Paolo Fiorelli per “Tv Sorrisi e Canzoni”
Forse in questi giorni frequentiamo di più il suo parente maggiore, l’ombrellone. Ma la storia dell’ombrello è interessante. A cominciare dal nome, che deriva dal latino “umbra” (ombra), il che dimostra come nell’antichità fosse usato più per proteggersi dal sole che dalla pioggia. Chi lo ha inventato? Pare gli Egizi, i cui primi parasoli appaiono su dipinti di 4.500 anni fa: erano composti da ventagli di foglie di palma o di piume colorate fissati su un manico. I primi che ebbero l’idea di rendere impermeabile il tessuto con cera e altri materiali furono invece i cinesi.
GLI OMBRELLI PARASOLE DEGLI EGIZI
Eppure ancora nel Seicento i viaggiatori inglesi potevano descrivere con stupore l’usanza dei cavalieri italiani di fissare un ombrello alla loro sella, per proteggersi dal solo cocente. Del resto, fino a tutto il Settecento, quello che per noi è un oggetto comunissimo veniva considerato un accessorio di lusso ed era riservato appunto ai cavalieri e soprattutto alle nobildonne, che ne sfoggiavano pezzi unici, decorati con gemme e tessuti preziosi.
MUSEO DELL OMBRELLO E DEL PARASOLE
Il primo a renderlo popolare anche tra gli uomini, al Nord, fu il filantropo Jonas Hanway, che nel 750 cominciò a usarlo sotto la pioggia di Londra. All’inizio gli altri “gentlemen” lo derisero per tanta debolezza, ma poi si resero conto che l’idea non era sbagliata... e cominciò la produzione in serie. Arrivarono così tessuti più leggeri e comodi, come il nylon, e nel 1923 anche l’ombrellino tascabile e pieghevole, brevettato dai fratelli ungheresi Balogh. E se volete saperne di più potete sempre organizzare una gita a Gignese (VB), vicino a Stresa, dove si trova uno splendido Museo dell’ombrello e del parasole.
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