Simona Bertuzzi per “Libero Quotidiano”
«Il bon ton serve eccome, perché astrologi e virologi hanno più o meno lo stesso peso nella nostra percezione di quando finirà la pandemia». E nell' attesa che le due categorie si mettano d' accordo sul "liberi tutti" tocca attrezzarsi a vivere una quotidianità in cui nulla può essere lasciato al caso ma servono regole e accorgimenti che abbiamo un po' dimenticato.
Nicola Santini è forse il massimo esperto di bon ton in Italia. Docente, giornalista di costume, collezionista d' arte, scrittore, opinionista e personaggio televisivo. Parla di tutto e con gentilezza (virtù rara di questi tempi) e se ti incontra per strada è in grado di capire "da un cappotto destrutturato" e un po' sciatto che tipo di giornalista sei e, forse, come ti comporti a tavola. Ha studiato a New York e girato il mondo.
Conosce usi e costumi di tutti e sa dirti tendenze e stranezze di ogni popolo, «per esempio, se in Medioriente un uomo guarda negli occhi una donna è come se le desse della prostituta». Ma scimmiottare gli altri Paesi nel galateo no, non ha senso, neanche in presenza di una pandemia. E dunque con lui abbiamo provato a stilare una guida alle buone maniere ai tempi del coronavirus. Che se rispettata darà molti benefici in termini di salute ed eleganza.
VISO E LOOK «Chi produce rossetti si metta l' anima in pace», dice Santini.
Il rossetto è destinato al declino rispetto all' eye liner e all' ombretto che ci tingono gli occhi. Il primo piano è ormai sullo sguardo e sui capelli, il resto è meno esposto ma non secondario, e qui casca l' asino. Perché chi pensava di fregarsene della bocca e dei denti storti sbaglia di grosso. Il momento in cui leviamo la mascherina è un po' quello che attende le donne islamiche quando levano il chador.
Tolta la copertura, si vede come sono fatte sotto e un sorriso curato fa colpo. Dunque non trascurate la bocca. «Non possiamo permetterci il lusso di avere brutti denti». Il fatto di portare la mascherina dovrebbe poi convincere gli uomini con la barba ad essere impeccabili: «il lockdown spaventa, ma anche il look down inquieta e la barba trasandata, firma e orgoglio di certe sinistre, è inaccettabile».
Venendo alle borsette care alle donne. C'è un vecchio adagio che dice: più avanzano le ore del giorno più si riduce la borsa. E pare che faccia burina presentarsi al ristorante con la tracolla grande come un cuscino. Oggi è il contrario: la borsa può essere grande in tutte le ore del giorno perché deve contenere gel sanificante e salviette oltre a tutto il resto.
MASCHERINA La mascherina è tema dibattuto, si sa. Ma prima di struggerci tra le ffp2 e le chirurgiche tocca sgomberare il campo dai fraintendimenti in cui ci hanno infilato le ultime tendenze modaiole. «Più anti-sesso e protettiva è» assicura Santini, «e meglio sarà per tutti». Quella di stoffa colorata è un orpello estetico ed è ammessa solo se copre la mascherina farmaceutica.
Anche la posizione ha la sua parte. «È brutta al polso, al gomito e in tasca» mentre «appesa allo specchietto dell' auto è addirittura abominevole».
In più c' è un fatto: «La mascherina è intima come le mutande, sempre a contatto con lingua e denti e non si sbatte la lingua sul tavolo del ristorante. Le aziende devono attrezzarsi per fare dei porta mascherina da tasca o da borsa adeguati. In alternativa si può usare il sacchetto degli occhiali».
matteo salvini con la mascherina pro trump 3
PRESENTAZIONI Che fare però quando si conosce qualcuno? «Aboliamo il gesto orrendo di porgere il braccio, il piede o la caviglia. E non improvvisiamo saluti stile namasté che vanno bene in Oriente ma non da noi». Nel galateo è costume concedere alla persona più autorevole o alla donna il privilegio del primo contatto fisico. Ma la pandemia incombe, bisogna ingegnarsi. «L' uomo dunque può fare un cenno di inchino mantenendo il contatto visivo con la donna che a sua volta può abbassare la mascherina per pochi secondi e fare un sorriso». Tutto ovviamente a debita distanza. Un po' come si fa d' estate sotto la canicola d' agosto «quando l' uomo alza il cappello e la donna gli regala il suo sorriso».
