Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Troppa gente in strada nonostante il divieto di uscire di casa senza comprovato motivo, controlli rinforzati per le prossime festività, ma anche polemiche sull' inizio della fase 2 della lotta al coronavirus, con il commissario per l' emergenza Angelo Borrelli che si corregge dopo aver ipotizzato in un' intervista il primo maggio a casa («Non credo che questa situazione passerà per quella data» ma soprattutto un inizio di riapertura non prima di metà maggio: «16 maggio? Se l' andamento non cambia potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo, dipende dai dati».
Stizzita la replica del presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli per il quale «le date per la proroga piuttosto che l' allentamento delle misure di distanziamento sociale spettano solo e unicamente al decisore politico che darà le indicazioni, sicuramente anche con un confronto con noi, all' intero Paese. Questo va detto chiaramente».
Una presa di posizione, accompagnata dalla bagarre politica, che ha spinto lo stesso Borrelli a rettificare: «Per la fase 2 al momento c' è una sola data, il 13 aprile, così come annunciato dal presidente del Consiglio. Le mie parole sono state equivocate. Ho solo detto che le misure sono determinate in base all' evoluzione della situazione, questo è un virus nuovo e non possiamo fare previsioni».
Sul fronte dei controlli ormai da giorni, in vista del fine settimana di Pasqua - e poi del 25 Aprile e del Primo maggio -, è scattata un' ulteriore stretta del ministero degli Interni contro le uscite di casa fuorilegge, confermate dall' utilizzo di droni e dalle analisi svolte dalle amministrazioni locali con i gestori telefonici che hanno intercettato gli spostamenti dei cittadini. Da qui l' aumento di posti di blocco su autostrade, statali e provinciali, ma anche arterie cittadine. Fermati anche ciclisti e pedoni.
controlli al tempo del coronavirus
Soltanto giovedì scorso le forze dell' ordine hanno controllato 246.829 persone e 97.698 attività commerciali, con 7.659 sanzioni (che si aggiungono alle oltre 7 mila di mercoledì), 85 denunce per false autodichiarazioni e altre 24 per violazione della quarantena. Multe anche a 258 commercianti mentre le attività chiuse sono state 53. In soli otto giorni le persone sorprese fuori casa senza una giustificazione sono state 43.558 con 354 accusati sempre di epidemia. Un' impennata di casi che segue un aumento dei posti di blocco e delle verifiche, ma anche una conferma inquietante del fatto che più di qualcuno pensa che si possa abbassare la guardia.
Dall' 11 marzo scorso sono oltre quattro milioni e 300 mila le persone controllate e quasi due milioni gli esercizi commerciali. A Bergamo, sempre giovedì, 145 sanzioni su 3.172 controlli, a Milano 369 su 17.639, a Roma circa 400 su 23 mila. A Treviso come a Catanzaro i vigili urbani hanno notato un aumento ingiustificato dei movimenti. Da Trento a Caltanissetta le prefetture hanno invece disposto controlli rinforzati sulle strade che portano alle località di villeggiatura e alle seconde case che potrebbero essere prese d' assalto nei prossimi giorni.
controlli al tempo del coronavirus
A preoccupare è poi sempre la situazione nelle carceri. Il Pg della Cassazione Giovanni Salvi ha scritto ai capi delle Corti d' Appello evidenziando che «il rischio epidemico è concreto e attuale» e per questo motivo «occorre incentivare la decisione di misure alternative idonee ad alleggerire la pressione delle presenze non necessarie in carcere limitatamente ai delitti che fuoriescono dal perimetro presuntivo di pericolosità e con l' ulteriore necessaria eccezione legata ai reati da codice rosso».