(ANSA) - E' un'Australia in apparenza piuttosto fredda, ma non particolarmente interessata neppure a riaprire il dibattito fra monarchia e repubblica, quella che attende dalla fine di questa settimana la visita di re Carlo III: alla prima missione all'estero in un altro continente, con al fianco l'inseparabile regina Camilla, dopo la diagnosi di cancro d'inizio anno e l'esito "incoraggiante" nelle parole dei medici di una prima fase di terapie.
A confermarlo sono gli ultimi sondaggi che rimbalzano sui media del Regno Unito dalla grande isola dell'Oceania, uno degli Stati ancora soggetti alla corona di casa Windsor fra i membri del Commonwealth nato dalle ceneri dell'Impero britannico. Paese in cui il 75enne Carlo arriverà in veste di capo dello Stato, accolto debitamente dal premier federale, il laburista di origini italiane Anthony Albanese, repubblicano per tradizione quanto rispettoso (e reduce dall'essere salito al potere archiviando per ora i piani per un nuovo referendum istituzionale dopo quello vinto nel 1999 dai monarchici); ma snobbato dai capi dei governi locali dei sei territori che compongono la federazione australiana.
Un Paese sempre più multietnico, del resto, nel quale in base a una rilevazione statistica appena diffusa non più del 36% della popolazione attuale identifica le proprie origini come inglesi o anglosassoni. E che nelle interviste di tante persone - giovani e non solo - mostra talora persino d'ignorare la notizia del viaggio del sovrano.
Mentre in materia istituzionale, un sondaggio fresco di pubblicazione realizzato da YouGov sembra fotografare una situazione di sostanziale stallo, sullo sfondo di un interesse non esattamente prioritario a riaprire il dibattito: con un 35% di monarchici convinti contro un 32% di repubblicani, un 12% orientato a rinviare ogni eventuale revisione del dossier a dopo la morte del re attuale e ben un 21% d'indifferenti senza opinione.
re carlo e camilla visitano un centro oncologico 3
Anche se un sondaggio online più specifico, realizzato a margine dell'incoronazione a Londra di Carlo e Camilla nel maggio 2023, aveva indicato - di fronte a un'ipotetica scelta bis secca fra sì e no alla corona - un 60% di favorevoli al sì.
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