Estratto dell’articolo di Lucio Giordano per “Dipiù”
«Mi creda, quando si è in difficoltà nella vita, la possibilità di poter esclamare con trasporto, “Dio mio”, è qualcosa di bellissimo. Perché il supporto della fede è fondamentale per vivere bene. Ma c’è poco da fare: la fede o ce l’hai o non ce l’hai». Questo dice Franca Leosini, l’amatissima conduttrice di Storie maledette, il programma di interviste a criminali che hanno pagato con il carcere i loro delitti e che è entrato nella storia della TV anche grazie al suo stile inconfondibile e serrato.
Dunque, lei, l’implacabile Franca Leosini, crede molto in Dio?
«Certo, tantissimo, anche se non ho mai affidato la mia vita alla fede. La religione è uno stato d’animo positivo, come mi hanno sempre suggerito i miei genitori».
franca e massimo leosini foto di bacco
Loro erano credenti?
«Molto, senza però nessuna forma di isterismo. In famiglia
nessuno di noi è mai stato un baciapile, insomma. Tra i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza c’era un rito familiare».
Quale rito, Franca?
«Mamma e papà mi portavano, una volta all’anno, a Pompei, ad agosto. E tutti insieme pregavamo davanti alla statua della Madonna nel santuario di Pompei».
Da bambina ha preso l’ostia consacrata?
«Certo, sono stata battezzata e ho fatto la prima comunione ma, come tutte le ragazzine dell’epoca, ero più concentrata sul vestitino da indossare, sui regali ricevuti, che sul rapporto con Dio».
[…]
Prega?
«Sicuro. Non mi addormento mai senza pregare. Prego tutte le sere».
E quali preghiere recita?
«L’Ave Maria è quella che mi piace di più. Sa, io ci parlo con la Madonna. A tu per tu. La invoco nei momenti di disperazione. Se ad esempio ho appena perso una persona cara le chiedo di darmi la forza per superare il dolore. Pregare rasserena. Hai la speranza che qualcuno dall’Alto pensi a te, che ci sia un angelo custode pronto ad aiutarti».
franca leosini accompagnata all altare dal padre
E Dio lo ha mai invocato?
«Sì, anche di recente, un anno fa. Mio marito era caduto in una buca, fratturandosi il femore. Ma alla sua età poteva andare peggio, poteva non farcela».
A messa va tutte le domeniche?
«Gliela dico con un ritornello della Bohème, la grande opera lirica: “Non vado sempre a messa, ma prego il signor...” Del resto, quando mi trovo in chiesa, vedo tante persone distratte, durante la funzione. E mi chiedo: che senso ha andare a messa se non sei attento alle parole del prete?».
Si è sposata in chiesa?
«Con mio marito Massimo ci siamo detti “sì” nella bellissima chiesa dell’Ascensione, a Chiaia, Napoli. Avevo ventitré anni, da sessantasette sono unita a mio marito, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e nella malattia, come ci disse il prete che officiò il nostro matrimonio».
Come immagina Dio?
MEME - FRANCA LEOSINI - CHE FINE HA FATTO BABY JANE?
«Non lo immagino, almeno non come viene descritto nei dipinti sacri, con la lunga barba bianca. Per me Lui è un’entità astratta».
Tra i dieci comandamenti, quale sente di aver rispettato di più nel corso della sua vita?
«Onora il padre e la madre. L’ho sempre fatto, per un senso di gratitudine nei loro confronti. Papà, Arturo Lando, era presidente della borsa, della camera di commercio, del Banco di Napoli, la città in cui sono nata. Aveva sei o sette incarichi contemporaneamente. Mio padre era un uomo adorabile e molto,
molto conosciuto nell’ambiente della finanza. Per questo nel giornalismo ho firmato sempre con il cognome di mio marito Massimo Leosini, ex direttore di banca e non con il mio cognome vero, Lando. Non volevo che qualcuno provasse a dire che lavoravo grazie all’importanza di papà».
È devota a qualche Santo?
«A padre Pio. In camera da letto ho una foto del Santo di
Pietrelcina. E poi in borsa porto sempre con me la sua immaginetta e quella della Madonna».