tre ragazze in spiaggia con la mascherina
MEZZI PUBBLICI Capitolo scottante, i mezzi, perché abbiamo visto che tra un tram e l' altro è un dilagare di contagi e ansie. «Mancano controlli e protocolli adeguati dunque occorre il buonsenso e il rispetto autonomo delle distanze», sintetizza Santini. «La scenetta triste del tizio che si scapocolla per arrivare alla fermata del tram e prendere il primo mezzo che passa non è più sostenibile.
Bisogna arrivare in anticipo alla fermata ed è un dovere sociale prendere il mezzo meno pieno». Non è più scontato neppure il gesto cortese di cedere il posto ad un altro se farlo comporta violare le distanze. E non si deve chiamare casa o l' amante se ciò ci spinge ad abbassare la mascherina. «Mandate un messaggio e chiamate quando scendete dal treno». Fondamentale l' attenzione al famoso palo di metallo cui ci si appende per non ondeggiare sul mezzo come foglie al vento.
«Prima di scendere è gradita una passatina di fazzoletto igienizzato sopra il punto su cui si è lasciata l' impronta. E' difficile abituarsi, lo so, ma la vita non è più una vacanza e l' accortezza porta via un secondo».
RISTORANTI «Alla luce dei nuovi divieti, si va a pranzo fuori e si cena a casa», spiega Santini. Però è obbligatoria la prenotazione ed è buona norma rispettare gli orari. «Se sai che un ristorante è difficile da raggiungere o che la ricerca del parcheggio è complessa e sei già in ritardo, disdici il tavolo». Quando finalmente si è seduti, però, serve moderazione. Non è sensato pucciare dal piatto dell' altro. La mascherina va tenuta abbassata sotto il mento.
Per rimetterla ogni volta che si avvicina il cameriere o ci si alza. «E via libera al finger food, e al tagliere di salumi, in fondo le nostre mani non sono mai state tanto pulite». Ovviamente state pensando al pane. Al ristorante, come a casa, è consigliabile offrire un piattino di pane (da mettere in alto a sinistra) per ogni commensale. In alternativa usare le pinze per passarselo. «Bannerei gli stuzzicadenti per le olive, meglio il bastoncino con una punta soltanto».
MANGIARE PER STRADA Il galateo prevede «il rispetto delle regole anche quando queste non si condividono. Inclusa quella ridicola di vietare a una persona di mangiare o bere all' aperto dopo le 18, considerato che i rischi di una disidratazione o di un calo di zuccheri non sono meno rilevanti quando vai al pronto soccorso di altri rischi. In tal caso si fa tutto, non per rispetto, ma per paura delle multe, si prende nota e vediamo di ricordarcene alle prossime elezioni».
INVITI A CASA Per il momento, forse, è meglio evitare ma per i più temerari... Suona il campanello. Una volta eravamo abituati a impilare i cappotti degli invitati sul letto della camera degli ospiti.
Oggi non è più possibile perché nulla è più pericoloso di un indumento che arriva da fuori. Dunque occorre predisporre grucce graziose e uno spazio apposito per giacche e soprabiti. «Se per il galateo la tavola ideale è da otto, oggi sono tollerate al massimo sei persone e ben distanziate». Sacrifichiamo orpelli, candeline e quegli elementi inutili che ci fanno godere lo spirito e la vista ma riducono gli spazi e le distanze.
Gli invitati dovranno trovare all' ingresso delle case l' igienizzante e in bagno la salviettina individuale: meglio portare l' odore di amuchina in tavola che il rischio contagio. Seduti a tavola, occorre limitare i contatti. E dunque evitare quei passaggi romantici e antichi cui siamo dannatamente legati, tipo "amore mi passi la peperonata". «Impiattate prima e, se il piatto da servire è l' insalata, mettete alla sinistra di ogni piatto una ciotolina con la porzione singola di verdure».
Anche il vino, per favore, non lasciatelo ai vizi e alle impronte degli invitati. Se siete i padroni di casa presentate la bottiglia vestita di tutto punto per evitare le manate sul vetro.
