Sandra Figliuolo per www.palermotoday.it
Quando aveva 17 anni la sua vita era diventata un incubo, così raccontò. Il motivo? Sarebbe stato costretto dall'allora compagna di suo padre, una donna di 42 anni, ad avere rapporti sessuali altrimenti sarebbero partite le ritorsioni.
Una situazione che avrebbe costretto il ragazzo a ricorrere alle cure di uno psicologo. Oggi, però, la seconda sezione del tribunale presieduta da Monica Sammartino ha assolto la donna dall'accusa di atti sessuali con minorenne: non ci sarebbe stata alcuna costrizione.
I giudici hanno accolto le tesi dell'avvocato Domenico La Blasca che difende l'imputata, ma anche quelle della stessa Procura, che alla fine del dibattimento aveva chiesto di assolvere la donna. Respinte, dunque, le istanze del giovane, di suo padre e di altri parenti che si sono costituiti parte civile con l'assistenza dell'avvocato Stefano Santoro.
PalermoToday aveva raccontato la storia piuttosto fuori dal comune a maggio del 2021, quando l'imputata era stata rinviata a giudizio da un'altra donna, il gup Ermelinda Marfia. La denuncia del ragazzo era stata presentata nella primavera precedente, in pieno lockdown, quando il padre - un parrucchiere di 66 anni, con un salone in pieno centro - aveva scoperto lo scambio di messaggi tra quella che era la sua compagna e una cartomante, in cui la donna chiedeva consigli proprio sulla relazione intrapresa con il diciassettenne.
L'uomo aveva così chiesto spiegazioni e l'imputata (che lui aveva registrato) aveva risposto: "Al cuore non si comanda", spiegandogli di essere "coinvolta sentimentalmente" e non negando dunque il rapporto con il "figliastro".
Il ragazzino, però, aveva riferito una versione diversa al padre, dicendogli che la sua compagna avrebbe iniziato a girare in casa con abiti succinti e biancheria intima e che a un certo punto avrebbe iniziato ad abusare sessualmente di lui. Alla polizia il giovane aveva raccontato di aver più volte respinto la donna, ma lei a quel punto avrebbe iniziato con i ricatti e le ritorsioni: si sarebbe rifiutata di accudirlo, non cucinando più per lui, non lavando più i suoi vestiti e non sistemando più la sua camera. Inoltre, avrebbe fatto scenate ogni volta che il giovane avrebbe avuto a che fare con qualche sua coetanea, impedendogli di avere una sua vita sentimentale.
L'imputata era stata quindi interrogata e le erano state fatte sentire anche le registrazioni con le sue ammissioni. A quel punto non aveva negato la relazione, non basata comunque su abusi e costrizioni, con il figliastro, spiegando che sarebbe stato lui a provocarla. Inoltre, aveva riferito che l'ormai ex compagno, l'avrebbe perseguitata e minacciata - se non fosse tornata con lui - di denunciarla proprio per aver abusato del figlio minorenne. Tanto che ne è nato un processo in cui l'uomo è accusato di stalking e che è ancora in corso.