SCHWAZER “PULITO” ALL’ULTIMO TEST - IL MARCIATORE SOSPESO PER DOPING RISULTA NEGATIVO AL CONTROLLO A SORPRESA DELLO SCORSO 22 GIUGNO: ERA IL 20° DAL 2015 - LA DIFESA DI SCHWAZER: POCO TESTOSTERONE NEL TEST DEL PRIMO GENNAIO - LUNEDI’ LA SENTENZA DEL TAS -

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Da “repubblica.it”

 

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Esito negativo dell'ultimo controllo antidoping fatto a sorpresa il 22 giugno scorso su Alex Schwazer. Lo si apprende a Firenze da fonti vicine alla difesa dell'atleta. Il controllo è stato disposto dal Coni.

 

Al marciatore erano state prelevate le urine a Racines (Bolzano). Era il 20/o controllo subìto dall'atleta dal 2015 sia dal Coni, sia dalla Iaaf: tutti questi esami (sangue o urine) sono stati negativi tranne quello dell'1 gennaio 2016, dov'è stata riscontrata una modesta presenza di testosterone nelle urine.

 

LA CONFERMA DEI TEST - "La bassa concentrazione di testosterone e dei suoi metaboliti misurati nel campione prelevato l'1 gennaio 2016 rafforzano l'ipotesi che non ci siano finalità dopanti per il miglioramento delle prestazioni" Lo scrive il chimico Giuseppe Pieraccini, direttore tecnico del Centro di servizi di Spettrometri di Massa, nella sua consulenza tecnica per la difesa dell'altoatesino.

 

SANDRO DONATI E SCHWAZER SANDRO DONATI E SCHWAZER

Per Pieraccini, considerando i risultati dei numerosi controlli anti-doping su sangue e urina eseguiti su Schwazer, i dati dei profili degli steroidi dal 19 ottobre 2015 al 31 maggio 2016, "ci sono personali convinzioni e basi scientifiche che rendono impossibile affermare che Schwazer abbia usato testosterone a scopo dopante o a scopi secondari.

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Infatti, non ci sono evidenze dell'uso di tale molecola negli ultimi mesi del 2015, come mostrato dalla regolarità e dalla stabilità dei parametri ematici e dai controlli anti-doping negativi in urina; anche volendo considerare l'uso di dosi sotto terapeutiche di testosterone, ciò sarebbe completamente inutile per un periodo così breve, quantificabile nei 10 giorni di fine 2015 durante i quali, peraltro, aveva ridotto i carichi di allenamento".

 

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"La valutazione di tutti i dati analitici e delle informazioni raccolte - prosegue il chimico - portano alla conclusione che non c'è alcuna evidenza di un piano di doping con testosterone alla fine del 2015, né a dosi elevate, né a dosi sotto terapeutiche. Nessuna negligenza o colpa può essere imputata al signor Schwazer, senza dimenticare che i sopra indicati vizi procedurali e gli altri evidenziati dagli avvocati possono rendere nullo il caso".

 

Il consulente esclude, dunque, la volontaria assunzione di testosterano da parte del marciatore. Per il direttore del Centro Spettrometri non c'è stata alcuna strategia dopante da parte dell'atleta. Pieraccini, inoltre, non ha escluso che vi sia stato uno scambio d'urina o l'aggiunta di urina di un soggetto trattato con testosterone: "Non posso escluderlo con sicurezza".

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