Estratto dell’articolo di Claudio Plazzotta per “Italia Oggi”
Hai voglia a fare convegni, seminari, workshop sulla industry cinematografica, quando poi i freddi numeri ti dicono che al 14 ottobre 2024 le presenze in sala in Italia sono in calo del 5% sul 2023, che se va tutto bene si chiuderà il 2024 con 70 milioni di biglietti staccati, ovvero il 30% in meno della media degli anni pre-Covid 2017-18-19.
Che gli investimenti da tv e piattaforme in streaming (tranne Netflix) sono in netto calo mentre i costi di produzione, nel frattempo, sono cresciuti del 40%. O che i film medi non se li vuole vedere più nessuno in sala. E che l’85% delle sale stesse chiuderebbe domani senza le sovvenzioni pubbliche per gli esercenti.
Al Mia-Mercato internazionale dell’audiovisivo in corso a Roma, ci si interroga sul momento del comparto cinema in Italia. E, va detto, sembrano esserci quasi solo grandi nuvole scure all’orizzonte.
Simone Gialdini (direttore generale Anec, ovvero gli esercenti, e presidente di Cinetel) Il 2023 si era chiuso con oltre 70 milioni di biglietti venduti, una bella sorpresa, dovuta soprattutto all’estate. Nel 2024 i primi tre mesi sono stati positivi, poi il peggior maggio degli ultimi 20 anni, cui è seguito il giugno migliore di sempre grazie a Inside Out 2.
Agosto e settembre hanno rallentato, e a ottobre si viaggia a +7% sul 2023. Al 14 ottobre, nel totale anno 2024, c’è un calo del 5%, che è comunque recuperabile. Due dati interessanti da segnalare: la buona estate 2024, con un +4% da metà giugno a metà settembre. E poi la quota del cinema italiano, che pesa oltre il 20% nel 2024. Si pensi che nel 2019 era sotto il 16%.
[…] Giampaolo Letta (ceo di Medusa) […] rispetto alle medie 2017-18-19 pre-Covid. Siamo ancora a -30% di spettatori su base annua.
[…] la situazione media del cinema italiano è pesante. Basti pensare che il film nazionale col maggiore incasso è Un mondo a parte con 7,5 milioni di euro. In periodi pre-Covid questi film arrivavano tranquillamente a 10-15 milioni al box office.
Il mercato, quindi, si è ristretto, ma i costi per produrre un film sono saliti del 30-40%. Le aspettative degli spettatori si sono alzate, selezionano di più, vanno a vedere pochi film. È davvero tutto cambiato nel giro di due-tre anni: meno risorse, meno investimenti, meno ricavi dal box office, più costi.
Massimiliano Orfei (presidente PiperFilm) […] in sala funziona un prodotto marcatamente di qualità e differente rispetto a quello che posso vedere in piattaforma sul divano di casa. Quindi bisogna ricomporre questa frattura, recuperare il rapporto delle sale col genere commedia, soprattutto la media commedia italiana che è quella che ha sofferto di più.
Perché alla fin fine è la commedia che poi funziona molto in piattaforma, ma che adesso non attira pubblico al cinema.
federica lucisano foto di bacco
Federica Lucisano (ceo Lucisano media group) […] I costi sono aumentati soprattutto per colpa delle grandi produzioni internazionali che sono venute a girare in Italia grazie al tax credit. Servono più film evento. Ed è necessario un ricambio generazionale degli attori italiani, ce ne sono alcuni che fanno anche quattro film all’anno.
Massimo Proietti (ceo Vision distribution) Abbiamo detto che nel 2017-18-19 la media era di circa 91 milioni di biglietti all’anno. Ora siamo 20 milioni sotto. E non è che vadano male solo i film medi italiani. Vanno male tutti i film medi, siano essi americani, francesi, inglesi o italiani. Al cinema, insomma, si va solo per cose importanti.
[…]
Luigi Lonigro (presidente Anica-Distributori e direttore 01 Distribution) Speravamo in un 2024 in crescita del 10% sul 2023. Invece siamo a -5%. E conteniamo il calo solo grazie a due-tre titoli. Per fortuna abbiamo recuperato l’estate. Fino al 2018 il mercato italiano sostanzialmente chiudeva a maggio e riapriva a settembre. Tutto è cambiato dal 2019.
Il cinema prodotto in Italia, però, continua a mancare in sala per almeno quattro mesi all’anno, tra la primavera e l’estate, tranne quando c’è qualche produzione forte presentata a Cannes. E questo è un grande problema. Ci vorrebbero prodotti pensati ad hoc per quel periodo, e magari per un pubblico giovane. C’è poi un problema delle sale. […] solo il 35% delle sale si è ristrutturato […]
Massimiliano Orfei Massimo Proietti CINEMA VUOTO giampaolo letta foto di bacco federica lucisano cinema vuoto