SARDEGNA IN GIALLO - 17 INDAGATI PER IL FURTO DEL DNA DI 25MILA CENTENARI DAL LABORATORIO CHE STUDIA LA GENETICA DEGLI ABITANTI DELL'OGLIASTRA (I PIU’ LONGEVI AL MONDO) - SECONDO I PM, LA RAPINA DI PROVETTE SERVIVA A VENDERE L’ELISIR DI LUNGA VITA

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Cristiana Lodi per Libero Quotidiano

 

DNA DNA

Cerca e ricerca, le provette erano ricomparse a settembre 2016 a San Giovanni di Dio. Qualcuno, un mese prima, le aveva sfilate in sordina dal frigorifero nel laboratorio di genetica del Parco Genos di Perdasdefogu (Nuoro). Facendo così sparire il Dna di venticinquemila maschi ultracentenari della cosiddetta Zona blu di Sardegna.

 

Un furto clamoroso quanto disastroso per la scienza e il futuro dell' esistenza. Insieme con le preziose fialette, erano stati rubati anche i registri dello stato di salute degli uomini dell' Ogliastra, conosciuti come i più longevi del mondo. Con tanto di alberi genealogici dei singoli Highlander dal 1700 a oggi.

 

provette provette

Una volta ritrovato, lo straordinario bottino biologico, era tornato a meno 80 gradi e severamente sotto scorta, nel centro di ricerca dal quale era stato rubato. Ogni codice genetico risistemato al proprio posto, in attesa di finire sotto il microscopio dei professori della lunga vita. Ovviamente previa autorizzazione del singolo donatore, consenso rinnovato e riconfermato a scanso di equivoci.

 

O potenziali scambi. Del resto vai a sapere cosa possa essere accaduto nel viaggio da Perdasdefogu all' ospedale di San Giovanni di Dio dov' erano nascoste, e ritorno. Di fatto le provette col codice genetico sono adesso nel laboratorio del Parco Genos. E fra un avviso di garanzia, tanti indagati e un probabile processo, restano a disposizione della scienza.

 

ANZIANI ANZIANI

Ieri il procuratore di Lanusei, Biagio Mazzeo, ha chiesto la proroga delle indagini per il furto. Indagini che erano partite dalla denuncia di Debora Parracciani, dipendente dello stesso Parco Genos. Era stata proprio lei, il 10 agosto 2016 a trovare il frigo vuoto e gli scaffali del laboratorio ribaltati.

 

Il dottor Mazzeo, nella stessa mattina di ieri, ha anche notificato 17 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti soggetti a suo dire responsabili del saccheggio. Ognuno a vario titolo: furto aggravato, peculato, abuso d' ufficio falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e violazione di dati relativi alla privacy. Ecco i reati contestati.

 

carabinieri carabinieri

Sotto inchiesta e tra gli indagati c' è un pò di tutto: amministratori e un sfilza di presidenti succedutisi negli anni nella SharDna Spa e nel Parco Genos, e poi ancora i sindaci di alcuni Comuni dell' Ogliastra che avevano concesso arbitrariamente l' accesso agli uffici delle anagrafi comunali con l' intento di consentire la ricerca scientifica.

 

Le venticinquemila provette sottratte da Perdasdefogu erano conservate insieme con altre 230mila analoghe e appartenenti a 14mila ogliastrini, tutte utili per lo studio di una delle popolazioni dall' esistenza inossidabile. Ma anche per capire l' evoluzione e la trasmissione delle malattie ereditarie degli stessi.

 

RICERCATORI RICERCATORI

All' inizio dell' inchiesta gli iscritti nel registro degli indagati erano oltre cinquanta, poi per trentasei di questi la posizione penale è stata stralciata. Il procuratore Mazzeo aveva aperto il fascicolo e ha affidato le indagini al capitano Giuseppe Merola, comandante dei Carabinieri di Jerzu. Il "trasferimento" del bottino sarebbe avvenuto su disposizione di Mario Pirastu, direttore dell' Istituto di genetica del Cnr "per scopi scientifici".

 

Il genetista aveva seguito il progetto fin dal 2000, cioè da quando il patron di Tiscali, Renato Soru, decise di fondare la società di ricerca scientifica Shardna, che era poi fallita e successivamente acquistata dalla società inglese Tiziana Life per 250mila euro lo scorso anno. La vendita aveva suscitato malumori e polemiche in Ogliastra tra i cittadini che avevano donato il proprio Dna per la sperimentazione.

 

DNA DNA

Sulla vicenda era anche intervenuto il garante della Privacy che aveva stabilito che quelle informazioni genetiche potevano essere utilizzate solo con un nuovo consenso dei donatori. Consenso che alcuni hanno poi revocato.

 

Il pm Mazzeo è pronto a chiudere le indagini a breve: si aspettano i risultati della perizia disposta dal magistrato sui pc sequestrati. Potrebbe a quel punto essere chiesto il processo. In attesa di conoscere il segreto della lunga vita degli uomini d' Ogliastra contenuto nelle provette andate a ruba.

 

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