1 – MALTEMPO: VIGILI FUOCO, PROSEGUONO RICERCHE TRE DISPERSI
(AGI) – Proseguono le ricerche dei tre dispersi dopo il nubifragio di giovedi' nella provincia di Ancona, due nella zona di Barbara, il terzo in quella di Fabriano. Sono 250 i vigili del fuoco al lavoro nell'area colpita, con interventi di messa in sicurezza e di assistenza alla popolazione.
Operazione nella notte dei vigili del fuoco dei nuclei speleo a Senigallia per liberare le arcate del ponte della ferrovia da grossi tronchi di albero che ostacolavano il deflusso del fiume Misa nei pressi della foce. Riaperta alle 2.20 la linea ferroviaria chiusa durante l'intervento. Sono 400 le operazioni di soccorso concluse da inizio emergenza nella provincia di Ancona, 300 in quella di Pesaro Urbino, dove sono in servizio 100 vigili del fuoco.
2 – I SINDACI: «NESSUNO CI HA AVVERTITO». LE POLEMICHE SULL’ALLERTA GIALLA
Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Il messaggio di allerta numero 36, emanato alle 13 di mercoledì scorso dalla Sala operativa unificata permanente della Regione Marche, prevedeva un rischio di livello giallo solo nelle zone 1 e 3 del territorio, quelle più interne, al confine con l’Umbria e per un tratto anche con la Toscana, soltanto per vento e temporali. Esclusa la zona 4, proprio quella di Senigallia e Ostra, per intenderci, già colpite nel maggio 2014 da un evento analogo con l’esondazione del Misa che causò la morte di quattro persone.
I tecnici che hanno sottoscritto il documento valido per tutta la giornata di mercoledì hanno ritenuto sufficiente un’allerta verde per le conseguenze idrauliche e idrogeologiche. Ovvero, secondo i parametri di pericolo europei, e quindi della Protezione civile italiana — livello verde, giallo, arancione e rosso —, era tutto tranquillo. Una falla nel sistema di previsione meteo e di allarme sul territorio che si è rivelata tragica, con i sindaci dei centri coinvolti dall’alluvione che ora accusano senza mezzi termini di non essere stati adeguatamente avvisati.
«Non c’era alcuna allerta meteo, se non per il vento, e quindi non avevamo contezza di questo tipo di pericolo», spiega Massimo Olivetti, primo cittadino di Senigallia che aggiunge: «Quando abbiamo saputo che c’erano delle forti piogge nell’entroterra, abbiamo emesso noi un’allerta alle 20.45, dicendo ai cittadini di non muoversi da casa e di salire ai piani superiori».
Anche Maurizio Greci, sindaco di Sassoferrato, conferma: «Non avevamo ricevuto avvertimenti particolari, solo un’allerta gialla per vento e pioggia. Niente che potesse far presagire un disastro del genere in un’ora». Dello stesso tenore le considerazioni di Alessandro Piccini, alla guida del comune di Cantiano, per il quale «tutto è successo in un attimo e senza un’allerta particolare. Era prevista solo pioggia ma in mezz’ora è successa una cosa inimmaginabile». E così anche i sindaci di Arcevia e Barbara (dove ci sono ancora tre dispersi), Dario Perticaroli e Riccardo Pasqualini, si aggiungono al coro di proteste.
Molti comuni in zona 2 e 4, quelle maggiormente colpite dall’alluvione, erano in allerta verde. Eppure il bollettino nazionale del 14 settembre parlava di «precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Marche e Umbria, in estensione al Lazio. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, grandinate e forti raffiche di vento» per mercoledì, e più in generale «criticità idrogeologiche e idrauliche».
«Ha fatto più acqua del previsto — spiegano dalla Protezione civile nazionale —, il problema tuttavia sono i fenomeni estremi, era obiettivamente difficile prevedere tutto questo». E ieri, alle 13.40, con il bollettino numero 37, nelle Marche è stata diramata l’allerta gialla, anche idrogeologica, idraulica e marittima, su tutti i sei settori della regione fino a mezzanotte di oggi.
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