Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto e Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
Mail, chat, messaggi, documenti. Da oggi gli uomini della Guardia di Finanza di Genova inizieranno ad analizzare i contenuti dei telefonini, del computer e degli altri dispositivi sequestrati al governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione dallo scorso 7 maggio nell’ambito dell’indagine che ha terremotato la Liguria.
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Gli eventuali nuovi elementi d’accusa entreranno nel già ponderoso fascicolo che lo riguarda. Come pure le audizioni di nuovi testi in programma questa settimana, fra i quali potrebbe esserci anche il sindaco di Genova Marco Bucci che si è messo a disposizione dei pm: «Non sono pentito di nulla, o forse di qualcosa sì, magari me lo tengo per me, lo dirò quando parlerò coi magistrati», ha detto criptico nei giorni scorsi.
Mentre Toti rimane ristretto nella sua abitazione, a studiare le carte in vista dell’interrogatorio da lui chiesto ai pm che non hanno ancora fissato una data. L’incertezza che aleggia intorno al faccia a faccia, dopo la decisa presa di posizione della Procura («se e quando interrogare un indagato lo decide il pubblico ministero») surriscalda la politica che in questo caso s’intreccia come non mai alla giustizia e mette Genova e la Liguria in una condizione innaturale di sospensione.
Il confronto potrebbe slittare a giugno, quando si voterà per le Europee. Al centro c’è naturalmente il tema delle dimissioni del governatore, costretto ai domiciliari senza la possibilità di parlare con terze persone.
«Ma prima di prendere qualsiasi tipo di decisione vorrei confrontarmi con la maggioranza», è il mantra di questi giorni filtrato dall’avvocato Stefano Savi che rinvia così la scelta a quando verrà revocata la misura cautelare. «Faremo un’istanza in questo senso solo dopo l’interrogatorio», ha ricordato il legale. La strada più veloce per uscire dai domiciliari si chiama dimissioni: «Venendo meno la funzione, gli arresti avrebbero ancor meno ragione d’essere», aggiunge il legale. Ma dimettersi significa cadere, e Toti, invece, resiste.
[...] il Procuratore di Genova Nicola Piacente [...] ha spiegato che l’appuntamento con la giustizia non può condizionare una Regione, ricordando che l’indagato può sempre depositare delle memorie al pm, se ha particolare urgenza di chiarire. «È ciò che gli consiglierei di fare io», suggerisce Mario Mascia, avvocato penalista, già capogruppo di Forza Italia in Consiglio a Genova e ora assessore all’Urbanistica.
GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI
Più passano i giorni e più il muro degli alleati di governo si sgretola. «Dobbiamo evitare la paralisi e bisogna verificare se ci sono provvedimenti viziati», ha dichiarato il leghista Edoardo Rixi, viceministro ligure ai Trasporti, che ha annunciato l’invio di una commissione del ministero a Genova. Ci sono di mezzo le grandi opere, la Diga, i milioni del Pnrr. Comunque sia, quella di Rixi sembra una presa di distanza. «Bisogna evitare di interrompere i piani di sviluppo di questa Regione», ha aggiunto il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. [...]
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