Mauro Evangelisti per "Il Messaggero"
le varianti circolano a scuola
Le varianti del Covid stanno chiudendo le scuole. Ciò che non è stato deciso per decreto, sta avvenendo per effetto del contagio. E sulle ali della mutazione inglese che colpisce con più efficacia i minori (per fortuna senza effetti gravi sulla loro salute) causa una dopo l'altro lo stop delle lezioni, come tessere di un domino. I dati dell'Istituto superiore di sanità sono emblematici: il 17,5 per cento dei nuovi casi positivi, nell'ultimo mese, è rappresentato da under 18, dunque da studenti.
Questa percentuale, nei primi mesi della pandemia, era attorno al 2-3 per cento. Oggi un positivo su 5 è un giovanissimo a conferma che la variante inglese corre più facilmente tra i banchi. Altri dati: nel Lazio ci sono tre città in zona rossa, vale a dire Colleferro, Carpineto Romano e Roccagorga e tutti i focolai sono stati originati dalle scuole.
Nella Capitale ogni giorno c'è almeno un istituto che si ritrova con le classi in quarantena a causa dei contagi: ieri è stata la volta di una scuola del quartiere Salario dove è stato scovato un caso di variante brasiliana, collegato all'Umbria, dopo che nei giorni scorsi erano stati trovati anche positivi con la mutazione inglese. In totale negli ultimi tre giorni, solo a Roma, sei scuole chiuse per il virus, più spesso per la presenza della mutazione britannica.
DAL CENTRO AL NORD
In provincia di Perugia la variante brasiliana ha causato la chiusura con la zona rossa dopo che la sua diffusione ha interessato anche gli istituti. In Lombardia a Bergamo nell'ultima settimana sono risultati positivi 78 studenti, con 71 classi in quarantena. A Gussago, in provincia di Brescia (dove sono state decise nuove limitazioni) dodici bambini in una scuola materna sono positivi alla variante inglese, mentre in un istituto di Milano è stata individuata anche la brasiliana.
L'azienda sanitaria del capoluogo lombardo ha calcolato il numero di positivi tra studenti e insegnanti: «Dall'inizio dell'anno scolastico, l'Ats Città Metropolitana di Milano ha ricevuto segnalazioni di 12.778 casi positivi a Sars-CoV-2, di cui 8.943 alunni e 3.835 operatori». Altri focolai scolastici in Emilia-Romagna e ora, a causa delle varianti che interessano anche le scuole, sarà necessario rafforzare le limitazioni in alcune aree come l'Imolese e San Benedetto Val di Sambro (Bologna).
In sintesi: anche se a parole si continua a ripetere che le scuole devono restare aperte, l'andamento dell'epidemia sta vanificando il tentativo di garantire l'anno scolastico. Resta anche da capire se abbia senso avere concentrato tutte le forze per vaccinare con AstraZeneca gli insegnanti (rallentando così l'immunizzazione di massa) quando gli under 18 non possono ricevere l'iniezione visto che non esiste ancora un prodotto autorizzato per loro.
In questo modo nelle aule il virus continuerà a circolare, raggiungerà comunque le famiglie e saranno, come sta avvenendo, sospese le lezioni. Quindi avremo da una parte scuole chiuse ma insegnanti vaccinati, dall'altra lavoratori di servizi di prima necessità, come la cassiera di un supermercato aperto anche durante il lockdwon, che continueranno a restare a contatto con la gente e saranno vaccinati solo in autunno, visti i ritmi attuali.
I GOVERNATORI
L'altro giorno, in un colloquio con il Messaggero, il professor Roberto Cauda (Direttore di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli) ha spiegato: «Ormai gli studi che ci arrivano dai colleghi britannici confermano che la variante inglese si diffonde più facilmente tra i minori. Valutiamo, quanto meno, di ricorrere alla Dad alle superiori».
Le Regioni, nel documento approvato l'altro giorno e inviato al governo, chiedono nell'ultimo paragrafo maggiori margini di manovra per fermare le lezioni quando il livello dell'epidemia lo richiede: servono dei parametri dei contagi per decidere quando chiudere le scuole.
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