Flavio Pompetti per "Il Messaggero"
i quadri di norman rockwell sui boy scout
In ginocchio dopo lo scandalo per gli abusi sessuali ai danni di minori, e dissanguata dalla bancarotta, l'associazione dei Boy Scout statunitense è pronta a compiere un passo estremo: venderà all'asta l'intera collezione dei dipinti dei suoi giovani in divisa, eseguiti da Norman Rockwell.
Il prolifico artista newyorkese ha avuto un sodalizio con l'associazione che ha accompagnato sessant'anni della sua carriera, da quando nel 1912 ricevette la richiesta di illustrare un libro sulle imprese montanare dei giovani esploratori con il cravattino verde. Da quel momento il rapporto non si è mai interrotto.
I modelli dell'associazione hanno posato per lui nei tanti studi e nelle tante abitazioni che il pittore ha avuto negli anni nel Nord Est degli Stati Uniti. L'ultimo lavoro che ha come soggetto un adolescente in divisa kaki è una litografia del 1976, due anni prima della morte.
Rockwell era divenuto nel tempo l'illustratore ufficiale dell'associazione: ha compilato interi calendari con i boy scout soggetto principale, e ha lavorato spesso su indicazione specifica del gruppo, che gli chiedeva di glorificare il concetto dell'appartenenza, come un rito di passaggio tra l'adolescenza e la maturità.
LA TRATTATIVA
La società sta al momento negoziando con il tribunale fallimentare, con la speranza che il giudice le permetta di chiudere pagina sulla vecchia struttura amministrativa e iniziare una nuova vita, cambiando almeno parzialmente nome.
La parte più spinosa di questo passaggio sono le cause individuali e collettive intentate dagli ex membri che hanno subito molestie sessuali. Un'indagine interna commissionata dallo stesso gruppo dopo l'esplosione dello scandalo otto anni fa, scoprì l'evidenza di almeno 7.819 sospetti molestatori e di 12.254 vittime.
Numeri enormi, che mostrano l'evidenza di una cultura della violazione sistematica, sulla quale la gerarchia deve perlomeno aver chiuso un occhio nel corso degli anni; ma che impallidiscono in confronto alle 92.000 denunce presentate nelle centrali di polizia e nei tribunali, e che attendono un dibattito in aula.
Nell'incartamento fallimentare i legali hanno presentato l'offerta di costituire un fondo di più di 300 milioni di dollari per il risarcimento dei danni, e la proposta che il fondo sia finanziato con la vendita di oltre 60 illustrazioni di boy scout dipinte da Rockwell.
Non è sicuro che la cifra possa essere raccolta con i proventi dell'asta, perché i pezzi riuniti nella collezione sono lavori secondari. Nove anni fa una sua tela dipinta nel 1951, dal titolo Saying Grace è stata venduta per 46 milioni di dollari, ma la quotazione di dipinti per cataloghi e poster è una frazione di quella cifra.
I legali che rappresentano le vittime sono in ogni caso indignati dalla richiesta, perché temono che con essa l'associazione intenda porre un limite arbitrario ai risarcimenti. La ricchezza complessiva delle casse al momento dello scandalo era ben superiore, si avvicinava ai tre miliardi di dollari tra le proprietà immobiliari e quelle dei terreni dei campi estivi. Gli avvocati chiedono al giudice di rigettare la proposta, e mantenere aperto il tetto della responsabilità patrimoniale.
L'OMOSESSUALITÀ
La vicenda ha infine una nota di sinistra ironia. L'autorevole scrittrice Deborah Solomon ha ventilato l'ipotesi, nella biografia di Rockwell American Mirror pubblicata nel 2013, che il pittore sia stato un omosessuale non dichiarato, e che l'interesse per il soggetto dei giovani scout fosse un riflesso di una pedofilia latente, mai esplicitamente professata, che la famiglia ha sempre respinto con sdegno.
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