Estratto dell’articolo do Nino Amadore per “Il Sole 24 Ore”
L’ultima riunione della cabina di regia sulla crisi idrica in Sicilia si è svolta un paio di giorni fa. Ed è durata parecchio. È evidente che c’è molta apprensione anche alla luce dei dati sul riempimento degli invasi anzi per meglio dire dello svuotamento, visto che la pioggia delle scorse settimane non ha portato alcun beneficio.
RENATO SCHIFANI E GIORGIA MELONI - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
A preoccupare più di tutti è la Diga Ancipa, sui Nebrodi, gestita dall’Enel che da tempo ha fermato l’attività mentre le condotte che trasportano l’acqua nelle province di Caltanissetta e Enna sono affidate a Siciliacque, soggetto di sovrambito controllato da Regione Siciliana e Italgas: l’invaso a fronte di una capacità di trenta milioni di metri cubi oggi contiene poco più di due milioni di metri cubi e sono in corso i lavori per costruire due zattere che consentano di tirare fino all’ultimo goccio di acqua. Una situazione che ha già provocato non pochi problemi a Caltanissetta e provincia.
Ma la situazione è drammatica in tutta la regione e quello che possiamo definire il piano pozzi e autobotti, avviato dalla Protezione civile regionale guidata da Salvo Cocina, ha evidentemente portato solo pochi benefici: l’invito ai sindaci di trovare nuovi pozzi è spesso caduto nel vuoto, è stato finanziato l’acquisto di 190 autobotti ma è capitato che dalle province bisognose (Caltanissetta è tra queste) non siano arrivate dagli amministratori domande.
«Mi accusano di invitare i sindaci a fare i rabdomanti - dice Cocina - ma noi abbiamo fornito alle amministrazioni l’elenco dei pozzi, loro conoscono il territorio e in caso di bisogno possono intervenire con provvedimenti che sono legittimati a prendere». Sul fronte degli interventi urgenti finanziati dalla Protezione civile nazionale e dalla Regione, «i quasi 50 milioni di euro sono stati già tutti utilizzati e la “nuova” acqua immessa in rete è di circa mille litri al secondo e altri mille lo saranno prossimamente - si legge in un comunicato della Regione -. Adesso, si attende una seconda tranche di venti milioni di euro che Palazzo Chigi aveva garantito al presidente Schifani in occasione della riunione del Consiglio dei ministri dello scorso 6 maggio. E un ulteriore finanziamento di 50 milioni di euro per investimenti, tra irriguo e potabile, sarà inserito dal governo regionale nel prossimo assestamento di bilancio, in corso di predisposizione».
Il governatore siciliano Renato Schifani ancora ieri ha ribadito che «non si devono solo tappare i buchi ma elaborare soluzioni per mettere in sicurezza il nostro sistema idrico.[…]».
In questi mesi i sindaci hanno emanato ordinanze funzionali al risparmio idrico potabile: in questo caso i dati dicono che sono poco più di due milione i cittadini interessati dalla crisi idrica. C’è una data che fa paura, in assenza di precipitazioni significative e dunque di disponibilità di acqua: gennaio. […] Gli altri invasi sono in sofferenza ed in particolare quelli per uso potabile, in assenza di precipitazioni, esauriranno i volumi utili tra il mese di novembre e il prossimo mese gennaio».
E intanto in tutta la regione crescono le proteste. […] Protestano a Caltanissetta, ad Agrigento, mentre a Enna la Procura ha aperto un’inchiesta sulla gestione della crisi e sui servizi. Dal 7 ottobre a Palermo entra in vigore il piano di razionamento deciso da Amap, la municipalizzata che gestisce il servizio, la quale ha disposto l’interruzione dell’erogazione dell’acqua una volta a settimana, a rotazione in diversi quartieri, per una durata di 24 ore.
RENATO SCHIFANI, GIORGIA MELONI E FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
I vertici dell’Amap lo hanno definito “piano sperimentale” e, a ben vedere la cartina delle zone interessate, è esclusa dal razionamento tutta l’area centrale della città. Tra un mese sarà fatta una verifica ma l’obiettivo sembra chiaro: prendere tempo in vista dell’inverno. Sempre che piova. In caso contrario la Protezione civile regionale ha un piano: i silos al centro delle piazze dei comuni in emergenza per dare acqua alla gente munita di bottiglie e bidoni. Uno scenario che la cabina di regia avrebbe messo nero su bianco: tra Enna e Caltanissetta, dicono i bene informati, si è alla ricerca di silos, in acciaio o in plastica alimentare, da installare nelle piazze dei centri abitati che entro un mese rischiano di restare secco.
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