SE ASSAD PIANGE, PUTIN NON RIDE – LA CADUTA DEL DITTATORE SIRIANO È UNA BRUTTA NOTIZIA PER LA RUSSIA: IL PAESE RAPPRESENTA LA BASE DI MOSCA NEL MEDITERRANEO – PER ANNI DAMASCO HA CONTATO SUGLI AIUTI DAL CREMLINO PER RESPINGERE LE RIVOLTE, INIZIATE NEL 2011 - MA CON LE FORZE DI MOSCA CONCENTRATE SUL FRONTE UCRAINO, IL REGIME DI ASSAD SI È SGRETOLATO IN POCHI GIORNI…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per www.corriere.it

 

bashar al assad con vladimir putin bashar al assad con vladimir putin

La Siria diventa l’ennesima riprova della debolezza russa. […] Oggi Vladimir Putin concentra le sue truppe nel Donbass, dove da circa 10 mesi avanza lentamente con perdite gravissime, ma in 10 giorni vede svanire la piazzaforte siriana.  […]

 

La Siria sin dai tempi di Hafez Assad rappresenta la base avanzata della presenza russa nel Mediterraneo. Una volta l’impero zarista mirava a controllare Istanbul e il Bosforo per garantire alla sua flotta del Mar Nero di avere libero accesso alle grandi rotte marittime. L’Unione Sovietica aveva compensato costruendo le sue basi in Siria. E non solo: intere generazioni di militari e studenti figli delle classi dirigenti siriane si sono formati alle accademie e università russe.

siria gente in strada festeggia la caduta di assad foto lapresse siria gente in strada festeggia la caduta di assad foto lapresse

 

Tutto questo oggi non c’è più. Putin mirava a prendere Kiev e controllare l’intera Ucraina in poche settimane. Già un mese dopo l’inizio dell’attacco fu evidente che il suo piano era fallito. […]   Poi la guerra ha cambiato di passo. Putin ha mirato al logoramento dell’avversario. Per l’Ucraina sono iniziate le difficoltà che oggi sono evidenti su tutto il fronte: è diventata una sfida di risorse, numero di uomini, materie prime, capacità di sopportazione da parte della popolazione civile.

bashar al assad con vladimir putin bashar al assad con vladimir putin

 

Ma, anche in questo scenario diverso da quello che si erano immaginati a Mosca, la potenza russa è tornata a mostrare i suoi limiti. I russi sono oltre 140 milioni, gli ucraini rimasti in patria circa 25, eppure Putin si trova costretto a fare arrivare i soldati nordcoreani per cercare di scacciare gli ucraini dalla regione russa di Kursk.  In questa situazione non ci sono certo soldati da mandare in Siria. Così, Bashar Assad è rimasto solo.

 

Non c’è più la manovalanza dei miliziani dell’Hezbollah libanese battuti in casa e i loro burattinai a Teheran sono anch’essi stremati dal braccio di ferro a armi impari con Israele. Ci sarebbero forse le milizie sciite irachene, che potrebbero fare qualche cosa, ma per ora non sembrano pronte ad attraversare il confine.

 

siria gente in strada festeggia la caduta di assad foto lapresse siria gente in strada festeggia la caduta di assad foto lapresse

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il regime di Assad era tenuto in vita artificialmente dagli alleati sin dai mesi seguenti lo scoppio delle primavere arabe nel 2011. La Russia è intervenuta massicciamente con uomini e mezzi, soprattutto aerei, per garantire la vittoria contro le rivolte. L’aviazione siriana coadiuvata da quella russa ha metodicamente colpito ospedali, aree residenziali, non ha mai risparmiato gli attacchi nel cuore delle aree abitate dai civili. […] Con la fine del suo alleato Bashar scappato all’estero, Putin vede sbriciolarsi un altro pezzo del suo sogno imperiale.

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI

bashar al assad con vladimir putin 2 bashar al assad con vladimir putin 2 ribelli siriani incendiano tribunale militare a damasco foto lapresse ribelli siriani incendiano tribunale militare a damasco foto lapresse ribelli siriani a damasco foto lapresse ribelli siriani a damasco foto lapresse ribelli siriani a damasco foto lapresse ribelli siriani a damasco foto lapresse ribelli siriani entrano nel palazzo presidenziale di damasco foto lapresse ribelli siriani entrano nel palazzo presidenziale di damasco foto lapresse ribelli siriani festeggiano la conquista di damasco foto lapresse ribelli siriani festeggiano la conquista di damasco foto lapresse ASSAD PUTIN USA ASSAD PUTIN USA putin assad putin assad assad putin assad putin putin assad putin assad idlib siria putin assad idlib siria putin assad putin assad putin assad bashar al assad con vladimir putin bashar al assad con vladimir putin

