SI PUO' AVERE UN INFARTO LETALE DOPO UNA DIETA ESTREMA, COME SUCCESSO A SHANE WARNE? - PARLA LO SPECIALISTA IN SCIENZE DELL'ALIMENTAZIONE, EDOARDO MOCINI: "I RISCHI RIGUARDANO SOPRATTUTTO LA DURATA DEL REGIME E IL CONTENUTO NUTRIZIONALE DEGLI ALIMENTI" - "SE ESTREMA, DIFFICILMENTE RISULTA SOSTENIBILE NEL MEDIO E LUNGO TERMINE, E IN OGNI CASO NECESSITA DI VALUTAZIONE CLINICA. NON TUTTI I PAZIENTI POSSONO SEGUIRLA..." 

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Chiara Amati per il corriere.it

 

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Un infarto letale dopo aver seguito una dieta estrema. Ha suscitato scalpore la morte, a soli 52 anni, di Shane Warne, ex campione di cricket australiano deceduto il 4 marzo scorso nella sua villa in Thailandia. James Erksine, manager e amico di quello che, secondo alcuni esperti, è stato tra i cinque lanciatori al mondo più forti di sempre, ha svelato che a compromettere, fino al decesso, la salute dell’ex crickettista sarebbe stata una dieta estrema a base di soli liquidi che Warne stava seguendo già da 14 giorni, nel tentativo di tornare al suo peso forma. Pare, sempre secondo Erksine, che Warne non fosse nuovo a soluzioni «radicali» per rimettersi in forma.

 

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Ricordando che le diete devono essere sempre intraprese solo dopo avere consultato un medico specializzato - che ritaglierà un regime alimentare su misura tenendo conto del paziente che ha davanti, dell’età, del sesso, di eventuali patologie e del suo stile di vita in generale - abbiamo chiesto a Edoardo Mocini, medico chirurgo, specialista in Scienza dell’alimentazione, ma anche ricercatore oltre che vincitore dell’ultima edizione dei Cook Awards nella categoria «Food reporting», che cosa si intenda per dieta liquida. Ecco, nelle prossime schede, tutte le risposte, i rischi e le conseguenze.

 

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Dottore, che cosa si intende per dieta liquida?

«In genere, in ambito medico, si intende banalmente l’assunzione di soli alimenti liquidi. Negli ultimi anni ha assunto il significato anche di protocollo dietetico, per lo più mirato al dimagramento, che utilizza integratori o pasti sostitutivi come ad esempio le polveri da miscelare o direttamente le bevande».

 

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La maggior parte delle diete liquide, di cui esistono diversi tipi, tende a coprire tutti, o quasi, i pasti della giornata con succhi di frutta, frullati, estratti e centrifugati vegetali.

Le diete liquide possono essere di due tipi:

— totalmente liquide: non contemplano cioè alimenti diversi dalle formule previste;

— parzialmente liquide: con un pasto al giorno, in genere la cena, o gli spuntini solidi.

 

Di Shane Warne si dice che abbia optato per una dieta liquida estrema. Quali sono i rischi nel caso specifico?

«I rischi, così come la sicurezza di un qualsivoglia regime alimentare, riguardano soprattutto la durata del regime stesso e il contenuto nutrizionale degli alimenti che vengono utilizzati. Nel caso di una dieta liquida, se i nutrienti sono bilanciati potrebbe anche essere valida dal punto di vista organico. Tuttavia, specie se estrema, difficilmente risulta sostenibile nel medio e lungo termine. Inoltre se i prodotti sostitutivi utilizzano un bilancio di nutrienti che punta alla chetosi - stadio metabolico a cui si arriva introducendo un ridotto contenuto di carboidrati - andrebbe sostenuta solo previo stretto parere medico, tenendo ben monitorate le condizioni cliniche. E portata avanti esclusivamente sotto il controllo di professionisti qualificati. Non esistono alternative. Diversamente i rischi potrebbero essere altissimi».

 

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Quindi niente fai-da-te, ma sempre una valutazione clinica a monte...

«Esatto. L’eventuale prescrizione di dietoterapie drastiche, come queste, necessita assolutamente, e sottolineo assolutamente, di una valutazione clinica per verificare eventuali comorbidità (pregresse patologie cardiache, funzionalità epatica e renale, eventuali disturbi del comportamento alimentare) e altri dati anamnestici (abitudine al fumo, consumo di alcol e attività fisica o meno). Questo quadro, all’interno della valutazione della prescrivibilità, ci permette di stabilire che determinati pazienti non possono, né devono essere sottoposti a simili regimi alimentari. In caso contrario, potrebbero andare incontro a gravi problemi di salute e persino alla morte».

 

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Dottor Mocini, esistono situazioni in cui è possibile intraprendere una alimentazione esclusivamente liquida?

«Sì. In ambito clinico, una dieta liquida si può portare avanti quando si voglia raggiungere un obiettivo clinico a breve termine, ad esempio dopo un intervento che si ripercuote sulle nostre capacità di masticazione (banalmente, un’estrazione dentale) oppure dopo interventi all’apparato digerente, allo stomaco e all’intestino. Situazioni in cui non possiamo stressare le pareti gastro-intestinali con il “passaggio fisico” di cibi solidi. A scopo dimagrante esistono protocolli dietetici utili soprattutto a pazienti che hanno necessità di perdere grandi quantità di peso in pochissimo tempo (ad esempio prima di un intervento chirurgico, allo scopo di abbassare il rischio anestesiologico). Va, però, segnalato che risultati analoghi si possono ottenere anche con diete che non utilizzano prodotti simili».

 

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Nei casi sopraccitati, per quanto tempo una dieta liquida potrebbe essere seguita?

«Per il tempo minimo necessario al recupero delle funzioni digestive o al raggiungimento di specifici obiettivi clinici, sempre in un contesto protetto e rigorosamente supervisionato da un controllo clinico».

 

In definitiva quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una dieta liquida?

«Se da una parte mette a riposo il nostro sistema gastrointestinale soprattutto nel caso di specifiche esigenze cliniche - penso ad esempio alle situazioni postchirurgiche -, dall’altra una dieta liquida presenta diversi svantaggi che riguardano in primis la palatabilità e la sostenibilità. Nel caso di protocolli commerciali a scopo dimagrante, lo svantaggio risiede principalmente nella mancanza di educazione alimentare che, molto difficilmente, permette una perdita di adipe senza il recupero del peso. Si va così incontro al più classico degli effetti yo-yo, specie se il percorso non prevede una fase dietoterapica di reintroduzione degli alimenti volta all’acquisizione di abilità e capacità di gestione della propria quotidianità. Fase, questa, in cui sarebbe opportuno che il cibo venisse masticato. Se poi ci accorgiamo che un determinato regime dietetico ci porta alla perdita di molti chilogrammi - non necessariamente di adipe, potendo un protocollo aggressivo e non ben studiato intaccare anche la massa magra - e a una rapida ripresa di quegli stessi chilogrammi, è opportuno interrompere l’effetto yo-yo con l’aiuto di professionisti qualificati. Ricordo che, per quanto affascinanti e invitanti, certi protocolli che promettono dimagramenti rapidi e senza fatica possono essere dannosi sia nel breve termine, per la possibile malnutrizione, sia nel medio-lungo periodo, per gli effetti negativi della perdita-recupero repentina del peso. Il benessere non passa necessariamente dal dimagrimento, quanto piuttosto dal miglioramento dello stile di vita complessivo e, di conseguenza, dello stato di nutrizione».

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