«Meglio se il padrone serve il vino ai convitati o se l' uomo si premura di servire la donna alla propria sinistra...si riducono i passaggi». Infine, il capitolo "piedi". Nessuno ci pensa mai.
Ma ci sono signori che camminano scalzi in casa per non rovinare il parquet o per non portare i microbi in salotto e impongono agli ospiti altrettanto. Il galateo è chiaro. Non si chiede a un invitato di levarsi le scarpe a sorpresa, MAI, perché potrebbe avere i calzini bucati, i piedi che puzzano o i calli in vista. Naturalmente esiste un' alternativa poco poetica che sono le ciabattine monouso, orribili a vedersi e scomode da portare ma l' igiene è garantita.
CONVERSAZIONE Ultimo ma fondamentale consiglio per la cena, il tema della conversazione. Una volta era proibito parlare di salute, gravidanza, politica e calcio, i primi due per non fare gaffe e gli altri per non scaldare troppo gli animi. «Oggi è vietato parlare di covid», il che è impensabile pensando alle cene che consumiamo a casa davanti ai balletti di numeri e bollettini tragici.
Ma tant' è, il punto sul coronavirus sarebbe il classico convitato di pietra della serata. Da evitare anche se nel salotto fossero accomodati un virologo e un astrologo. E ciò non toglie, confessa Santini, «che io lo vorrei un Bassetti nel mio salotto». Noticina per chi è in cerca di avventure: il galateo del Covid sancisce definitivamente la fine delle storielle da una botta e via: se ti porti qualcuno a casa lo devi tenere almeno fino alle 5 del mattino.
LAVORO I 5 minuti di sosta alla macchinetta del caffè, durante la giornata lavorativa, hanno un altro sapore. Si posa la penna e ci si avvicina furtivi al distributore. Ma il tempo stringe e bisogna affrettarsi per lasciar spazio al collega. «Limitare sulla scrivania tutto quello che raccoglie batteri: sbarazziamoci dei giochini da fiera della vanità, foto dei bimbi, premi e cotillons, residuo di vacanze indimenticabili».
Occorre far piazza pulita di tutto e lasciare un tavolo sgombro. «Vietatissimo dal galateo anche bullizzare i colleghi che sono ligi alle prescrizioni e adottano con zelo le misure sanitarie. Poteva far ridere all' inizio della pandemia quando poco o nulla si sapeva sui contagi» ora non più. «Non ritardate gli appuntamenti telefonici e le mail». Si corre il rischio che dall' altra parte del pc ci sia qualcuno che magari sparisce quella sera e torna dopo tre giorni.
SMARTWORKING «La gente lo ritiene una sorta di esperienza parallela, in cui tutto è possibile e concesso». E si veste come vuole. Errore. «Non ci si presenta in tiro alla scrivania di casa ma è vietatissima la giacca sopra il pantalone della tuta. È una trascuratezza che si percepisce al telefono e si vede in video conferenza». Anche il soggiorno con le foto di famiglia e la cucina sullo sfondo non si possono vedere.
«Meglio adibire un angolo della casa che sia al riparo da rumori e interferenze, aiuta la concentrazione, la performance e l' immagine». Non ci deve essere abuso di orari da parte del capoufficio, vietate le mail o le chiamate alle 7 del mattino e alle undici di sera. Ma altresì il lavoratore deve essere in servizio dalle 9 alle 18. E cucinare col telefono in mano.... ecco quello è sconsigliatissimo e non solo per l' unto di cotoletta che può imbrattare il telefono. «O si lavora o si cucina. E le pause dedicate ai bimbi devono essere le stesse che si riservano alla telefonata dall' ufficio».
SUPERMERCATO Andiamo quando serve senza pensare a far scorte come se non ci fosse un domani. Usiamo sempre mascherina e guanti. Non tocchiamo i corn flakes che non compreremo, non prendiamo la passata di pomodoro che lasceremo sugli scaffali dopo averne consultato gli ingredienti e non tormentiamo le commesse con richieste assurde. «Non c' è nulla che non possiamo fare, basta imparare le regole...». In fondo il primo galateo arrivò nel 1558 ed era firmato Giovanni Della Casa. Il mondo aveva già conosciuto il Medioevo e si era rialzato.