SOSPESI "CAUTELATIVAMENTE" IL MACCHINISTA E IL CAPOTRENO DEL CONVOGLIO DERAGLIATO IERI A CARNATE, IN BRIANZA - I DUE ERANO AL BAR QUANDO IL TRENO HA INIZIATO A SCIVOLARE VIA, MOSSO DA UNA PENDENZA IMPERCETTIBILE - COME E’ POSSIBILE? IL MACCHINISTA NON AVEVA “STAZIONATO” IL TRENO, CIOÈ NON AVEVA AZIONATO I FRENI PER LA SOSTA - A BORDO C’ERA UN SOLO PASSEGGERO, UN NORDAFRICANO DI 49 ANNI, CHE ERA IN UNO DEI VAGONI DI CODA, SE L’È CAVATA CON UNA CONTUSIONE AL GINOCCHIO…

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1 - TRENO DERAGLIATO: SOSPESI MACCHINISTA E CAPOTRENO 

 (ANSA) - Sono stati sospesi "cautelativamente" il macchinista e il capotreno del convoglio deragliato ieri a Carnate, in Brianza. Trenord, spiega una nota della società, "ha offerto loro un servizio di supporto psicologico". L'azienda, che gestisce il trasporto ferroviario regionale, "si è messa a disposizione e collabora attivamente con gli inquirenti e con la magistratura, fornendo tutte le informazioni necessarie all'indagine, a partire dalla 'scatola nera' della locomotiva, attualmente sotto sequestro".

 

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Alle 6.20 di oggi il traffico ferroviario fra Monza e Calolziocorte è ripreso gradualmente, su un unico binario, nella stazione di Carnate. Nel corso della notte è iniziata la rimozione dei vagoni che saranno poi demoliti. "I treni da e per la Valtellina - ricorda Trenord - circolano regolarmente; la suburbana S8 Lecco-Milano offre un treno all'ora; Paderno d'Adda è servita da bus. Tutte le informazioni sui provvedimenti di circolazione sono disponibili in tempo reale sul sito Trenord.it e sull'App Trenord.

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2 - MACCHINISTA E CAPOTRENO AL BAR: IL TRENO PARTE DA SOLO DEVIATO SU UN MURO

Giampiero Rossi e Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”

 

«Due caffè». Macchinista e capotreno sono al banco del bar-vineria a pochi metri dalla stazione di Paderno D'Adda (Lecco). Sorseggiano dalle tazzine. Poi uno fa un'altra ordinazione: «Un panino alla pancetta, ma da portare via». Quindi i due ferrovieri escono a fumare sotto il pergolato. Alle 11.55 il capostazione irrompe sotto il pergolato urlando: «Il treno, ragazzi. Si muove il treno. Se ne va».

 

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Le telecamere di sicurezza del bar riprendono macchinista e capotreno che iniziano a correre verso la banchina. Il convoglio 10776 di Trenord, che sarebbe dovuto partire alle 12.22 con destinazione Milano Porta Garibaldi, sta scivolando via, mosso da una pendenza impercettibile, non visibile a occhio nudo, che lo sta riportando verso Sud. I ferrovieri arrancano, provano a salire in corsa, cadono rovinosamente sulla ghiaia, e per questo verranno soccorsi dalle ambulanze per lievi escoriazioni.

 

Alla fine della giornata gli investigatori della Polizia ferroviaria e i magistrati della Procura di Monza (che hanno aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo) avranno già una chiara spiegazione di quel che è accaduto: il macchinista non ha «stazionato» il treno. Di fatto non ha azionato i freni per la sosta.

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E il convoglio, arrivato a Paderno D'Adda alle 11.39, dopo un quarto d'ora abbondante in cui è rimasto «in bilico», s' è rimesso in moto, rotolando giù, di nuovo in direzione Milano, del tutto fuori controllo. Prima lentamente, poi a velocità sempre più alta. Un treno «fantasma», senza macchinista, senza guida, con un solo passeggero a bordo (un nordafricano di 49 anni) corre sui binari della Lombardia puntando Milano, accelera sempre più, percorre un lungo curvone verso Sud, nella campagna, tra capannoni e rare palazzine. Si materializzano scenari drammatici.

 

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Nella sala di controllo però in quel momento è già scattato l'allarme. Gli uomini che gestiscono il traffico ferroviario su quella tratta attivano subito le procedure di sicurezza: per prima cosa abbassano i tre passaggi a livello sul percorso; poi iniziano ad attivare gli scambi e all'ingresso della stazione di Carnate instradano il treno fuori controllo su un binario «morto», lasciando che si schianti contro un muro. L'urto è devastante: la locomotiva in testa sfonda la costruzione, sale su una pendenza (il giardino di un condominio) e la scavalca, si gira su se stessa e rimbalza di traverso in mezzo ai binari, trascinandosi dietro almeno altri due vagoni che si sganciano e s' accartocciano.

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Arrivano ambulanze, elicotteri del 118, Vigili del fuoco, Volanti, carabinieri, polizia ferroviaria. Iniziano a ispezionare l'interno del treno. Si teme una strage. Il treno però era quasi del tutto vuoto: i passeggeri arrivati a Paderno alle 11.39 erano scesi, quelli che avrebbero dovuto partire alle 12.22 non erano ancora a bordo. I soccorritori trovano solo quell'uomo che era salito in anticipo e che, trovandosi in uno dei vagoni di coda, se la cava con una forte contusione al ginocchio.

 

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Nel sopralluogo successivo le «maniglie» (come vengono chiamate in gergo) vengono trovate tutte «sfrenate». Insomma, il treno non sarebbe stato bloccato. Un gesto che ogni macchinista compie migliaia di volte, e per questo il tam tam dei ferrovieri stenta a credere possibile una «dimenticanza». Saranno le scatole nere, sequestrate dalla Polfer, a dire cosa è successo.

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