È ripartita la funivia bloccata da ieri sul Monte Bianco. Un guasto che ha costretto 34 persone tra turisti e soccorritori a trascorrere la notte nelle cabine a quasi quattromila metri di quota. I primi sono già scesi al rifugio Torino. I tecnici arrivati nella notte hanno riparato il guasto, due cavi che forse per un colpo di vento si erano accavallati. Quando il sole si è alzato e le condizioni di sicurezza lo hanno permesso, l'impianto - inaugurato nel 1956 e totalmente revisionato un paio di anni fa - è stato rimesso in funzione.
Dunque i passeggeri intrappolati, tra cui anche un bambino di 10 anni, non sono più recuperati con gli elicotteri o calati con le funi sul ghiacciaio, come era accaduto con le persone soccorse ieri sera e nella notte, ma semplicemente scenderanno alla stazione più vicina, chi sul versante francese dell'Aiguille du midi, chi - 17 a quanto si apprende - al rifugio Torino.
Qui la funivia Skyway è aperta per portarli sul piazzale di Courmayeur, dove li attendono alcune ambulanze e un autobus navetta per riportare a Chamonix chi è partito dalla Francia. Dalle prime informazioni non pare tuttavia che vi siano dei feriti, per quanto si possa immaginare che i passeggeri, nonostante i kit di sopravvivenza con viveri e coperte termiche, siano piuttosto provati dalla notte passata al freddo: stamattina la temperatura in quota era di tre gradi.
Tutte le operazioni di soccorso sono coordinate dalle équipe francesi, che hanno chiesto e ottenuto il supporto degli italiani. Il tipo di guasto accaduto sulla funivia della Vallée blanche non è raro e i sistemi di sicurezza sono predisposti per interrompere immediatamente la circolazione degli "ovetti". In questo caso la difficoltà è stata rappresenta dalle condizioni meteo, che a un certo punto hanno impedito il volo agli elicotteri, anche a quelli francesi abilitati al volo notturno.
Una ventina di persone che si trovavano più vicine alle stazioni sono state calate con le funi e accompagnate dagli uomini del soccorso alpino ai rifugi. Ma per coloro che si trovavano a metà dei 5 chilometri di tragitto, dove l'altezza tra le cabine e il ghiacciaio arriva a 300 metri queste operazioni di recupero sono state impossibili.
"Non ci risulta ci siano mai stati momenti di pericolo e di panico", ha spiegato l'amministratore delegato di Skyway, funivia non coinvolta nell'incidente, che da ieri fornisce appoggio logistico ai soccorritori.
"Posso dire che è stata un'esperienza. Non abbiamo avuto paura ma solo freddo", è stato il commento di un'anziana signora del Michigan, arrivata a Chamonix con una comitiva di statunitensi per un giro del Bianco di 12 giorni. Ma la vacanza ha preso una piega inattesa quando un guasto ha bloccato la funivia panoramica della Vallée blanche, che collega l'Aiguille du midi sul versante francese con Punta Helbronner, al confine italiano, dove arriva la Skyway, l'avveniristica cabinovia che parte da Courmayeur.
La Skyway non è stata toccata dall'incidente, ma fino a notte è rimasta aperta in via eccezionale per dare supporto logistico ai colleghi francesi. Proprio a Courmayeur sono arrivate le ambulanze per prestare soccorso agli ultimi 16 che hanno passato la notte nelle cabine sospese a 3.800 metri di quota. Le temperature sono scese pur rimanendo più alte della media stagionale, fattore che ha rassicurato i soccorritori.
Intorno all'una di notte erano arrivati i 12 turisti che si trovavano a 50 metri da terra e sono stati calati sul ghiacciaio con delle corde e di lì accompagnati dalle guide alpine fino al rifugio Torino. "Hanno camminato per più di mezz'ora nella neve - racconta uno dei soccorritori -.
Non hanno corso pericoli, ma non è stata una passeggiata: stiamo parlando di persone non allenate, che non erano nemmeno vestite in modo adeguato. Noi abbiamo provveduto a dare loro cappelli e giacche". E hanno lavorato tutta la notte i tecnici arrivati ieri sera per riparare il guasto che ha intrappolato per ore un centinaio di persone. Appena ha fatto giorno anche l'elicottero italiano ha ripreso a volare per dare supporto ai francesi nelle operazioni di evacuazione.
