GLI STATI UNITI SONO PRONTI A FORNIRE ALL'UCRAINA UNA VERSIONE DEI MISSILI ATACMS A LUNGO RAGGIO ARMATI CON BOMBE A GRAPPOLO ANZICHÉ CON UNA SINGOLA TESTATA – LA DECISIONE FINALE SULLA FORNITURA SPETTERA’ A JOE BIDEN…

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JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS

(ANSA) - WASHINGTON, 22 SET - L'amministrazione Biden è vicina all'annuncio che fornirà all'Ucraina una versione dei missili Atacms a lungo raggio armati con bombe a grappolo anziché con una singola testata: lo scrive il Washington Post, citando diverse persone a conoscenza del dossier. Nei giorni scorsi le discussioni tra agenzie sull' opportunità di approvare le armi sono salite ai livelli piu' alti, anche se la decisione finale spetta al presidente. Secondo vari media Usa, un piccolo numero di Atacms arriveranno nelle prossime settimane, mentre altri potrebbero essere forniti successivamente.

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'BIDEN PROMETTE GLI ATACMS', ZELENSKY VOLA DA TRUDEAU 

(di Claudio Salvalaggio) (ANSA) - WASHINGTON, 22 SET - Volodymyr Zelensky avrà i tanto agognati missili a lungo raggio americani Atacms, anche se in numero limitato: glieli ha promessi Joe Biden nell'incontro alla Casa Bianca, come ha rivelato Nbc, senza precisare però i tempi dell'annuncio e della fornitura. Poco prima dello scoop, Zelensky si era lasciato scappare su un media ucraino che "sarà come con gli F-16".

 

Ancora una volta quindi il presidente Usa cambia posizione tenendo conto dell'evoluzione del conflitto sul terreno, dopo aver negato a lungo questo tipo di missili per il timore di attacchi ucraini in territorio russo e di una conseguente escalation della guerra. Con gli Atacms Kiev potrà colpire obiettivi fino a circa 300 km, mettendo nel mirino linee di rifornimento, ferrovie e posizioni di comando e controllo dietro il fronte russo.

 

JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS

La notizia arriva mentre Zelensky, reduce dagli interventi all'assemblea generale dell'Onu e dalla visita a Washington, ha proseguito ad Ottawa il suo tour nordamericano a caccia di aiuti e solidarietà in un momento critico: nel fronte occidentale stanno infatti emergendo alcune crepe, dalla Polonia ad una frangia di conservatori in Usa, dove hanno la maggioranza alla Camera, ma anche in Canada, dove tuttavia non controllano nessun ramo del parlamento e non sono previste elezioni a breve (ma sono avanti nei sondaggi). Per il presidente ucraino si tratta della prima visita dopo l'inizio dell'invasione russa e dell'ultimo Paese del G7 in cui ha fatto tappa.

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Dopo un bilaterale con il premier Justin Trudeau, che gli ha ribadito un sostegno "incrollabile" finché servirà, e con la governatrice generale del Canada Mary Simon, Zelensky ha tenuto un discorso al parlamento diventando il quinto leader straniero a farlo per due volte (la prima virtuale lo scorso anno), come Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Il giorno prima invece lo speaker repubblicano della Camera Usa Kevin McCarthy gli aveva negato Capitol Hill, sempre più ostaggio dei deputati trumpiani decisi a tagliare i fondi a Kiev, compresi i 24 miliardi chiesti da Joe Biden che, nel frattempo, ha confermato a Kiev un nuovo pacchetto di aiuti da 325 milioni.

 

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"Grazie per il vostro aiuto, siete con noi sin dai primi giorno dell'invasione, spero che resterete al nostro fianco sino alla nostra vittoria", ha detto il leader ucraino rivolgendosi al popolo ucraino. Poi è volato con Trudeau a Toronto per un incontro con gli imprenditori canadesi "per rafforzare gli investimenti del settore privato nel futuro dell'Ucraina": la gara per la ricostruzione del resto è già iniziata, dall'Italia alla Germania, benchè un accordo di pace sembri ancora lontano, e comunque improbabile prima delle presidenziali russe di marzo. In programma anche un evento con i canadesi di origine ucraina, con l'intervento della vicepremier Chrystia Freeland, la cui madre è ucraina e che ha cresciuto i figli parlando la lingua materna.

 

Il Paese riveste un significato particolare perché conta la seconda diaspora ucraina più grande al mondo dopo la Russia, con circa 1,4 milioni di persone. Il Canada inoltre è sempre stato in prima fila negli aiuti a Kiev, accogliendo oltre 175 mila profughi e fornendo circa 3,7 miliardi di dollari di assistenza finanziaria, oltre a 1,8 miliardi di armi, tra cui 2 Leopard, munizioni, veicoli blindati, sistemi di artiglieria e di difesa aerea, addestramento per le truppe ucraine in Lettonia.

 

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