Dagotraduzione dal New York Post
La Law Commission, agenzia di revisione legale del Parlamento del Regno Unito, ha proposto di punire chi invia fotografie di nudo non richieste, fenomeno noto come “cyberflashing”.
La legislazione inglese include gli atti osceni tra i reati sessuali, ma non è chiaro se le immagini inviate digitalmente siano comprese.
«Il cyberflash può causare seri danni. È spesso vissuto come una forma di molestia sessuale, è una sorta di intrusione sessuale coercitiva degli uomini nella vita quotidiana delle donne», ha scritto la commissione in un riassunto del rapporto.
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Il rapporto continua cercando di definire molte delle frasi gergali che circolano su Internet, tra cui il termine «d–k pic”: «Si usa per indicare una fotografia del proprio pene. Il termine si riferisce più comunemente a questo tipo di fotografie inviate a un altro o pubblicate pubblicamente».
Il professore di diritto penale Penney Lewis ha dichiarato: «Gli abusi online possono causare danni incalcolabili a coloro che sono presi di mira, ed è necessario un cambiamento per garantire che stiamo proteggendo le vittime da abusi come cyberflashing e molestie».
«Allo stesso tempo, le riforme proteggerebbero meglio la libertà di espressione restringendo la portata del diritto penale in modo che criminalizzi solo il comportamento più dannoso».
Uno studio del 2019 ha stimato che il 48% degli uomini eterosessuali ha fotografato il proprio fallo nella speranza di impressionare una donna. Il sondaggio ha rivelato che la maggior parte degli uomini «non intendeva causare danni o esiti psicologici negativi», ma la scelta è evidentemente «motivata da ideologie sessiste e misogine» che li portano a credere che le donne non consenzienti vogliano davvero sbirciare il loro pene.
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