Alice Politi per www.vanityfair.it
Con milioni di persone in tutto il mondo attualmente costrette a lavorare da casa – molte delle quali private per diverso tempo dal contatto fisico con potenziali partner sessuali – è pressoché inevitabile che ciò accada. Deve esserne convinto il sito di accessori e regalistica online australiano Yellow Octopus, il quale ha deciso di effettuare un sondaggio che ha finito per confermare ciò che già dal principio aveva intuito: molti dipendenti costretti in isolamento a casa dalla pandemia di Covid-19 hanno praticato autoerotismo, sexting o semplicemente focalizzato la loro attenzione su tematiche hard, anche durante le ore in cui si trovavano in smart working.
La società ha intervistato oltre 1.000 persone tra Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Canada a proposito del loro comportamento durante le ore di lavoro da casa, al fine di comprendere meglio come venisse trascorso il tempo e scoprire cosa accadesse realmente “a porte chiuse”. I ricercatori hanno anche esaminato la frequenza con cui le persone si sono concesse un drink mentre lavoravano, quanto tempo trascorrevano in attività non legate al lavoro e quante volte accedevano alle videochiamate dal bagno (circa una su tre). I risultati più convincenti, tuttavia, sono stati quelli relativi alle inclinazioni sessuali degli smart worker.
Fra gli intervistati, il 35% degli uomini e il 17% delle donne ha ammesso di aver praticato autoerotismo durante le ore di lavoro e soltanto un quarto di loro si è sentito in colpa per averlo fatto. Gli intervistati più giovani rappresentano la fascia d’età più avvezza a tale pratica: la maggior parte dei “praticanti” (il 31,3 per cento) sono risulati quelli tra 18 e 24 anni.
Circa un quarto di coloro che hanno ammesso di essersi masturbati mentre lavoravano avevano invece un’età compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre le fasce di età da 45 a 54 anni e da 55 a 64 rappresentano entrambe circa il 21 per cento dei casi, con un 8,3 per cento di lavoratori intenti a darsi piacere nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni.
Ma c’è di più: gli uomini, in particolare, hanno ammesso di aver guardato video porno durante le ore di lavoro tre volte in più rispetto alle donne (il 33,9 per cento contro l’11,3 per cento).
Alla luce di questi risultati, c’è chi ha suggerito che questi comportamenti amorosi possono effettivamente consentire ai lavoratori di aumentare la produttività, come dimostrerebbe una ricerca sulla masturbazione che l’ha decretata un mezzo per allentare la tensione, migliorare l’umore e ottenere maggiore concentrazione. Lo stesso si può dire per il sesso: inonda il cervello di dopamina, endorfine e ossitocina, riducendo i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Il che ci conduce a un’ulteriore scoperta.
In risposta alla domanda “Hai mai fatto sesso mentre lavoravi da casa?“, Il 24% degli uomini e il 19% delle donne ha risposto affermativamente. Ancora una volta, la probabilità che qualcuno facesse sesso sul posto di lavoro aveva una stretta relazione con l’età: circa il 28 per cento di chi ha risposto di sì aveva tra i 18 e i 24 anni, mentre erano poco meno del 14 per cento quelli di età compresa tra 65 e 74 anni.
Oltre alla masturbazione e al sesso fisico, il 5,4 per cento dei partecipanti al sondaggio ha anche ammesso di essersi intrattenuto in una chat sessuale con un collega durante un programma di videoconferenza come Zoom. Quasi l’11% di questi aveva un’età compresa tra 18 e 24 anni, seguita dalla fascia d’età compresa tra 45 e 54 anni. Solo il 2,8% delle persone di età compresa tra 65 e 74 anni ha invece dichiarato di essere stato coinvolto in una sorta di video-chat erotica.
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