È mai andata a San Giovanni Rotondo?
«Sono andata proprio in pellegrinaggio, al santuario. Lì si va come testimonianza di fede. L’ho fatto senza chiedere niente. Sentivo semplicemente il bisogno di andar lì e pregare sulla tomba di un grande uomo».
[…]
franca leosini foto di bacco (2)
Cos’è per lei il peccato?
«È fare del male agli altri. È tradire. È l’indifferenza nei confronti del prossimo, è la vanità. Anche l’invidia è peccato. Le porto un esempio: non tutti gli uomini garantiscono che nel corso della vita eviteranno di essere invidiosi del successo professionale delle proprie mogli. Dio invece mi ha fatto conoscere un uomo straordinario. Da Massimo, mio marito, in tutti questi anni, ho ricevuto sempre un sostegno concreto, pratico e morale.
Lo dico con orgoglio cristiano e professionale, senza falsa modestia: mi sono affermata nel giornalismo televisivo senza avere appoggi, senza essere l’amante di qualcuno, senza avere tessere di partito. Poi l’aiuto di Dio ha fatto il resto».
franca leosini bianca berlinguer mara carfagna foto di bacco
Nel suo programma di culto, “Storie maledette”, c’era un approccio cristiano nei confronti degli intervistati?
«Sì, ho realizzato sessantatré storie maledette nel corso della
mia carriera. Ho convinto ognuno dei personaggi intervistati ad aprirsi. E l’ho fatto proprio con un approccio cristiano: empatia, compassione, rispetto. Cristianamente ho cercato di capire. Loro si affidavano a me. E mi crede se le dico che alla fine, nelle interviste realizzate in carcere, ne sono usciti tutti bene, cioè più umani».
Mi perdoni, Franca, ma sono assassini.
massimo e franca leosini foto di bacco
«È vero, avevano commesso dei crimini ma non erano criminali prima di uccidere e, alla fine, avevano chiesto perdono. Dopo la messa in onda delle interviste, quasi tutti i protagonisti delle mie storie mi hanno detto di aver ricevuto tantissime lettere da persone che si erano sforzate di comprendere la loro situazione. Sia ben chiaro, i delitti non si giustificano: mai. Ma si possono comprendere.
E nessuno è titolato a perdonare crimini così efferati, tantomeno l’ho fatto io. Eppure secondo me si può tranquillamente avere un atteggiamento caritatevole nei confronti dei protagonisti di Storie maledette. Nei vuoti di una maledetta storia, la carità cristiana a mio parere è un atto dovuto. Ricordo che dopo aver intervistato per Storie maledette Rudy Guede, implicato nella vicenda dell’assassinio di Meredith Kercher, lui mi telefonava tutte le settimane. Io lo ascoltavo e gli infondevo coraggio. Mi creda, aiutare gli altri mi fa stare bene, mi fa sentire una buona cristiana».
Cos’è per lei il perdono?
franca leosini storie maledetti sabrina misseri
«Semplicemente l’atto più cristiano in assoluto».
In vita sua ha mai conosciuto dei pontefici?
«Papa Giovanni XXIII, il Papa buono. L’ho incontrato tanti anni fa in udienza privata. Io ero amica di monsignor Vagnozzi, all’epoca delegato del Vaticano negli Stati Uniti. Giovanni XXIII era un grandissimo pontefice, adoravo il suo trasporto emotivo. Portandomi con sé a incontrare il Papa, monsignor Vagnozzi, quel giorno, mi fece un regalo bellissimo. E io al cospetto di papa Roncalli, mi emozionai come poche altre volte in vita mia».
l avvocato giorgio assumma e franca leosini
Come immagina l’Aldilà?
«Non lo immagino. Sull’argomento non mi faccio troppe domande, per non dovermi dare brutte risposte».
Domande di che tipo?
«Ad esempio, che cosa c’è dopo la morte? Sia ben chiaro, nell’Aldilà ci spero. Ma nessuno è mai tornato sulla Terra per dirci com’è. E se esiste».
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