Paola Tavella per “Specchio – La Stampa”
Noi boomers ci siamo già passati, ma ogni generazione ha la sua pena e quindi sta tornando l'adulterio consapevole e consensuale. New York Times ha già pubblicato numerosi vademecum per dire con delicatezza «Tesoro, questa è una coppia aperta»: introdurre l'argomento gradualmente, essere chiari, accettare la risposta, fare un rodaggio.
Il rapporto Censis-Bayer del 2019 sui costumi sessuali degli italiani fra i 18 e i 40 anni certifica che il 13,1% ha esplicite relazioni triangolari. I militanti del poliamore - chi ne fa uno stile di vita, non un accidente della storia - sono il 5,3%. Ma una lettera indirizzata il 10 maggio scorso su The Guardian a Pamela Stephenson Connolly, sessuologa, è piuttosto scoraggiante.
Un ultraquarantenne, dopo 20 anni e due figli, scrive che la sua amata moglie lo ha sempre tradito fugacemente, adesso invece sta stabilmente con un tale e gli proclama la coppia aperta.
Ma lei è dolcemente complicata, lui invece per niente, quindi si tratta di una coppia aperta solo da un lato, e non è il suo. Inoltre è insicuro poiché, le rare volte che ancora vanno a letto insieme, si sente messo a confronto con l'altro.
Se non bastasse, la dottoressa Connolly risponde che è tutta colpa sua. Sei stato troppo accomodante, caro marito devastato, ora stabilisci confini e esprimi con fermezza i tuoi sentimenti, così tua moglie ti rispetterà di più e ti troverà di nuovo eccitante.
Controbattere le argomentazioni dei fautori della coppia aperta è complicato perché tendono a porsi come più evoluti e moralmente superiori ai monogami. È essenziale ricordare che sono rarissimi i sinceri utopisti e sognatori, la maggior parte degli aperturisti vuole solo liberarsi dal senso di colpa e dalla noia dei sotterfugi. Per esempio dicono che in amore si soffre comunque, tanto vale allora torcersi per la gelosia, quindi non parliamone più (traduzione: non farmi altre scenate).
La gelosia però è un sentimento pervasivo e degradante, non si allevia o si controlla dichiarando che è inammissibile. Anche definire come vero tradimento quello della fiducia, mentre sarebbe suprema lealtà raccontarsi tutto, finisce con la rabbia di immaginare il leale partner in vacanza o in un motel con qualcun altro, mentre a casa i figli hanno la varicella ed è finito il talco mentolato.
Il risentimento è veleno per l'erotismo, sopportare una situazione incresciosa per paura o per il mutuo rende freddi sotto le lenzuola, dunque perché restare con qualcuno che non ci stimola più?
Ma - parlando di relazioni eterosessuali - c'è quello che potremmo chiamare un grosso elefante nella stanza, ovvero i dati impressionanti sulla violenza domestica e sui femminicidi, stabili e analoghi in tutto l'Occidente, per non parlare dell'altrove.
Non soltanto illustrano magnificamente quale reazione possa avere un uomo "mite", "dedito alla famiglia", "stimato professionista" di qualunque età, ceto sociale, provenienza geografica cui viene preferito un altro, ma invitano seriamente le donne alla prudenza. Gli uomini infedeli possono reagire malissimo e con paranoia anche solo al sospetto di essere ripagati con la stessa moneta, figuriamoci quando se lo sentono dire in faccia.
Uomini e donne pari non sono, pretendere il contrario è stupido e pericoloso. Forse meglio ipocrisia e menzogna: primo non indagare sull'altro, secondo negare sempre, almeno finché dalle miti sentenze dei tribunali nei confronti di violenti e assassini scompariranno le generose attenuanti per gelosia, provocazione e raptus.