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Si tratta di una zona misteriosa che, si suppone, possa regalare alle donne orgasmi incredibili quando viene stimolata. Tuttavia, per molti anni, sia gli scienziati che gli uomini, causando frustrazione nelle loro partner, non sono stati in grado di dimostrare l'esistenza del punto G.
Ora, tuttavia, dei ricercatori in Turchia affermano di avere prove concrete che questa zona erogena esista davvero. Questa convinzione è nata dopo che è stato notato che le donne sperimentavano orgasmi meno frequenti e meno intensi dopo un intervento chirurgico effettuato in questa delicata area.
Gli operatori sanitari hanno seguito attentamente decine di donne per un periodo di sei mesi dopo un intervento chirurgico volto a trattare il prolasso vaginale, che mira a rafforzare i muscoli nella parete anteriore della vagina. Si crede che sia proprio in questa zona che risiede il punto G, situato qualche centimetro all'interno delle pareti superiori della vagina.
Sebbene i livelli di eccitazione delle donne siano rimasti invariati dopo l'intervento, i risultati hanno mostrato una riduzione del piacere sessuale. Gli autori dello studio hanno avanzato l'ipotesi che il punto G potrebbe essere stato danneggiato durante l'intervento chirurgico, pur riconoscendo che la sua esistenza è ancora oggetto di dibattito.
In ogni caso, gli operatori sanitari dovrebbero considerare alternative per il trattamento del prolasso della parete anteriore della vagina, come la terapia laser, che potrebbe preservare il piacere sessuale. Il termine "punto G" prende il nome dal ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, il primo a descrivere scientificamente questa zona produttrice di orgasmo negli anni '50. Tuttavia, è stato il dottor Frank Addiego e i suoi colleghi, negli anni '80, a coniare il termine in onore del dottor Gräfenberg, mentre scrivevano sull'eiaculazione femminile.