Dagotraduzione dal Daily Mail
Da quando, a fine 2016, è stata individuata per la prima volta, la sindrome dell’Avana ha tenuto impegnata l’intelligence americana e le casse del governo degli Stati Uniti, che per scoprirne di più ha speso milioni di dollari. Ma secondo Robert Bartholomew, esperto di sociologia medica, si tratta di un caso di suggestione di massa, e ne è così convinto da aver pubblicato sul tema un libro insieme a Robert Baloh.
La malattia, finora rimasta senza spiegazione, è stata registrata per la prima volta a Cuba e da allora si è diffusa nelle ambasciate statunitensi di tutto il mondo (e anche in alcune canadesi): ad oggi sono stati segnalati 130 casi. Tra i sintomi ci sono perdita dell’udito, forti mal di testa, problemi di memoria, vertigini e lesioni cerebrali.
«Ci sono più prove per Bigfoot che per la sindrome dell’Avana» dice Bartholomew, statunitense espatriato in Australia dove insegna all’Università di Auckland.
«L’evidenza indica in modo schiacciante l’isteria di massa o, come viene comunemente chiamata dagli scienziati, la malattia psicogena di massa. La sindrome dell’Avana è il risultato di funzionari governativi incompetenti e di cattiva scienza. Oserei addirittura ribattezzarla Havana Syndrome Delusion, l’assurda convinzione, sulla scia di persistenti prove contrarie, che i diplomatici siamo presi di mira con un’arma energetica».
Secondo Bartholomew infatti è possibile usare il rumore come arma, ma non nel modo in cui le vittime della sindrome dell’Avana sostengono che sia successo.
«Nelle Filippine, il governo ha messo la musica di Katy Perry per interrompere una manifestazione. A parte questo esempio, il rumore non funziona bene come arma per via delle leggi della fisica». Secondo Bartholomew ci sono quattro teoria sulla sindrome dell’Avana e su cosa la provoca.
L’arma sonora. «La prima teoria è che si tratti di un'arma sonora che usa le onde per far ammalare le persone. Questo è inverosimile perché queste persone all'Avana non sono state prese di mira nell'ambasciata. Sono stati presi di mira in due grandi alberghi. Prendere di mira qualcuno in un enorme hotel sfiderebbe le leggi della fisica: il 99% delle onde sonore rimbalzerebbe contro il muro esterno. Semplicemente non funziona in questo modo».
Pesticidi. «La seconda spiegazione è che si tratti di pesticidi spruzzati per uccidere le zanzare che trasportano il virus Zika. Il problema è che non esiste nessuna neurotossina al mondo in grado di colpire solo i diplomatici americani e canadesi e le loro famiglie e nessun altro».
Effetto Frey. «La terza spiegazione è questa roba del microonde, l'effetto Frey [un fenomeno uditivo in cui le microonde o le frequenze radio generano ticchettii all'interno della testa]. Una teoria che ha guadagnato popolarità dopo che la National Academy of Sciences ha pubblicato il suo rapporto e ha affermato che potrebbe essere l'effetto Frey. Ma non erano sicuri. Leggendo attentamente il rapporto, si capisce che si trattava solo di un'ipotesi. La persona che ha identificato il meccanismo nell'effetto Frey è Ken Foster dell'Università della Pennsylvania, è un bioingegnere. L'ho contattato e ha detto che non è sicuramente l'effetto Frey».
Malattia psicogena di massa. «Quindi rimane l'unica spiegazione plausibile, che è una malattia psicogena di massa. Le prime persone infette erano agenti dell'intelligence nella stessa area. Questa è una caratteristica distintiva della malattia psicogena di massa. Segue i social network e di solito inizia in questi piccoli gruppi coesi e si diffonde verso l'esterno, ed è esattamente quello che è successo. Queste persone appartengono tutte a un ambiente di lavoro comune. C'è un alto grado di stress, si trovano in un paese straniero, sapevano di essere sorvegliati 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È una configurazione classica per l'isteria di massa».