UNA STORIA DI CONVERSIONE: DA NEONAZI AD ATTIVISTA ANTIRAZZISTA ED EBREO OSSERVANTE - L'INCREDIBILE PARABOLA DI FRANK MEEINK, L'UOMO DIETRO LA VERA STORIA DI "AMERICAN HISTORY X" - MEEINK INIZIO' IL SUO PERCORSO DI CAMBIAMENTO DOPO ESSERE FINITO IN CARCERE, PER AVER RAPITO E TORTURATO UN ATTIVISTA ANTIFA', DOVE FECE AMICIZIA CON DUE AFROAMERICANI - MA IL VERO INCONTRO CHE CAMBIO' LA SUA VITA FU A 19 ANNI: QUELLO CON UN ANTIQUARIO EBREO DEL NEW JERSEY CHE… - VIDEO

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Estratto dell'articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

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Frank Meeink ha visto la luce in un kit per fare il test del Dna in casa. Acquistato online sul sito di 23AndMe perché un amico gli aveva detto: “Sembri ebreo”. È così che l’ex leader suprematista ha scoperto di avere il 2,4% di geni ebraici: trasmessigli dalla bisnonna materna di sua madre, Elizabeth Zellman Rementer, lo rendono ashkenazita al 2,4%. Quanto basta, secondo il suo rabino, per rivendicare una discendenza matrilineare e riconoscersi come ebreo.

 

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Già membro di una crudele gang di skinhead che trent’anni fa rapì e torturò per giorni un attivista antifà, Meeink ha d’altronde iniziato in carcere, grazie all’amicizia con due detenuti afroamericani, un lungo percorso che ha ispirato pure quell’ American History X del 1998 che fece ottenere a Edward Norton una nomination agli Oscar. Nel tempo, è andato ben oltre: e ora Meeink è un ebreo osservante […] Lo racconta lui stesso al tabloid New York Post […] Una parabola inaspettata, per il giovane che ostentava una svastica tatuata sul collo […]

 

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Nato in un’enclave cattolico-irlandese a Sud-Ovest di Filadelfia, […] nell’estate del 1988, quando ha solo 13 anni, è un cugino più grande a convertirlo al neonazismo: «Avevo paura di tossici e neri e lui fomentò le mie paure ». A 15 anni, frequenta già un sottobosco di leader suprematisti che comprende pure il famigerato David Duke, a lungo capo indiscusso del Ku Klux Klan di cui Frank diventa membro nonostante sia solo un teenager […]

 

Poi, col cugino […], fa un salto in avanti: fondano un gruppo chiamato Strikeforce che usa la Bibbia per predicare l’odio «proprio come ora fa Hamas col Corano». Loro nemici giurati sono gli skinhead antifà: gli Sharp, attivi contro il pregiudizio razziale. Il giorno dopo essersi fatto tatuare la frase “Sharp Killer” sul fondoschiena, alla vigilia di Natale, la gang rapisce uno di questi: lo malmenano e torturano per giorni ma non lo uccidono. La denuncia del giovane lo farà finire in prigione a 17 anni.

 

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Qui inizia il suo percorso di cambiamento[…] Un cambiamento lento: per ora accetta di più solo i neri, ma continua a considerare nemici gli ebrei. Uscito dal carcere riprende dunque le frequentazioni neonazi. Finché, a 19 anni, alcolizzato e disoccupato, fa un altro incontro decisivo per la sua vita: quella con l’antiquario ebreo Keith Brookstein che in New Jersey decide di dargli una possibilità nonostante quella svastica sul collo e lo assume.

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«La sua gentilezza, la sua compassione, la sua capacità di comprendere e perdonare mi hanno definitivamente cambiato», racconta Meeink. È allora che smette di essere anche antisemita […] Si fa rimuovere il tatuaggio con la svastica e la parola “skinhead” sulle nocche delle mani, trasformandosi lentamente in un attivista antinazi.

 

Ma è un’altra tragedia ad avvicinarlo all’ebraismo: nel 2019 muoiono a poca distanza sua madre Thomasine e suo figlio 19enne Josh, uccisi da overdose di Fentanyl. Il suo matrimonio si rompe. Lui entra in un rehab per disintossicarsi e qui incontra un rabbino che lo aiuta. Quando se ne va, lo saluta invitandolo “A cercare Dio”. E Meeink lo fa: acquistando un kit del Dna.

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