1. SETTA DI FIRENZE: RAGÙ DI CARNE UMANA, SESSO DI GRUPPO, LICANTROPIA. IL MONDO MALATO DEL DIAVOLO
Biagio Chiariello per www.fanpage.it
Un lupo in grado di accoppiarsi con leoni e linci. Ma anche il dio egizio Anubi e anche il dio della sessualità. Ma soprattutto il Diavolo. Secondo la Procura di Firenze, Matteo V. era un vero proprio mago del trasformismo. Lo studente universitario della provincia di Prato è stato arrestato per aver violentato e ridotto in schiavitù un gruppo di ragazzi e ragazze. Descritto come il guru di una “setta satanica ludica”, di cui facevano parte minorenni e appena maggiorenni con disturbi dell’apprendimento, anoressici, depressi. Non a caso il 23enne deve rispondere anche di prostituzione minorile. Ora è agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con l’esterno.
Il diavolo predatore
Un predatore che sceglieva i suoi ‘discepoli’ (o meglio, le sue prede) tra i più deboli. Il Tirreno menziona la ragazza autolesionista che si taglia i polsi da quando ha 12 anni perché non si sente accettata dai genitori; il minorenne con disturbi dell'apprendimento, il ragazzo depresso, quello isolato che si sente una nullità perché è stato bocciato. Il diavolo li portava con sé, facendoli sentire importanti: entità soprannaturali destinate a recuperare i poteri persi nei secoli, grazie a riti che solo lui conosce. In realtà – ricostruisce la Procura – lo scopo sarebbe uno solo: abusare di loro, costringerli a soddisfare i suoi appetiti sessuali, con la violenza, ponendoli in una situazione di assoluta sudditanza psicologica.
Un ragù di carne umana
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Tale era la sudditanza psicologica nei confronti di Matteo V. che verso la fine del 2018, il 23enne avrebbe cucinato “un ragù di carne” per i ragazzi, raccontando loro di averlo preparato con “carne umana acquistata da un tizio che vende cadaveri a Firenze”. E tutti lo avrebbero mangiato. E a proposito di cadaveri, una vittima racconta: “Un pomeriggio di aprile mi ordinò di pugnalare la metà del cervello (animale) ancora fresco di Mensis, che era un oracolo, fui costretta farlo con il pugnale che lui stesso di aveva donato. All’interno del cervello c’era un pezzetto di carta con disegnate delle rune e il foglio presentava bruciature ai bordi. Il cervello era dentro un vaso”.
Riti vodoo e bambole
Stando alle accuse, Matteo V. praticava anche riti vodoo: dalla perquisizione nella sua casa, infatti, gli agenti hanno sequestrato una bambola vodoo senza una gamba, oltre a una fiala di sangue finto, alcune capsule di polvere rossa, una bacinella e dei sali usati per i rituali. I seguaci avrebbero testimoniato che la bambola sarebbe stata usata per provocare la morte della madre di una delle adepte, come richiesto al guru proprio dalla stessa ragazza, in un rituale avvenuto nell'auto del 23enne.
Licantropia e sesso di gruppo
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Un’altra delle vittime sostiene di aver conosciuto l'uomo a 15 anni: "Avevamo legato molto perché in quel periodo ero sola e non avevo molte amicizie" dice alla polizia. Ma ben presto l'amicizia si trasforma in altro: "Era sempre stato interessato alla licantropia e mi aveva detto che avere rapporti sessuali sarebbe stata una dimostrazione di affetto". Ma non in un rapporto esclusivo, né in un fidanzamento. Piuttosto in un rito. Infatti la ragazzina si trova a far parte del triskele, una pratica di sesso a tre, indispensabile – secondo il diavolo, per risvegliare la lincantropia. Matteo V. assume il ruolo di Reis, il lupo poliziotto; la ragazzina è Sheeva la lince, e un altro adepto suo amico un leone. "Lui (il diavolo, ndr) diceva che tutti gli uomini antropomorfi sono animali e nascosto bisessuali".
2. "FATE SESSO E SARETE SOVRUMANI": COSÌ "IL DIAVOLO" VIOLENTAVA GLI ADEPTI MINORENNI
“Fate sesso e sarete sovrumani”. Così l’universitario 23enne di Montemurlo (Prato) si rivolgeva ai giovanissimi adepti della setta da lui creata, incutendo timore e costringendoli ad avere rapporti sessuali. Tra le vittime anche minorenni. Il giovane, arrestato ieri, di fronte ai ragazzi affermava di essere “il Diavolo” e raccontava che le pratiche sessuali sarebbero servite a superare “un blocco” e a ottenere poteri soprannaturali necessari a salvare il mondo.
Stando alla ricostruzione dell’Ansa, i riti si consumavano nei boschi e le violenze avrebbero coinvolto almeno 13 ragazzi, tra cui per ora sono stati individuati due minorenni, di 17 anni. Sullo studente, iscritto dal 2016 all’Università di Firenze, gravano accuse pesanti: riduzione in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile. La setta sarebbe stata creata nel giro di un anno. L’Ansa afferma che, nel mese di febbraio, il 23enne era stato perquisito dopo la denuncia presentata dalla madre di due ragazzi e dall’Osservatorio nazionale abusi psicologici.
L’accusa iniziale ricostruiva abusi a quattro persone. Poi altre vittime hanno trovato il coraggio di farsi avanti e in poco tempo il loro numero è più che triplicato aggravando la posizione dell’universitario. Secondo gli investigatori della mobile e dello Sco, avrebbe persuaso gli adepti di averli scelti per salvare il mondo.
Per convincerli della sua sedicente superiorità e porli in uno stato di soggezione psicologica al fine di abusarne, avrebbe anche elaborato un rituale di “resurrezione”, inscenando uno strangolamento da parte di un sodale, al termine del quale si rialzava da terra fingendo di rimettersi a posto il collo. I suoi seguaci erano spesso giovani in condizioni di notevole fragilità psicologica, con problemi di isolamento, solitudine, talvolta depressione. Li aveva individuati con ricerca mirata, tramite passaparola in ambienti a lui vicini. ‘Agganciati’ e attirati in trappola, gli adepti erano costretti a sottostare ai riti con inganni e minacce di morte, verso loro stessi e verso i loro familiari.
In un caso, racconta l’Ansa, avrebbe convinto una ragazza ad avere un rapporto con lui dicendole che in caso contrario la sua sorellina di 7 anni e i suoi genitori avrebbero perso la vita. I riti prevedevano anche di sottoporsi a violenze fisiche, dalle dita negli occhi, inalazione del fumo di cristalli bruciati, detti ‘sangue di drago’, e morsi sulle braccia detti “del vampiro”: tutto sarebbe servito a recuperare i poteri delle entità nelle quali si erano incarnati in passato, “come vampiri e lupi mannari” affermava lui.
In alcuni casi le violenze avrebbero provocato nelle vittime la temporanea perdita dei sensi. Il “diavolo” asseriva anche di essere capace di trasformarsi (attraverso una pratica che chiamava “shifting”) in altre creature, impostando il timbro della voce. I seguaci erano anche costretti a inviargli foto di nudo. Le immagini, affermava il capo della setta, non venivano visualizzate da lui ma da ‘Hydra’, un’entità cibernetica presente nel suo telefono che però si attivava solo in presenza di una rete wi-fi.