Il tipo di guasto accaduto sulla funivia della Vallée blanche non è raro e i sistemi di sicurezza sono predisposti per interrompere immediatamente la circolazione degli "ovetti". In questo caso la difficoltà è stata rappresenta dalle condizioni meteo, che a un certo punto hanno impedito il volo agli elicotteri, anche a quelli francesi abilitati al volo notturno.
Una ventina di persone che si trovavano più vicine alle stazioni sono state calate con le funi e accompagnate dagli uomini del soccorso alpino ai rifugi. Ma per coloro che si trovavano a metà dei 5 chilometri di tragitto, dove l'altezza tra le cabine e il ghiacciaio arriva a 300 metri queste operazioni di recupero sono state impossibili.
"Non ci risulta ci siano mai stati momenti di pericolo e di panico", ha spiegato l'amministratore delegato di Skyway, funivia non coinvolta nell'incidente, che da ieri fornisce appoggio logistico ai soccorritori.
2. PANICO SUL MONTE BIANCO
Tommaso Montesano per “Libero Quotidiano”
Terrore in alta quota. Centodieci persone sono rimaste bloccate per ore nella cabinovia panoramica del Monte Bianco, a causa di un guasto forse provocato dell' incrocio di alcuni cavi dovuto al forte vento, sul versante francese del massiccio, a oltre 3mila metri di quota. La linea collega, lungo cinque chilometri, la stazione dell' Aiguille du Midi in Francia, a 3.842 metri, a quella italiana di Punta Helbronner - punto di arrivo della Skyway - a quota 3.462, passando nella cosiddetta Vallée Blanche sopra diversi ghiacciai.
Le operazioni di recupero dei passeggeri sono affidate a quattro elicotteri svizzeri, francesi e italiani (della Protezione civile valdostana), ma sono state rese difficoltose per il sopraggiungere dell' oscurità e, prima ancora, dalla presenza di una nuvola che dall' imbrunire avrebbe sostato letteralmente intorno alle cabinovie, rallentando i soccorsi. Così neppure gli elicotteri francesi, abilitati al volo notturno, sono potuti intervenire.
Fortuna che, nuvole a parte, almeno per il momento le condizioni meteo non destano preoccupazioni. Fatto sta che alle nove di ieri sera erano state tratte in salvo 65 persone. I passeggeri sono stati evacuati dopo essere stati imbracati e prelevati uno a uno dall' alto. Per i restanti 45, al calare dell' oscurità non c' era altra possibilità che trascorrere la notte in cabina in attesa, all' alba, della ripresa delle operazioni di soccorso.
Tra di loro, comunque, a sera non si segnalava alcun ferito. I soccorritori, tra cui le guide alpine italiane, si sono calati nelle cabine, oltre che per consegnare i viveri e le coperte per ripararsi dal freddo, anche per rassicurare i turisti, spaventati dalla prospettiva di trascorrere la notte in cabina, con le temperature destinate a scendere sotto lo zero.
Anche se le condizioni meteo, hanno rassicurato le autorità, non sono quelle che si registrano in inverno.
Il guasto è avvenuto nel pomeriggio di ieri. Frédéric Maurer, 49 anni, uno dei passeggeri già evacuati grazie all' intervento del soccorso alpino, ha raccontato: «Eravamo io, mia figlia e mio genero. Siamo rimasti due ore e mezza nella cabina bloccata sotto il sole. Eravamo appena partiti dalla stazione di punta Helbronner, sul versante italiano, quando si è bloccato tutto».
I gendarmi di Chamonix, dopo non essere riusciti a far ripartire l' impianto, hanno chiesto l' intervento dei soccorsi italiani e francesi. Eric Fornier, il sindaco di Chamonix, ha affermato che per adesso «non c' è inquietudine», anche se alcuni all' arrivo della notte iniziavano a soffrire per «l' attesa un po' lunga».
L' impianto per il percorso in alta quota è stato inaugurato nel 1957 e regolarmente revisionato. I passeggeri vengono caricati in piccole cabine di quattro posti che si spostano a «convogli» di tre. I soccorritori francesi «stanno portando con gli elicotteri le persone in territorio italiano», ha spiegato Roberto Francesconi, amministratore delegato della funivia italiana Skyway del Monte Bianco.
La destinazione è Courmayeur, «dove è stato organizzato un servizio di bus per chi è diretto in Francia». A Chamonix è accorso anche il prefetto della Haute Savoie, Georges Francois-Lecrerc, per coordinare le operazioni di salvataggio.