Vittorio Sabadin per la Stampa
La Federal Aviation Administration, l’ente più autorevole al mondo in fatto di sicurezza dei voli, potrebbe decidere presto di fermare una volta per tutte la tendenza a trasformare gli aerei in carri bestiame, stipando i passeggeri in sedili sempre più stretti.
Il Flyers Rights, un’associazione della Florida che si batte per i diritti dei viaggiatori, ha ottenuto da una corte d’appello di imporre alla Faa di rivedere una sua recente decisione in materia, nella quale le misure ammesse per i sedili era valutata solo sulla base del comfort del passeggero e non sui pericoli che il ridotto spazio tra una fila e l’altra rappresenta per la salute e per la sicurezza.
Il Flyers Rights, che conta già 60 mila sostenitori esasperati dalla mancanza di spazio a bordo dei velivoli, ritiene che la riduzione nelle dimensioni dei sedili e nella distanza tra una fila e l’altra abbia raggiunto un livello non più accettabile.
«Le compagnie aeree - ha detto Paul Hudson, presidente dell’associazione - stanno riducendo in modo aggressivo lo spazio per le gambe, con evidenti rischi per la sicurezza in caso di evacuazione d’emergenza e per la salute dei passeggeri, senza contare la mancanza di comfort e l’aumento dei conflitti in cabina».
La distanza fra un sedile e l’altro è ormai così ridotta che a bordo si verificano spesso litigi tra i passeggeri, anche a causa di un nuovo dispositivo tascabile, inventato da una esacerbata «frequent flyer» di Washington, che impedisce allo schienale di fronte di essere abbassato. Il «Knee defender» (difensore delle ginocchia) costa solo 21 dollari ed è diventato popolare, ma alcuni aerei sono stati costretti ad atterraggi di emergenza per gli scontri che ha causato a bordo tra chi voleva trovare un po’ più di spazio per sé reclinando il sedile e chi voleva salvare le proprie ginocchia dall’invadenza altrui.
Le compagnie cercano di rimediare bloccando la possibilità di abbassare lo schienale: Ryanair è stata la prima a farlo e Monarch Airlines è al momento l’ultima, ma questo non ridurrà il senso di claustrofobia che si avverte in ogni viaggio aereo. Secondo i dati forniti da Flyers Rights, la larghezza media dei sedili era di 47 centimetri 10 anni fa e si è ora ridotta a 43. La distanza tra uno schienale e l’altro ha toccato il record minimo con i 71 centimetri della compagnia low cost Spirit Airlines e il trend non sembra arrestarsi.
La United Airlines progetta di aggiungere un nuovo posto per ogni fila, portando i sedili da 9 a 10 in modo da poter stipare a bordo 100 passeggeri in più, come se fosse merce alla quale non si deve alcun rispetto. American Airlines voleva ridurre a 74 centimetri lo spazio tra un sedile e l’altro nelle ultime file dei Boeing 737 per realizzare davanti sedili più spaziosi da vendere a prezzo più caro, ma è stata bloccata dalle proteste dei passeggeri e degli assistenti di volo, anche loro vittime dell’eccesso di affollamento degli aerei.
Nell’emettere la sentenza sul ricorso di Flyers Rights uno dei tre giudici della corte d’appello, Patricia Miller, lo ha definito «il caso dell’incredibile restringimento dei sedili degli aerei» e ha aggiunto: «Come tutti abbiamo notato, lo spazio tra i sedili è sempre più ristretto, mentre gli americani sono sempre più grossi». La Faa dovrà ora pronunciarsi entro il 26 febbraio 2018 e la decisione potrebbe ridare ai viaggi in aereo un po’ del piacere perduto.
La decisione riguarderà solo le leggi americane, ma avrà ovviamente ripercussioni in tutto il mondo. Lo spazio disponibile, in media circa 75 centimetri per 43 a persona, è già inferiore a quello stabilito dalla Ue per il trasporto del bestiame e bisogna impedire che scenda ancora, restituendo ai passeggeri un po’ di comfort e di dignità.