Paolo Russo per “la Stampa”
aeroporto di fiumicino coronavirus 2
Che non sarebbe bastato bloccare i voli provenienti dai Paesi più a rischio Covid lo si è capito ieri mattina, quando a Roma Fiumicino e Milano Malpensa sono atterrati due aerei con 165 bengalesi, che tentavano di aggirare il blocco sui voli dal Bangladesh facendo uno scalo intermedio a Doha in Qatar.
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C'è voluto un decreto di respingimento per «gravi motivi sanitari» firmato in tutta fretta dal ministro degli Interni per farli tornare indietro. Mentre altri 80 passeggeri, tra i quali alcuni italiani impauriti, sono stati sottoposti a tampone e messi in quarantena. A quel punto ha prevalso la linea dura del ministro della Salute, Roberto Speranza, su quella più cauta del titolare degli Esteri Di Maio, con la decisione di stendere una lista nera di Paesi a rischio pandemico dai quali non si può al momento entrare in Italia.
Nemmeno usando il trucchetto di fare qualche scalo intermedio. L'ordinanza che decide il blocco è ancora in fase di stesura perché la difficoltà sta nell'individuare i criteri che faranno scattare lo stop agli ingressi nel nostro Paese. Quello epidemiologico basato sui contagi comunicati dai singoli Paesi, hanno riflettuto gli uomini di Speranza, non basta perché in molti casi i dati sono palesemente sottostimati.
coronavirus controllo voli bangladesh
Tanto che lo stesso Bangladesh, fino ad ora unico Stato sottoposto a restrizioni per l'ingresso, conta ufficialmente solo 165 mila casi con una popolazione tripla alla nostra. Mentre martedì il 16% è risultato positivo tra quelli sbarcati a Fiumicino. Per questo ci si baserà su alcuni criteri internazionali di valutazione dell'affidabilità dei dati per stilare la lista. Nella quale dovrebbero quasi sicuramente figurare Brasile, Perù, Iran ed Etiopia, mentre in bilico sono India, Moldavia e Ucraina.
ROBERTO SPERANZA LUIGI DI MAIO
Due nazioni, queste ultime, che ci riforniscono di badanti, che se bloccate oltre confine potrebbero mandare in tilt il welfare «fai da te» di molte famiglie. Ma l'elenco di Stati, almeno in prima battuta, non sarà molto esteso, perché agli Esteri temono ricadute negative sul piano diplomatico, oltre che commerciale.
Non a caso Speranza ieri ha preso carta e penna per chiedere al Commissario Ue alla salute, Stella Kyriakides e al suo collega tedesco, Jens Spahn, «di delineare insieme nuove, rigorose misure cautelative per gli arrivi da aree extra Schengen ed extra Ue».
In attesa che l'Europa batta un colpo intanto si cerca di bloccare l'importazione estera del virus anche con altre misure, demandate ad un'altra ordinanza che dovrà passare però al vaglio del governo. Il tampone diventerebbe obbligatorio per i passeggeri in arrivo da Paesi a larga diffusione epidemica e l'isolamento non più fiduciario ma «coatto», ossia sottoposto a rigidi controlli, per persone a rischio o positive. Una stretta necessaria anche per far dare una regolata agli incoscienti nostrani, come l'ennesimo imprenditore veneto, che da positivo se ne è andato in giro contattando decine di persone, 50 delle quali già sottoposte a tampone. Comportamenti che minacciano di far risalire la curva dei contagi in Italia, ieri passati da 138 a 193 nuovi casi. Numeri non allarmanti ma non tali da far abbassare la guardia.
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