Diletta Parlangeli per “wired.it”
Se venisse fuori che l’acqua santa è la bevanda preferita del diavolo, quanti fedeli andrebbero in giro a sbandierarlo? Presumibilmente, pochi. Una serie di ricerche condotte negli Stati Uniti ha verificato una certa correlazione tra le persone altamente religiose e il porno. Solo che, mentre i dati di internet lo dimostrano, loro lo negano.
Un recente studio, “Surfing for Sexual Sin: Relations Between Religiousness and Viewing Sexual Content Online”, ha cercato di indagare le reazioni delle persone che si auto-definiscono molto religiose davanti ai dati che mostravano questa discrepanza.
Facendo un passo indietro, gli autori dello studio, Cara C. MacInnis e Gordon Hodson, avevano già scoperto durante un precedente lavoro che era proprio negli stati con cittadinanza più religiosa e conservatrice che si registravano più ricerche Google di contenuti sessuali.
Già nel 2009, Benjamin Edelman (Harvard Business School) fece emergere come proprio gli stati considerati più conservatori avessero le più alte iscrizioni a servizi porno. Per scoprire come gli stessi credenti reagissero a questo genere di evidenze, gli autori hanno chiesto a 200 persone, prima di tutto, di indicare la loro posizione rispetto alla religione. Il 42% si è dichiarato cristiano, mentre il 48% agnostico o ateo.
Una volta appurato questo, i ricercatori hanno sottoposto al campione i dati di cui sopra. Per rispondere, i partecipanti hanno etichettato la rivelazione come “preoccupante”, “sconvolgente”, “sorprendente” e aggettivi affini. Rispetto ai colleghi che si sono definiti non-credenti, erano più propensi a ritenere che la ricerca fosse pilotata politicamente.
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La negazione non sorprende per niente chi ha condotto la ricerca: “Non sarebbe strano che le persone religiose omettano o minimizzino la visione di contenuti porno, visto che violano i loro valori fondamentali”, dice MacInnis: “Diverse teorie psicanalitiche sostengono in particolare che chi si accanisce contro un determinato comportamento ne sia a un certo livello contemporaneamente attratto”.
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La squadra ha anche chiesto a un campione — questa volta di 252 persone — quali fossero secondo loro le caratteristiche più legate alla pornografia. I partecipanti più religiosi hanno indicato i “valori morali”, la “razza” e la “situazione economica” come tratti maggiormente legati alla pornografia rispetto alla religiosità. MacInnis ha anche evidenziato che i partecipanti che si professavano religiosi hanno ritenuto la pornografia più problematica di razzismo e della violenza con armi.