in parody con gli Obama, con una delle figlie di Obama, e la categoria dei Trump porno che segna più clic è quella che lo fa cuckold suo malgrado: è quella dove entrano in scena porno attrici più o meno sosia di Melania, una Melania che nel porno spregia e sfregia il grasso trumpone per i bicipiti e non solo del più aitante Obama… porno che rientrano nell’interracial, con stereotipi sessuali porno annessi, e non è body shaming aver modellato nudo e chiatto un presidente USA?!? Trump ha la sua statua porno, a grandezza naturale, panciuta e dotata di cazz*tto miserrimo, venduta all’asta per quasi 22 mila dollari.
E Kamala Harris non può farci niente, a chi idea porno non piace, non arrizza, non ispira: la candidata democratica ammoscia, e si deve "accontentare" di video porno fake, anche generati dalla IA. Porno da denuncia. Gira pure un fake con Kamala in bikini tra le braccia di Epstein, per alludere a rapporti, in ogni caso illeciti, intercorsi tra i due. Kamala per attizzare nel porno deve chiedere soccorso a Trump: è nelle IA parody porn dove li accoppiano, e li fanno sc*pare, addirittura lei ingravidare, che Kamala agguanta curiosità. Nel partito democratico, via Obama, svanito Clinton, il solo che – a latere – ha dato materiale succoso e vero al porno è stato… Hunter Biden!
E già. Mai opzionato il padre per plot porno neppure granny, l’ex first son se solo volesse, o se non lo aspettasse il carcere, sarebbe preso in considerazione da più porno studios: quale carta di presentazione migliore dei sex tape ritrovati sul suo pc, con il first son augello in primo piano? Biden ha fatto bene a ritirarsi, non solo per l’età: vorrei vedere che avrebbe risposto sul suo figliolo, la cui cronologia delle smanacciate porno è pubblica: il sito preferito dell’ex first son (e quello del padre?) è Pornhub, e i video su cui più s’è scaricato, sono gli homemade con milf 45enni.
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