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – LA MELONA DOVREBBE SPEDIRE PANETTONI E SPUMANTE A CONTE & TRAVAGLIO: È SOLO GRAZIE A UNA OPPOSIZIONE DISUNITA CHE PUÒ SPADRONEGGIARE – I GRANDI VECCHI DELLA POLITICA CERCANO DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE DA AFFIANCARE AL PD EVANESCENTE DI ELLY SCHLEIN. E DAL CILINDRO DI PRODI E' USCITO IL NOME DI ERNESTO MARIA RUFFINI – SE RENZI E' DISPONIBILE, CALENDA NO. MA SUL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE FIOCCA LO SCETTICISMO: COME PUÒ UN ESATTORE DEL FISCO RACCOGLIERE IL CONSENSO DEGLI ITALIANI CHE, AL PARI DELLA DUCETTA, CONSIDERANO LE TASSE "UN PIZZO DI STATO"?

I MISTERI DI VIALE MAZZINI – PERLA TORTORA NON È LA SOLA GIORNALISTA RAI AD AVER FATTO UNA CARRIERA RAPIDISSIMA: NELLA TV PUBBLICA SONO IN MOLTI A CERCARE DI FAR LUCE SULL’INSPIEGABILE ASCESA DELLA 33ENNE GIULIA BONAUDI, PASSATA DALL'OSCURO LAVORO DI REDAZIONE ALLA CONDUZIONE DI “WEEKLY” - LA BONAUDI, STIMATISSIMA DAI TRE CABALLEROS DI VIALE MAZZINI ROSSI-MELLONE-CORSINI, È AUTRICE DI DUE RUBRICHE SU RAINEWS, HA UN ALTRO CONTRATTO PER I PROGRAMMI “RESTART” E “BUONGIORNO BENESSERE” E APPARE IN VIDEO NEL PROGRAMMA DI GIORGINO, “XXI SECOLO”. MA IN RAI NON ERANO VIETATI PIÙ DI TRE CONTRATTI DA AUTORI?

DAGOREPORT - GRANDE AGITAZIONE PER IL RISIKO CHE STA INVESTENDO IL PRESEPE DEL POTERE BANCARIO ITALIANO - LA PARTITA CHE VEDE IN CAMPO UNICREDIT, BANCO BPM, CREDIT AGRICOLE, ANIMA SGR, MPS, GLI IMPRENDITORI MILLERI E CALTAGIRONE SUPPORTATI DAL MEF DI GIORGETTI E DALLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, CON MEDIOBANCA E ASSICURAZIONI GENERALI ALLA FINESTRA, È SOLO ALLE PRIME SCHERMAGLIE - IN ATTESA DELLA BATTAGLIA FINALE, PREVISTA A METÀ DEL PROSSIMO ANNO, COME IN TUTTE LE GRANDI OPERAZIONI, IL RISULTATO SARÀ FRUTTO DI UN ACCORDO TRA IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, E IL CAPO DI CREDIT AGRICOLE, PHILIPPE BRASSAC - TRA I DUE ISTITUTI CI SONO DI MEZZO TANTI, TROPPI INTERESSI CHE VANNO AL DI LÀ DELL’‘’INDIPENDENZA’’ DI CASTAGNA, DALLA VOGLIA DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONQUISTARE MILANO E TRIESTE E DALLE MIRE DI SALVINI E MELONI DI “AVERE UNA BANCA”…

DAGOREPORT – QUANTO ROSICA SALVINI! ERA L'UNICO CHE  CELEBRAVA TRUMP, MENTRE LA DUCETTA FACEVA LA SMORFIOSA CON BIDEN, ED ORA È COSTRETTO A SUBIRE IL CAMALEONTISMO SENZA LIMITISMO DELLA MELONA CHE SI SCAPICOLLA A PARIGI A BACIARE IL CIUFFO TRUMPIANO - IL “CAPITONE” È PURE INCAZZATO CON IL DEPUTATO LEGHISTA ANTONIO ANGELUCCI, CHE SUI SUOI GIORNALI HA SUONATO LA GRANCASSA ALLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' – L’INSISTENZA DELLA DUCETTA CON MUSK E MACRON PER ESSERE INVITATA A PARIGI E L’ILLUSIONE DELLA PREMIER DI FRONTE A TRUMP: NON SA, LA “TAP(P)INA” CHE IL TYCOON SE NE FOTTE DI TUTTI, E SPERARE DI AVERE CON LUI UN RAPPORTO DI FIDUCIA, SENZA ALIENARSI GLI ATTUALI ALLEATI EUROPEI, È UNA MERA ILLUSIONE…