(ANSA) - REGGIO EMILIA, 25 OTT - Era ricoverato all'ospedale 'Core' di Reggio Emilia per un intervento di chirurgia oncologica, ma è stato rimandato a casa per lo sciopero del personale sanitario. È la storia - raccontata da "Qn-il Resto del Carlino" - di Nicola Barile, 44 anni, nato in Liguria ma residente a Casalgrande, nel Reggiano, da oltre vent'anni. Nel luglio 2023 gli è stato diagnosticato un carcinoma renale maligno. Un mese fa, un'altra cattiva notizia: linfoma nh polmonare localizzato su milza e stomaco.
"Sono entrato al Core il 19 ottobre per una nefrectomia radicale - racconta Barile al quotidiano - In pratica mi avrebbero dovuto togliere rene, surrene e una parte dell'uretra. L'intervento era in programma per il giorno dopo, alle 13". Ma all'indomani l'intervento viene annullato.
"Fino alle 16 - continua Barile - non è successo nulla, poi si sono presentati da me il medico e il chirurgo dicendomi che l'operazione non si poteva più fare". Motivo? "Loro sarebbero stati pronti a operarmi, ma di fatto mancava tutto il resto del personale della sala operatoria, per via dello sciopero". Barile puntualizza: "Ho apprezzato il garbo con cui me l'hanno detto e non sono arrabbiato nemmeno con quelli che hanno scioperato, chiariamoci. Mi lascia però senza parole, in generale, com'è stata gestita la cosa.
Dello sciopero si sapeva da tempo, perché farmi ricoverare proprio quel giorno? O comunque visto che non stiamo parlando di un ascesso dentale, almeno mi avessero detto chiaro e tondo che ci sarebbe stato il rischio che l'operazione potesse saltare. Così mentalmente avrei potuto prepararmi.
Per fortuna che di carattere sono forte e paziente, tante persone dopo diagnosi del genere soffrono di forti tracolli psicologici. La prima cosa fondamentale per un malato oncologico è la salute psicologica". L'intervento sarà rinviato. "Ho dovuto però chiamare io in ospedale per capire. Mi ha richiamato poi l'oncologa dicendo che entro un paio di settimane, dovrebbero chiamarmi...".