S. Bar. per “la Verità”
Altro che pochi furbetti, gli automobilisti con residenza in Italia, che giravano con una targa straniera, erano ormai oltre 3 milioni. Facile capire perché: il bollo per una vettura con 150 hp in Italia sfiora i 350 euro, mentre in Romania ne costa 40, in Bulgaria 80.
Pare invece che il primo automobilista a essere multato perché guidava un' automobile straniera da residente in Italia, sebbene sia stato fermato a causa dell' incompatibilità ecologica del suo automezzo, sia stato un uomo di origini romene abitante a Ravenna.
Il fatto è accaduto il 4 dicembre scorso, giorno dell' entrata in vigore della normativa prevista dalla legge n. 132 del primo dicembre 2018, che ha convertito il decreto n. 113 del 4 ottobre. All' automobilista è stata contestata sia la violazione della normativa antismog, sia la violazione dell' aggiornato articolo 93 del codice della strada, che prevede il cambio di targa con un' italiana trascorsi 60 giorni di residenza nel nostro Paese. Con salassata di 1.152 euro e fermo del veicolo. Niente paura invece per chi decide di importare un automezzo dall' estero: il tempo per fare la nuova immatricolazione rimane di 12 mesi come già previsto.
Girare con una targa dell' Est non era soltanto una questione di elusione fiscale della tassa di possesso o dei nostri premi assicurativi, c' era anche la questione della sicurezza a causa di revisioni inesistenti, ma soprattutto per il problema di recapitare le multe in caso di violazioni.
Il primato nazionale di multe a queste targhe è stato registrato dalla città di Milano con 110.000 sanzioni nel 2017 (la fonte è il portale per la sicurezza stradale), delle quali oltre la metà non veniva pagata. Ma le brutte sorprese erano in agguato anche per chi, da assicurato, si accorgeva soltanto dopo un sinistro con una vettura estera che la sua compagnia non aveva alcun accordo con le organizzazioni di assicurazione di queste nazioni. In pratica nel 90% degli incidenti che coinvolgessero auto italiane e altre estero vestite, anche se il conducente nostrano aveva ragione non riusciva a farsi liquidare i danni.
A Milano, dove il numero dei veicoli estero vestiti era inferiore soltanto a Roma, la prima sanzione per mancato rispetto dell' articolo 93 pare sia stata elevata il 4 gennaio con una sanzione di 712 euro, ma il costo in taluni casi può salire fino a 2.800 euro. Sono escluse dalla regola le auto a noleggio e in leasing, purché siano di società comunitarie che non abbiano una sede italiana, e quelle in comodato da parte delle aziende. In pratica, se un lavoratore tedesco o austriaco permane in Italia anche per tre anni, può circolare senza essere multato con l' auto aziendale.
Dal novembre scorso specialmente gli uffici della motorizzazione di Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia sono stati subissati di pratiche per l' emissione di nuove targhe, oltre 100 al giorno. Dal punto di vista fiscale, per ogni pratica le province e lo Stato incassano 101,20 euro, più 42 euro per la targa e una somma variabile tra 150 e 200 euro per l' imposta locale di immatricolazione.
In media 400 euro a veicolo. Che targare estero servisse per eludere multe e balzelli è dimostrato dal fatto che i casi di rimpatrio degli autoveicoli nei Paesi di immatricolazione sono stati finora soltanto qualche migliaio e avvenuti praticamente prima e durante l' attuazione del decreto, che non prevedeva periodo transitorio. Mentre oggi per poter far rientrare un automezzo servono targa provvisoria e foglio di via, così non si rischia la multa fino al confine.
Un altro fenomeno che sta riguardando il mondo dell' automobile riguarda lo smaltimento delle vetture non più ecocompatibili a causa delle limitazioni alla circolazione. Non certo una novità, ma che ora sta crescendo in fretta. Il motivo è semplice: un' automobile diesel ancora efficiente ma di classe ecologica 3 in Lombardia non ha futuro e il suo valore è minimo. Così migliaia di bisarche piene partono per il Sud Italia e per i Paesi dell' Est Europa. Come se venti, inquinanti e micropolveri si fermassero alla frontiera.